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Serie A, ora è ufficiale: un mese a porte chiuse. E la Coppa Italia rischia

La Figc conferma e volano stracci fra i club: scontro Lotito-Percassi. Rinviata Napoli-Inter

Serie A, ora è ufficiale: un mese a porte chiuse. E la Coppa Italia rischia

Prima i prefetti di Torino e Napoli con il rinvio delle due semifinali di coppa Italia, poi il ministro con delega allo Sport Vincenzo Spadafora con l'annuncio sulla decisione del Governo («si gioca a porte chiuse»): al culmine di un'altra giornata colma di polemiche, litigi e confronti aspri, è stata finalmente la politica a mettere in riga il calcio italiano e a offrirgli la via d'uscita dal tunnel delle partite sospese e dei recuperi contestati eventi a porte chiuse fino a l3 aprile. «È l'unico strumento utile per portare a termine il campionato» hanno ripetuto in coro. «È il male minore» la frase di Beppe Marotta che al termine di un concitato consiglio di Lega e ha approvato lo schema concordato dal resto delle società di serie A. Superato lo scoglio di affrontare tre ostacoli impegnativi (Napoli, Juventus e Getafe), con buona pace anche di Antonio Conte, e certificata la sfida di Torino da disputarsi a porte chiuse secondo le iniziali richieste nerazzurre, è venuto meno anche il significato politico di opporsi alla volontà collettiva. L'assemblea straordinaria è andata deserta, i club avevano via mail espresso il proprio parere, così nel salone d'onore del Coni è andato in scena la riunione del consiglio durata quattro ore. e in serata è arrivata anche l'ufficialità della Figc: seria A a porte chiuse fino al 3 aprile.

Ed è in quell'occasione che si sono registrati duelli rusticani e regolamenti di conti con minacce diffuse di cause per danni. Lo scontro più duro di tutti è avvenuto tra Claudio Lotito e Percassi junior reduci da una velenosa polemica per il rifiuto laziale di anticipare a venerdì prossimo la sfida di campionato con la Lazio, poi saltata. A innervosire Lotito la frase ironica di Gasperini dopo la trasferta di Lecce: i due si ritroveranno a Bergamo, a porte chiuse, domenica 15 marzo. I funzionari della Lega sono rientrati in aereo da Roma in serata e hanno rinviato a questa mattina la pubblicazione completa del nuovo calendario con il cambio di orari, date e palinsesto televisivo di tutto il finale di campionato. Di sicuro durante il prossimo fine settimana, a porte chiuse avremo Samp-Verona sabato 7, e domenica 8 partenza con Milan-Genoa alle 12.30, Udinese-Fiorentina alle 18 e le altre sfide alle 15. La giornata prevista dal precedente calendario per il 7 e 8 marzo slitterà quindi di una settimana. Impensabile che la gestione maldestra della crisi non lasci conseguenze. Il presidente del Cagliari Giulini, sul tema, è stato esplicito: «Il comportamento della Lega è stato folle: dovranno prendersi le responsabilità». Una frase che significa per Paolo Dal Pino una sola cosa: la sua presidenza è già traballante.

Fuori dalle discussioni e dallo studio di nuove date, è rimasta la coppa Italia che rischia una fine ingloriosa qualora tre delle quattro protagoniste (Juve, Inter e Napoli) dovessero far strada nelle rispettive competizioni europee. Perché a quel punto non ci sarebbe spazio per celebrare il ritorno delle due semifinali prima della finalissima e quindi il torneo potrebbe persino non essere completato.

Anche perché la soluzione alternativa prospettata (trasferire le tre partite all'inizio della prossima stagione) risulterebbe in qualche modo irregolare poiché disputate con rose completamente diverse rispetto a quelle dell'attuale stagione.

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