It's a boy! È nato. L'anestetico nazionale è finalmente arrivato. Era ora, visto che a Londra si batte da troppo tempo, e senza rimedio, su quel dente lì, la Brexit che ormai duole solo a pronunciarla. E allora congratulations and jubilations alla monarchia, oppio del popolo (britannico) e suo elisir di lunga vita. Baby Sussex per un po' aiuterà gli inglesi a sgombrare il campo dai guai e a ricordare all'intero Paese che si può parlare di passaporti (quello doppio, americano e britannico, che potrà avere il neonato) senza parlare di confine irlandese. E che si può essere veri sovrani al tempo del sovranismo pur tenendo le frontiere aperte: a una donna meticcia, divorziata e figlia di divorziati, di 37 anni, diventata «mamma geriatrica», o peggio «primipara attempata» per aver partorito a un passo dai quaranta, con un marito di tre anni più giovane e con un papà (il nonno non reale della famiglia) che forse non vedrà mai il nipotino, perso com'è a inciampare nelle gaffe lautamente pagate dai tabloid. Potenza dei Windsor, così legati alla tradizione e così proiettati nel futuro. Così ancorati a Elisabetta II, 93 anni, la Roccia, eppure così avanti, con quegli otto nipoti fotografia del Millennio, corredata di annuncio dell'ultimo arrivato che arriva via Instagram, perché così ormai va il mondo. Il Regno è loro molto più di quanto non lo sia del prossimo erede al trono, il settantenne Carlo. Ed è di questa giovane coppia di neogenitori, con Harry incredulo per «quello che può fare una donna», ormai candidato a prendere il posto della madre come nuove «principe del popolo», tanto amato dalla gente quanto la sua sposa è odiata dai tabloid. Una mamma, Meghan, definita «spietata arrivista sociale» da Piers Morgan sul Daily Mail, alla quale viene perennemente ricordato che «non è la nuova principessa Diana» (Arthur Edwards sul Sun).
Buttata giù dalla torre per salvare la sempre appropriata Kate, mai una sbavatura, mai uno scivolone, la regina perfetta. Il futuro è loro, della coppia impeccabile ma ancora di più della coppia imperfetta, che ci racconta di padri imbarazzanti, di gioventù scapestrata, di sfuriate allo staff. E di un royal baby con doppio passaporto.
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