"Rischio il processo per un post"

Il vignettista denunciato dalla Angeli per un un commento su Twitter

"Rischio il processo per un post"

Milano Finire sulla graticola, non per una vignetta irriverente o per un articolo al vetriolo, ma «semplicemente per ingenuità». Questo è successo al vignettista Alfio Krancic chiamato in giudizio dalla giornalista di Repubblica Federica Angeli per un commento su Twitter in calce a un post di Alessandro Meluzzi.

Com'è andata?

«C'era questo collage di foto della Angeli che non le rendeva giustizia (primi piani non proprio benevoli) e lì per lì ho fatto un commento poco gentile. Sono pentito due volte!»

Perché due volte?

«Perché ho scritto di getto un commento che non dovevo scrivere. E poi perché non ho usato un emoticon per sigillare il commento».

Avrebbe reso chiaro il tono scherzoso?

«Ovviamente. Tanto è vero che la stessa Angeli lì per lì sembrava essere stata al gioco proprio con una risposta spiritosa corredata di emoticon»

Ed è per la sua risposta che non ha dato peso al battibecco su Twitter?

«Sì, quando ho ricevuto la citazione in giudizio è stata una vera doccia fredda. Se mi avesse subito risposto piccata e offesa, mi sarei adoperato per chiederle scusa, con mazzi di fiori e invitandola a cena e farle capire la mia buona fede».

E pensare che proprio lei di minacce e diffamazioni sui social ne ha già ricevute tante.

«I primi tempi reagivo. Mettevo in mezzo gli avvocati e denunciavo. Poi la fatica è diventata troppa e ho smesso. Solo quando si tratta di minacce di morte mi preoccupo ancora di difendermi».

La stessa Angeli è assediata da quelli che chiama «leoni da tastiera» che con le querele diventano «agnellini».

«Ha ragione, ma nello specifico non mi piace entrare nella categoria degli agnellini. Di una cosa sola sono colpevole».

Quale?

«Di ingenuità. Ho sottovalutato il mezzo (Twitter, ndr). Confido ancora che la cosa si possa risolvere in maniera extragiudiziale. E lo spero proprio».

Lei che vive di satira che lezione ha tratto da questa situazione?

«Che i tempi sono difficili e non solo per

la satira ma anche perché bisogna usare i social con molta attenzione. D'altronde non viviamo soltanto nella dittatura del politicamente corretto ma anche in una sorta di dittatura dell'autocensura. Un clima che fa paura».

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