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Allarme a New York: trovate armi chimiche nel Palazzo dell’Onu

Evacuati alcuni uffici. Gli ispettori avevano dimenticato delle fiale di fosgene sequestrate a Saddam

Allarme a New York: trovate armi chimiche nel Palazzo dell’Onu

Gli ispettori dell’Onu che hanno perlustrato l’Irak si dimenticano alcune fiale di un gas letale, sequestrato a Saddam, nel cassetto dei loro uffici di New York. Dieci anni dopo scatta l’allarme, quando una pulizia approfondita delle stanze e degli schedari fa ritrovare i contenitori incriminati. Interviene l’Fbi, la famosa polizia federale americana, la Cnn lancia la notizia come una “bomba”, ma poi si scopre che non si trattava di un complotto di al Qaida, ma di una banale, seppur colpevole, dimenticanza di qualche funzionario delle Nazioni Unite. All’inizio, però, non sapendo di cosa si trattasse, gli uffici sono stati evacuati e ha dovuto intervenire una squadra dell’Onu specializzata in armi chimiche.

L’allarme è scattato venerdì scorso, ma solo ieri le Nazioni Unite hanno rivelato cosa era veramente accaduto.

L’ufficio degli ispettori dell’Onu si trova a Manhattan, ma è distaccato dal Palazzo di Vetro. Se il quartier generale dell’Onu fosse stato evacuato avrebbe lanciato nel panico New York a causa della psicosi dell’11 settembre. Le fiale sospette erano rimaste negli schedari assieme ad alcuni file sulle ispezioni in Irak degli anni Novanta. Le hanno trovate mettendo a posto e pulendo a fondo, all’interno di due piccoli contenitori di plastica. Le fiale variano dalla grandezza di un tubo a quella di una penna. Tutte contenevano del liquido sospetto, ma il pericolo più grosso era rappresentato dal fosgene, un gas incolore e inodore, della famiglia dei nervini, immagazzinato in una o più fiale.

Marie Obake, una portavoce del Palazzo di Vetro, ha precisato che i «contenitori non rappresentano alcuna minaccia e pericolo» essendo «adeguatamente protetti». Poi ha aggiunto che il fosgene ritrovato nelle fiale è una sostanza chimica «potenzialmente pericolosa». Gli uffici degli ispettori sono stati subito evacuati e le stanze «hanno subito un attento esame utilizzando i sistemi di rilevazione di armi chimiche a disposizione dell’Unomvic (UN Monitoring, Verification and Inspection Commission, ovvero la commissione dell’Onu di ispezione e controllo). Non esiste un rischio o pericolo immediato, ma lo staff delle Nazioni unite sta ancora lavorando sul posto», ha aggiunto la portavoce.

Ieri, però, la Cnn ha lanciato la notizia come “breaking news” e sul primo momento sembrava che non si trattasse di una dimenticanza, ma di un attentato. Gli inviati delle famosa tv americana sembravano pronti a descrivere un mancato 11 settembre. Secondo Ewen Buchanan, il fosgene era stato sequestrato in Irak nel 1996, durante le ispezioni dell’Onu nel centro di Al Muthanna, il più grande complesso per la produzione di armi chimiche di Saddam. La zona era stata ripetutamente bombardata e oramai la produzione di agenti nervini risultava minima.

Il fosgene è stato usato a tonnellate nella prima guerra mondiale, soprattutto nelle terribili battaglie fra le truppe francesi e tedesche nel 1915. Altro fosgene fu trovato dagli ispettori dell’Onu in Irak ad al Qaqa, 60 chilometri a sud-ovest di Bagdad. Questi ritrovamenti servirono agli inglesi per confezionare il discusso rapporto sulle armi di distruzione di massa di Saddam, poi mai trovate, che portarono all’invasione del 2003.

Nel rapporto si scriveva che «una parte del complesso di al Qaqa danneggiato nella (prima) Guerra del Golfo è stato ricostruito e risulta di nuovo operativo. Alcuni elementi che producono fosgene rappresentano una particolare preoccupazione». Anni prima gli ispettori dell’Onu avevano monitorato lo smantellamento del complesso.

Il fosgene sequestrato in Irak è stato portato a New York e allegato ai rapporti delle ispezioni. Con il passare del tempo e la caduta di Saddam il materiale è stato semplicemente dimenticato, per ricomparire venerdì scorso.

Le autorità americane e l’Fbi sono state informate della presenza e del contenuto delle fiale, ma l’allarme è ben presto rientrato.

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