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Adesso Crosetto ammette: "La telefonata era mia"

Il sottosegretario alla Difesa getta la maschera. Siamo stati i primi a sospettare di lui. Ecco l'audio originale della telefonata tra l'esponente Pdl e Franco Bechis

Adesso Crosetto ammette: "La telefonata era mia"

Alla fine Guido Crosetto ha gettato la maschera e ha risolto il giallo attorno all'audio che da questa mattina fa discutere il mondo della politica. E' la registrazione di un colloquio telefonico tra il vicedirettore di Libero Franco Bechis e un presunto alto esponente del Pdl che scarica Silvio Berlusconi: "Oggi quella testa di cazzo è a Milano stasera torna e domani si dimette", dice l'anonimo onorevole.

Siamo stati i primi a decriptare l'audio e a sospettare di lui, ma il sottosegretario alla Difesa aveva smentito e aveva parlato di ipotesi "ridicola". Ora ci ha ripensato e ammette: "Non mi va di raccontare balle. Non ne sopporto il peso. La telefonata con Bechis è mia. Era un discorso con un vicedirettore, giornalista che conosco da undici anni, di centrodestra, berlusconiano doc, di un giornale amico che, come succede molto spesso mi chiamava per capire ciò che poteva succedere".

Crosetto spiega che nella telefonata si è limitato a dire "ciò che poteva succedere e le motivazioni". E ha precisato: "Che io, come molti altri, non voglia che Berlusconi rischi l’umiliazione che toccò a Prodi per due o tre traditori, è noto. L’epiteto iniziale è semplicemente un modo magari colorito di parlare tra persone in
confidenza da anni, di un terzo amico di cui non condividi in quel momento una decisione e cioè quella di andarsene da Roma oggi".

E allora perché negare? Il sottosegretario sostiene che "a caldo pensavo fosse più semplice liquidare tutto negando, esclusivamente per non ferire una persona alla quale sono affezionato ed a cui voglio bene, con un termine che mi capita di usare con molti amici, non contestualizzando in un dialogo in libertà. Riflettendo con calma preferisco la verità. Non è mia abitudine mentire e, non voglio iniziare a farlo. Tanto più che visti i rapporti, la fiducia, la storia e gli atti di questi anni, l’interessato sa perfettamente che se dico qualcosa anche in malo modo, lo faccio per difenderlo".

Poi la stoccata a Bechis: "La cosa incomprensibile è semmai che un amico ti registri e mandi in web una telefonata privata nella quale parli in libertà e relax. Non mi sono mai piaciute le intrusioni nella privacy di nessuno. Questa, tutto sommato, non ha nemmeno particolari elementi di interesse".

L'audio è stato diffuso questa mattina dal giornalista attraverso il suo profilo di Twitter per rispondere a chi lo accusava di avere inventato la notizia delle dimissioni imminenti. Ma la voce della telefonata di Bechis è contraffatta e quindi irriconoscibile. Noi la abbiamo rallentata e decrittata e ve l'abbiamo fatta sentire. Chi è la gola profonda che se la prende con il presidente del Consiglio? Capirlo non è facile, ma per tutto il giorno in rete impazzano i tentativi di identificare la gola profonda. Uno dei primi a finire nel mirino della caccia on line è stato proprio il sottosegratario alla Difesa Guido Crosetto che in un primo momento ha negato: "Ho ascoltato la telefonata con Bechis, sia nella versione accelerata sia in quella rallentata. Quella voce mi assomiglia, ma non è la mia". E poi: "Qualcuno probabilmente si sta divertendo un po' alle mie spalle. Nessun problema. Mi auguro che sia lo stesso Bechis a dire la verità per evitare strumentalizzazioni. Per quanto riguarda il caos scatenato, mi è dispiaciuto ma non mi ha stupito vedere che il giornale online più cattivo sia stato il Giornale. Per quanto riguarda il punto in sé, io continuo a pensare, come ho detto più volte in questi giorni sia all'interno del Pdl che sui giornali che il governo debba presentare i provvedimenti promessi in Europa e su questi chiedere al Parlamento di esprimersi. Così come ho sempre pensato e penso che Berlusconi non meriti di cadere in Parlamento per il voto di uno o due traditori e che sia meglio, se si profilarse il rischio, anticipare l'imboscata per guidare il futuro. E proprio per questo, mentre i giornali amici cercano di fare danni, ieri, oggi e domani, continuerò a lavorare perché anche i nostri amici più critici non cadano nelle reti delle sirene dell'opposizione".

Poi arriva anche la risposta di Franco Bechis che ha commentato il nostro articolo con un messaggio: "Come ho già precisato via Twitter e via Facebook, non ho sentito Guido Crosetto da martedì scorso. E quindi non poteva essere lui a farmi la cronaca di quel che sarebbe avvenuto nella notte fra domenica e lunedì. Ho messo quell'audio a doppia distorsione per fare capire che cronaca stavo facendo, e non aggiottaggio come sosteneva qualche geniale esponente di Fli. Come è mia abitudine le notizie provo a riscontrarle. Ho avuto quattro telefonate con altrettanti esponenti del Pdl stamattina, più o meno simili come ricostruzione. Nessun membro del governo. Dall'Udc mi hanno segnalato che stava per lasciare il Pdl Roberto Tortoli. L'ho chiamato, mi da detto che dissente su tante cose, ma non abbandona Silvio Berlusconi. Non ne ho data notizia". Dopo la rivelazione di Crosetto, Bechis si difende su Twitter: "Avevo il dovere di tutelare la fonte su richiesta. se la fonte si svela, lo sceglie lei.

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