Roma - Il primo incontro tra premiere Anm ha sul tavolo la questionescottantedellaresponsabilitàcivile dei magistrati. Mario Monti assicura che farà da mediatore perché in Parlamento si modifichi l’emendamento approvato dalla Camera la scorsa settimana. Quaranta minuti di incontro «cordiale », anche con il ministro della Giustizia, Paola Severino e il sottosegretario, Antonio Catricalà. Alla fine le toghe sembrano tranquillizzate e il minacciato sciopero resta nel congelatore. Per ora. Il presidente dell’Anm, Luca Palamara, precisa che non è accantonato del tutto.E ribadisce:«Non si tratta sulla responsabilità diretta, è inaccettabile ».
Si riferisce al punto più preoccupante, introdotto a Montecitorio: la possibilità che i cittadini facciano causa per il risarcimento dei danni non solo allo Stato, come prevede la legge del 1988, ma anche al magistrato. All’Anm il presidente del Consiglio spiega che il governo ( d’altrondecontrarioall’emendamento) favorirà il «dialogo con le forze parlamentari per raggiungere il massimo dell’intesa su una modifica».
Ma non entra nei particolari di come il testo di Montecitorio potrà essere cambiato in Senato. E la nota di Palazzo Chigi introduce qualche ambiguità. Spiega che la correzione deve, sia assicurare «una corretta interpretazione della giurisprudenzaeuropea », checonsentire ai magistrati «di lavorare con serenità di giudizio». Il controverso voto a larga maggioranza di Pdl e Lega, ma anche di altri 60 deputati, è stato presentato proprio come risposta alla sentenza della Corte di giustizia Ue che imponeva all’Italia di adeguarsi alle regole comunitarie, condannando l’attuale legge che in 23 anni ha portato a quattro condanne. Per i vertici del «sindacato delle toghe » il richiamo non riguarda, però, il risarcimento diretto visto che anche negli altri Paesi risponde lo Stato.
Diverso è il discorso sull’altra novità introdotta, la possibilità di far causa al magistrato non solo per «dolo o colpa grave» com’è adesso, ma anche per interpretazioni errate di diritto. Proprio quello che dice la sentenza Ue del novembre scorso, minacciando sanzioni. L’Anm, soprattutto, dipinge a Monti e alla Severino un quadro catastrofico degli effetti della nuova norma, sostenendo che porterebbe alla paralisi, moltiplicando le cause per errori giudiziari. Basti pensare che ad un solo processo per tre gradi partecipano nove giudici e un pm. La delegazione dell’Anm era allargata all’unica corrente fuori dalla giunta, Magistratura indipendente.
Anche per dimostrare che il fronte è compatto, soprattutto alla vigilia delle elezioni del 16 febbraio. E proprio il segretario di Mi, Cosimo Ferri, è il più duro: «Niente correzioni, l’emendamento va cancellato». Fa il paio con l’intransigenza del leghista Gianluca Pini,che giudica l’apertura di Monti alle toghe di «gravità assoluta » e avverte: «Se il governo continua così è abbastanza scontato che anche al Senato venga sconfitto ». Mentre Pdl e Pd mostrano disponibilità a una posizione comune, il Carroccio va allo scontro anche sul decreto «svuota carceri».
La protesta esplode alla Camera, quando il governo pone la fiducia per il voto di oggi.Fischi e cori:«Vergogna, vergogna!». Il Guardasigilli non si scompone e spiega che, con l’ostruzionismo leghista in 600 emendamenti,la decisione era«assolutamente necessaria ».
Ma in serata Roberto Maroni rincara la dose: «Se il Pdl voterà a favore del governo e dello svuota carceri, sarà un altro motivo in più per dire che, di fatto, per scelta del Pdl, l’alleanza non c’è più. Non posso dire che siamo amici (con riferimento al Pdl, ndr )? Al massimo siamo conoscenti ».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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