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AFFITTOPOLI, LA PACCHIA È FINITA

Nel mirino dei magistrati le operazioni immobiliari di istituti pubblici e altri enti. Si indaga per truffa e abuso d'ufficio. Tremano gli amministratori del Pio Albergo Trivulzio e gli inquilini celebri: politici, imprenditori e giornalisti. Case scontate ai vip: finalmente arriva l'inchiesta

AFFITTOPOLI, LA PACCHIA È FINITA

Era il 1995 e Il Giornale si occupava di Affittopo­li. È il 2011 e Il Giornale si occupa di Affittopoli. Non è una questione di fissazione. Che ci dobbiamo fare se in tutti questi anni nessuno ha fatto nulla? E se ha fatto qualcosa o lo ha fatto nel modo sbagliato o ha fatto finta? Non sarà mica colpa del Giornale, no? E non vorremo mica aspettarci dagli affittuari milanesi, o dai romani ai quali è offerta l’opportunità di fare la furbata, che siano lo­ro a denunciare i fatti?

Non vorrete mica che agisca­no contro l’arte delle arti italiani, quella di fare i furbi? D’altra parte la questione è semplicissima: gli stessi che usufruiscono di questi privilegi sono quelli che li dovrebbero far sparire. Leggete gli elenchi: politici, amministratori messi l ì dai politici, amici e parenti dei primi e dei secondi, persone che hanno qualche relazione con i primi, i second i e i terzi e così via, quasi all’infinito. Cosa volete che facciano? Che si taglino gli attributi? No, perché non avrebbero neanche la soddisfazione di fare un torto alla moglie. Ora il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e il pm Maurizio Romanelli hanno aperto un’inchiesta ipotizzando i reati di truffa aggravata e ai danni di enti pubblici e abuso d’ufficio per l a nuova Affittopoli d i Milano. Cosa c’è di nuovo rispetto al passato? Nulla. Nel frattempo sono passati (inutilmente) gli anni e la parola «Affittopoli» ha fatto in temp o a d entrare nel dizionario Treccani dei neologismi. Si legge «scandalo relativo alle case di proprietà d i enti pubblici o economici assegnate in affitto a personaggi eccellenti con condizioni di favore ».

Brutta storia perché quando una parola entra in questo dizionario vuol dire che la pratica a cui la parola si riferisce è entrata nel costume e viene - in qualche modo - considerata normale. Dopodiché ognuno di quelli che sono stati beccati con le mani nella marmellata ha trovato la sua giustificazione. Chi ha detto che uscirà subito dalla marmellata, chi h a detto che nella marmellata c’era la moglie e non lui, chi ha detto che la sua marmellata non era così marmellata come quella degli altri e chi si è sorpreso pensando che non fosse neanche marmellata.

E sapete alla fine cosa hanno pensato man mano che lo scandalo si ingrossava? Che, alla fine, siccome c’erano tutti, il tutto sarebbe finito in nulla. E il rischio c’è, eccome se c’è. Saremmo pronti a scommettere (sicuri di vincere) che tra dieci anni ci ritroveremo alle solite.

Il problema è che non troveremmo nessuno disposto a scommettere perché molti di coloro che dovrebbero decidere sperano che non cambi nulla, perché s e cambiasse per loro & C. andrebbe peggio. Il cappone non vuole il Natale. E allora? E allora questa è l a volta che né Il Giornale né altri debbono demordere. La via da seguire è chiara: mettere sul mercato il patrimonio immobiliare pubblico e destinarne una quota a i bisognosi e basta. Per tutti gli altri sono fatti che non debbono riguardare i soldi pubblici.

I l male non è incurabile, qui di incurabile c’è solo il (presunto) medico.

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