Cronache

Adesso la Sciorba diventa a pagamento per le scuole

Adesso la Sciorba diventa a pagamento per le scuole

Il Comune fa pagare le corsie della Sciorba alle scuole pubbliche. E così facendo non mantiene la promessa fatta e gli accordi stretti tanti anni fa. Gli istituti scolastici scendono così sul sentiero di guerra.
La storia racconta che la Sciorba venne ideata e realizzata alle propaggini della città, nella Valbisagno, sia come impianto sportivo ad alto livello per gare ed esibizioni sportive, ma anche con il vincolo di concedere le corsie, durante le ore della mattinata, gratuitamente per le scuole che ne avessero fatto richiesta. Così è stato per parecchi anni fino a che lo scorso anno, e di conseguenza anche quest'anno, tantissime scuole si sono viste arrivare la richiesta di un pagamento per gli spazi d'acqua. 10,40 euro a turno per corsia vuol dire per ogni 45 minuti. Moltiplicato per le tre corsie che si vanno spesso ad occupare e per i giorni che i diversi plessi scolastici ne fanno richiesta, le famiglie dei bambini che partecipano devono coprire davvero costi eccessivi. Se poi si mette in conto che molte scolaresche si appoggiano alle società sportive, che spesso fanno pagare una cifra fittizia di un euro a bambino, i costi si avvicinano sempre di più al costo di un corso pomeridiano.
Allora dove sta la convenienza? Come si giustifica il Comune, sempre vicino alle necessità dei bambini disagiati che non possono pagarsi corsi sportivi e solo con l'aiuto delle istituzioni possono approfittare di queste belle opportunità che ci sono sul territorio?
Addirittura lo scorso anno qualche direzione didattica si è vista recapitare dal Comune di Genova il, costo degli spazi d'acqua alla Sciorba solo perché ne aveva fatto richiesta, in un particolare periodo dell'anno, senza poi mai farne uso. Ma da Tursi il pagamento è arrivato lo stesso.
«È una vergogna - tuonano insegnanti insieme ai genitori - è davvero un furto legalizzato. La Sciorba era nata con altri intenti. Vista la zona in cui si trova, gli amministratori dovrebbero pensare di venire incontro alle esigenze dei propri utenti.

Invece ogni anni peggiora, aumenta e soprattutto il Comune non tiene conto anche delle esigenze delle scuole, dei progetti che propongono, che spesso coinvolgono centinaia e centinaia di bambini».

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