Politica

Agguato in Calabria: ucciso figlio diciottenne di un politico condannato

Francesco Maria Inzitari, di 18 anni, figlio di Pasquale Inzitari, di 49, ex esponente Udc arrestato e poi condannato nel settembre scorso per concorso esterno in associazione mafiosa, ucciso in un agguato a Taurianova. Gli inquirenti: vendetta trasversale della 'ndrangheta. Il giovane nel 2007 fu accoltellato

Agguato in Calabria: ucciso figlio diciottenne 
di un politico condannato

Taurianova - Francesco Maria Inzitari, di 18 anni, figlio di Pasquale Inzitari (nella foto), di 49, ex esponente dell'Udc arrestato e poi condannato nel settembre scorso per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato ucciso stasera in un agguato nelle vicinanze di una pizzeria a Taurianova. Il giovane è stato raggiunto da numerosi colpi di pistola mentre scendeva dalla propria auto per recarsi nel locale per partecipare a una festa di compleanno. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che stanno conducendo le indagini coordinate alla Procura di Palmi. Secondo i primi rilievi, e' stato raggiunto da numerosi colpi di pistola calibro 9. Un tipo di proiettile che lascerebbe pochi dubbi, secondo gli investigatori, sulla matrice mafiosa del delitto. Il giovane è morto sul colpo. Al momento non risulta che vi siano stati testimoni del delitto.

Pasquale Inzitari il padre dell'ucciso, è stato condannato, il 18 settembre scorso dal gup di Reggio Calabria a 7 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Inzitari, che si trova ai domiciliari, era il cognato di Nino Princi, l'imprenditore morto nel maggio 2008 in seguito all'esplosione di una bomba sotto la sua auto. Pasquale Inzitari, insieme al presunto boss Domenico Rugolo, di 74 anni, era stato arrestato nel maggio dello scorso anno quando era un esponente politico dell'Udc, partito che poi lo ha sospeso. Nel settembre scorso, a Inzitari la Dia aveva sequestrato beni per un valore di circa 55 milioni di euro. Pasquale Inzitari, secondo l'accusa, è stato la mente imprenditoriale della costruzione del centro commerciale Parco degli Ulivi di Rizziconi. Nell'epoca in cui ha ricoperto l'incarico di vice sindaco ed assessore nel comune del Reggino, il Consiglio comunale deliberò il cambio di destinazione d'uso dei terreni su cui sarebbe poi sorto il centro e che, secondo gli investigatori, erano già stati acquistati a prezzo agricolo da prestanome della cosca Crea. I terreni passarono successivamente alla società Devin, di cui Inzitari era socio, che vi costruì il centro commerciale. Per sottrarsi alle continue richieste di denaro e lavori della cosca Crea, Inzitari si rivolse al cognato Nino Princi che, secondo l'accusa, fece arrestare il presunto boss Teodoro Crea. Per quell'intervento, secondo le indagini della Dia, Princi sarebbe diventato socio occulto della Devin al 16%. La società fu successivamente ceduta, nel 2007, alla Credit Suisse per oltre 11 milioni di euro. 

Una vendetta trasversale nei confronti del padre. Pur non escludendo alcuna ipotesi, sembra essere questa la prima pista che gli investigatori intendono seguire per dare un nome all'assassino. Sulla matrice mafiosa del delitto, gli investigatori sembrano avere ben pochi dubbi. L'arma utilizzata, una pistola calibro 9, e le modalità dell'agguato, infatti, sono interpretati come chiari indicatori di un delitto di 'ndrangheta. Ma chi e' perché ha voluto colpire in maniera così drammatica Pasquale Inzitari a pochi mesi dalla condanna? Su questo gli investigatori non si sbilanciano. Ancora, fa rilevare uno di loro, è troppo presto. Dal delitto, infatti, sono passate solo poche ore e l'attenzione è concentrata, in questa prima fase, ad ottenere una ricostruzione quanto più fedele possibile di quanto è accaduto, sperando che i rilievi scientifici sul luogo del delitto possano dare indicazioni per risalire all'autore. 

''L'aspetto caratterizzante di questa vicenda è che c'é una logica perversa che coinvolge e travolge tutto e tutti con un a ferocia eccezionale". Lo ha detto all'ANSA il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. "E' necessario - ha aggiunto - rendersi conto di questo e cominciare a riflettere, da parte di tutta la società calabrese, su questo punto e su quanto sia in ballo il suo futuro". "Quello di ieri sera - ha detto Pignatone - è un omicidio bruttissimo. Quello della vendetta nei confronti del padre è una delle ipotesi su cui si lavora, ma a me pare l'omicidio si segnala soprattutto per la ferocia, per l'età della vittima, le modalità e il numero dei colpi sparati, tipiche dell'agguato mafioso, e toglie ogni dubbio, ammesso che ve ne potessero essere, sul fatto che la 'ndrangheta non guarda in faccia a nessuno e pregiudica qualunque possibilita' di vita civile in Calabria".

Francesco Maria Inzitari nel luglio del 2007, fu ferito da una coltellata in circostanze che il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha definito ''molto poco chiare". Inzitari, che abitava a Rizziconi, fu accoltellato all'addome, mentre era nella piazza del paese, da un altro minorenne, imparentato con il presunto boss Teodoro Crea, di 69 anni, che era stato arrestato pochi giorni prima, il 3 luglio, dopo una latitanza durata una decina d'anni. Il movente dell'accoltellamento non è mai stato accertato con chiarezza e il feritore, dopo un periodo trascorso nel carcere minorile di Reggio Calabria, è stato condannato per lesioni aggravate e affidato in prova ai servizi sociali. Crea, al momento della cattura, era in compagnia di Domenico Rugolo, di 73 anni, anche lui considerato un boss della 'ndrangheta, che se lo carico' in spalla per portarlo via dal luogo dove si stava svolgendo un summit mafioso. Rugolo era il suocero di Nino Princi, l'imprenditore morto nel maggio del 2008 in seguito all'esplosione di una bomba sotto la sua auto a Gioia Tauro, che, a sua volta, era cognato di Pasquale Inzitari, padre di Francesco Maria. Princi fu dichiarato cerebralmente morto proprio il giorno in cui un'operazione coordinata della Dda di Reggio Calabria portò all'arresto di Rugolo e Inzitari.

Secondo l'accusa, era stato Princi, l'anno precedente, a far dare l'imbeccata che portò all'arresto di Crea allo scopo di dare totale campo libero al suocero Domenico Rugolo. 

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