Spalletti, la frenata: «Ma quale euforia, l’Inter mette paura»

«In certi momenti dell’incontro, quando l’avversario soffre, spesso tendiamo a rilassarci: spero che non succeda mai più»

Stefano Tesi

da Siena

È soddisfatto per il risultato, Luciano Spalletti, anche se avrebbe preferito non subire quel gol nel finale che ha rischiato di riaprire l’incontro: «Siamo stati bravi nel possesso palla, loro hanno pagato molto lo sforzo e l’inferiorità numerica, altrimenti potevano crearci parecchi problemi nel finale. Quella rete presa quasi allo scadere non ci voleva, dovevamo stare più attenti», esordisce il tecnico toscano. «Sì, è vero - continua - siamo cresciuti rispetto all’anno passato nella gestione della partita grazie a un’acquisita maturità e a una rosa più ampia che ci consente di avere migliori varianti. Tuttavia in certi momenti dell’incontro, quando l’avversario soffre, spesso tendiamo a rilassarci invece di dare il colpo del ko. È quello che è accaduto oggi. Ed è chiaro che in quei pochi minuti il quadro psicologico della partita è mutato a nostro sfavore».
Non ha problemi di abbondanza con tutti questi centrocampisti, gli chiedono. «Problemi? Al contrario. Avere molti buoni giocatori ci consente molte più soluzioni tattiche, nelle quali tutti possono trovare spazio. Del resto, anche l’incontro di oggi dimostra che pure sotto rete siamo intercambiabili e questo accresce la nostra forza». Una forza maggiore di Inter e Milan e capace di portare la Roma allo scudetto? «È presto per dirlo - dice Spalletti - mancano 36 partite alla fine, anche se sognare non costa nulla. Non bisogna però farsi prendere dall’euforia. E comunque sia, resto convinto che le due milanesi abbiano qualcosa in più di noi. L’Inter, è vero, ha qualche difficoltà, ma loro sono sottoposti a molte pressioni, è normale qualche incertezza. Oggi del resto gli avversari sono sempre forti: prendete il Siena, sembrava perduto e invece non ha mai mollato».
Chi le è piaciuto di più oggi? «Non è questo il punto - risponde Spalletti - è importante invece che tutti sia stiano dimostrando degni della Roma: come Tonetto, è alla sua terza partita consecutiva e ha giocato molto bene sulla fascia sinistra, intendendosi alla perfezione con Mancini». E Totti? «Non è nella forma migliore, ma sta crescendo».


Qualcuno accenna al contratto che scade a giugno: «Nella mia carriera - replica il tecnico giallorosso - ho sempre rinnovato i contratti alla scadenza. Unica eccezione a Udine e me ne dispiace ancora. Quando sarà il momento, ne parleremo».

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