Il plauso di Berlusconi "Il sì al decreto Ucraina apre alla difesa comune"

Il Cavaliere rivendica la linea atlantista "Risorse per i profughi e tenuta energetica"

Il plauso di Berlusconi "Il sì al decreto Ucraina apre alla difesa comune"

I 214 sì ottenuti sulla fiducia consentono a Mario Draghi di continuare il suo cammino alla guida del Paese. Certo le turbolenze restano e il finale di legislatura si preannuncia segnato dalle inevitabili rivendicazioni pre-elettorali, ma un primo scoglio, quello del dl Ucraina, è superato. La maggioranza, al netto di alcune assenze strategiche soprattutto tra i Cinquestelle, si ricompatta. E Forza Italia saluta con il suo leader un provvedimento che potrebbe avere in prospettiva un valore strategico molto importante, rappresentando il primo mattone di un edificio di difesa comune europea. Una battaglia antica che Silvio Berlusconi porta avanti da decenni.

«Il decreto Ucraina» dichiara il Cavaliere «stanzia le risorse necessarie per l'accoglienza e la gestione dei profughi, per la tenuta del sistema energetico nazionale, con ricadute su imprese e famiglie, per adempiere ai compiti rafforzati in sede NATO, aprendo la strada verso il necessario coordinamento delle spese militari e quella difesa comune che io da vent'anni sostengo essere indispensabile, così come un'unica politica estera, per l'Unione Europea».

È su questo tema che interviene in aula Maurizio Gasparri. «Noi riproponiamo con forza che si ritorni allo spirito di Pratica di Mare, quello del dialogo e della ricerca della pace duratura, voluto dal governo Berlusconi, l'unico che negli ultimi anni ha ricercato la pace con le azioni, non a parole. Non è più eludibile la questione della difesa europea che ci farà risparmiare risorse nel medio e lungo termine e garantirà all'Unione europea di proteggere i suoi popoli e quelli vicini. In questo decreto non si prevedono spese per armamenti, ma solo aiuto alla popolazione ucraina, assistenza ai profughi e cessione di armamenti utili per la difesa dell'Ucraina da un'aggressione drammatica».

Dall'invio di armi, all'accoglienza profughi, dall'acquisto di giubbotti anti-proiettile ai giornalisti, alla sicurezza nelle ambasciate. Licenziato in via definitiva dal Senato il decreto Ucraina prevede la partecipazione, fino al 30 settembre, di personale militare alle iniziative della Nato per l'impiego della Very High Readiness Joint Task Force (Vjtf). Si prevede, inoltre, fino al 31 dicembre, la prosecuzione della partecipazione di personale militare alla sorveglianza dello spazio aereo e navale Nato oltre alla presenza in Lettonia.

Il decreto stabilisce, inoltre, la cessione gratuita di equipaggiamenti militari all'Ucraina, non letali di protezione; la semplificazione delle procedure per gli interventi di assistenza in favore dell'Ucraina; la possibilità di adozione da parte del ministro della Transizione ecologica di misure per assicurare la sicurezza del sistema nazionale del gas naturale, insieme a interventi per l'accoglienza dei profughi (3.000 posti aggiuntivi nel Sistema di accoglienza).

Nel giorno del dl Ucraina, Forza Italia presenta un provvedimento economico che rilancia una storica battaglia azzurra e rappresenta una risposta liberale al reddito di cittadinanza. Si tratta di una proposta di legge firmata da Dario Damiani, insieme a Vittorio Pansini (Ordine Commercialisti Puglia) e presentata anche da Anna Maria Bernini che punta a incentivare la nascita di imprese giovanili under 35 attraverso un sistema fiscale agevolato, anche attraverso appositi spazi fisici di consulenza.

«Incentivi» spiega Damiani «che hanno una durata di sette anni dall'inizio dell'attività e che possono garantire ai nostri giovani di avviare un'impresa, sollevandoli da quelle tassazioni iniziali che spesso diventano un freno a qualsiasi iniziativa imprenditoriale».

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