"Un rifugio nel ricordo di mia figlia ammazzata"

"Un rifugio nel ricordo di mia figlia ammazzata"

C'è una rabbia e un dolore che si alternano. Clementina Ianniello, ha perso una figlia di 19 anni. Veronica. Vittima dell'ex fidanzato che l'ha uccisa con un colpo di pistola alla testa. «Avevo 43 anni e quel giorno, il settembre del 2006 sono morta anch'io». Poi, la rabbia della mamma ha fatto il resto. Ha lottato e costruito. Un'associazione già nel 2008 contro la violenza sulle donne. Poi il comune di Mondragone le affida una villa su tre piani, sequestrata alla criminalità organizzata; nasce casa Veri. Una missione per lei, un rifugio per le donne maltrattate.

Quanto possono restare in questa casa le vittime?

«Tutto il tempo di cui hanno bisogno. Spesso arrivano con i bambini, e la situazione è ancora più complicata, in alcuni casi il giudice mette in discussione anche la genitorialità della vittima. Da noi trovano rifugio e sostegno».

Chi sono le donne che arrivano?

«Persone maltrattate, picchiate, abusate. Sono quelle che con coraggio hanno trovato la forza di spezzare la catena della violenza».

Tornano indietro?

«Solo in un caso, in cui una donna era vittima di una violenza psicologica da parte del marito. Hanno fatto un percorso insieme. Oggi sono tornati insieme e sono sereni. Ma è l'unico caso. Le altre non torneranno più indietro. Ma è difficile. Manca il lavoro, la possibilità di affittare una casa, un posto per lasciare i figli al sicuro».

Per cosa si batte?

«Fin dall'inizio ho una missione: la certezza della pena».

Quanti anni farà in carcere l'uomo che ha ucciso sua figlia?

«Ventidue anni sulla carta. Di fatto ne farà quindici.

E Veronica invece è sotto terra e ci rimarrà per sempre. Lui oggi è nel carcere di Bollate, uno dei migliori d'Italia. Ha una prospettiva davanti. E non deve essere così. Attenzione, io non sono forcaiola. Io voglio giustizia, che è ben diverso».

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