È grazie alla sua regia che la premier è dovuta tornare in Parlamento con un piano B. È grazie alla sua regia che i parlamentari hanno potuto indirizzare la Brexit con il voto di ieri: bocciato il rinvio e addio al backstop. È grazie alla sua regia che i deputati hanno ottenuto il «meaningful vote», il potere di giudicare l'accordo con Bruxelles, di bocciarlo, e di avere l'ultima parola su un eventuale nuovo piano. Cravatta pachtwork multicolore (e multiorrore) nell'ennesima giornata decisiva, John Bercow, 56 anni, Speaker della Camera dei Comuni, è l'arbitro interventista che ha ridato potere a Westminster. Presidente della House of Commons dal 2009, «eletto, rieletto e rieletto a differenza di alcune persone in posizioni importanti» - ricorda lui polemico - Bercow è l'ex Tory ed ex membro del Monday Club (di estrema destra e tacciato di razzismo) che ora i suoi detrattori accusano di essere un progressista, vicino al Labour (la moglie Sally è un'attivista) ma soprattutto colpevole di sabotare la Brexit (contro cui ha votato nel 2016)
Mentre dispensa i suoi «order, order», gli appelli alla calma in Aula che lo hanno reso famoso insieme alle cravatte e al linguaggio vittoriano, è lui che, a sua totale discrezione, seleziona gli emendamenti da dibattere e votare in Aula, attirandosi inevitabili critiche. Con una mossa senza precedenti e contro il parere dei consiglieri della Camera, a inizio gennaio ha dato il via libera al «codicillo», il voto sull'emendamento Grieve che ha fatto lo sgambetto alla premier, imponendole di presentare un piano B entro 3 giorni, invece che 21, se il piano A fosse stato bocciato, come poi è successo. Risultato: ridotto all'osso il tempo per trovare una via d'uscita. Ieri il bis: grazie a lui i deputati hanno potuto emendare la mozione del governo.
Ma «lo Speaker del diavolo» come lo ha definito il Sun, va dritto, convinto che non intervenire sarebbe schierarsi, cioè aprire al no deal.
Carattere rude ma diretto, che gli è costato accuse di bullismo, Bercow dice: «Possono tentare di intimidirmi, la mia determinazione non cambierà». Ma potrebbe costargli la nomina a Lord (governativa), quando lascerà l'incarico, in estate. Per ripicca Bercow ha fatto sapere che potrebbe restare fino al 2022.
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