La crisi è una tenaglia. Mentre crolla la pubblicità, crescono i telespettatori. Eppure «Mediaset va bene. Non benino, proprio bene», assicura Alessandro Salem, direttore generale dei contenuti Mediaset. Cinquantenne palermitano, Salem ha avviato i primi contatti con Celentano per Rock Economy su Canale 5. E, come il Molleggiato, anche lui esce di rado e parla ancora meno.
Nel luglio scorso Mediaset annunciò investimenti per un miliardo e mezzo in contenuti originali. Che risultati stanno dando?
«Ottimi. In prima serata Canale 5 è nettamente la prima rete italiana sul target commerciale con il 20 per cento di share e un notevole vantaggio sulla rete concorrente. Sempre in prime time, le reti Mediaset totalizzano il 40 per cento degli ascolti con ampio vantaggio sulla quota Rai. Questi risultati ripagano un'attenzione accuratissima sui contenuti originali, fiction, intrattenimento, informazione».
La crisi provoca il calo della pubblicità e l'ampliamento della platea. Spot meno pagati e più telespettatori: come si governa questo paradosso?
«Consolidando la leadership di una tv generalista come la nostra, l'unico media che può garantire la massima copertura agli investitori. L'Italia è il Paese europeo dove le reti generaliste mantengono complessivamente il 75 per cento del mercato. Quando l'economia ripartirà saremo pronti a sfruttare il nostro posizionamento di azienda leader».
Una tv commerciale come fronteggia la fruizione sui pc, tablet e smartphone?
«Avendo ben chiaro che il 90 per cento dei contenuti sul web derivano dalla tv generalista. Il motore dei second screen è il first screen: la tv è il vero fattore unificante del Paese. Dal 2008 al 2012, in piena esplosione dei new media, il totale ascolto nelle 24 ore è passato da 9 a 10 milioni con un incremento del 13 per cento».
Come Mediaset può assorbire l'evoluzione tecnologica del pubblico più moderno?
«In due modi. Il primo è il consolidamento delle posizioni di tutte le reti, generaliste e tematiche. Non c'è più il pubblico, ma ci sono tanti pubblici specifici. È il lavoro di attenta profilazione che abbiamo fatto su Iris, La5 e Boing. E che faremo con il lancio di due nuovi canali digitali free. Stiamo anche iniziando a produrre contenuti pensati per le diverse piattaforme sin dall'origine. Esemplificando: quando tornerà a fine 2013, Grande Fratello avrà contenuti diversificati per la fruizione su Canale 5, su La5 e sul web.
Sembrava che l'innovazione potesse già cominciare dalla Scimmia.
«La Scimmia sarà innestata in Amici di Maria De Filippi che parte sabato. Gli studenti hanno ripreso le scuole tradizionali, ma grazie alla Scimmia seguono lezioni di sostegno con professori come Federico Starnone, Matteo Nucci e Edoardo Camurri. Chi non supererà la prova di rendimento del sabato pomeriggio perderà il diritto di usufruire di quelle lezioni. Sabato, per dare un'idea, si parlerà anche di Schopenhauer. Su Canale 5».
Come fa Mediaset che predica ottimismo a sintonizzarsi con un'epoca di recessione?
«Nei momenti di crisi emerge l'importanza di intrattenere il pubblico. Non a colpi di lustrini e paillettes, ma con spettacoli che sappiano informare e interpretare lo spirito del tempo».
Una riprova che tv scintillante e crisi parlano lingue diverse è la fatica a centrare i programmi d'informazione. Come Domenica Live.
«Abbiamo fatto un tentativo sperimentale, ora siamo tornati a una formula più tradizionale. Ma quello di Barbara d'Urso è un tentativo moderno e popolare d'informare, nella linea di Pomeriggio 5. E una nuova proposta come Quinta Colonna ha avuto successo perché si sforza di spiegare temi concreti con un linguaggio adatto a tutti. Ma si può innovare anche con la cronaca di Quarto grado e la completezza di TgCom24».
Il martedì successivo a Rock Economy avete trasmesso il sequel di Dallas.
«Pensavamo un po' meglio, invece non ha proprio funzionato. Una lezione. Ma in un momento di risorse scarse bisogna ingegnarsi».
Celentano è stato un caso isolato o bolle dell'altro in pentola?
«Qualcosa bolle, per usare la sua espressione. Puntiamo a un evento con Morandi il prossimo autunno».
Il nuovo Zelig?
«A gennaio, in un teatro tenda con Teresa Mannino e il Mago Forrest. Ci saranno star riconosciute e nuovi innesti».
L'anno scorso avete sperimentato alcuni one man show con Zalone, Panariello e Brignano...
«Una strada che vogliamo continuare. Anche con grandi cantanti o personaggi poliedrici come Claudio Bisio. Avremo la tournée di Aldo Giovanni e Giacomo. E ci piacerebbe continuare la serie con altri comici di primo piano».
Chi affiancherà Ilary Blasi alle Iene?
«Le Iene saranno una presenza costante d'Italia 1 da gennaio a maggio. Stiamo lavorando sugli altri due conduttori. Uno potrebbe essere Mammuccari».
Striscia la notizia ha compiuto 25 anni. Cosa farete quando in un futuro non più fantascientifico dovrete intervenire sull'access di Canale 5?
«Non crediamo alla fantascienza».
Mediaset ha in mente di ospitare il confronto per le primarie del Pdl?
«Abbiamo proposto di ospitare anche il confronto del centrosinistra. Non vediamo perché non dovremmo candidarci anche a quello del Pdl».
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