Allarme siccità in Europa «A rischio le risorse idriche e la produzione di cereali»

La Penisola iberica è la zona più colpita: le temperature superano i 40 gradi. Grecia e Inghilterra alle prese con il razionamento dell’acqua

Elena Jemmallo

da Milano

La colonnina di mercurio oltrepassa i 30 gradi e da Lisbona alle campagne londinesi si comincia a fare i conti con l’allarme siccità. Ne sanno qualcosa gli inglesi che abitano a Sud del Paese, che si sono trovati costretti a rinunciare all’innaffiamento quotidiano del loro prati davanti casa. Ma l’emergenza è particolarmente grave in Spagna e Portogallo, dove un'ondata di calore sta interessando tutta la penisola iberica, con temperature salite sensibilmente: a Madrid si è avuta una massima a 37°C, mentre a Cordoba +39°C e a Siviglia +38°C.
È l’Europa a secco: pur non trattandosi di valori eccezionali, è scattato un piano di emergenza preventiva in quanto i meteorologi parlano di una fase di caldo della durata di almeno una settimana, con punte superiori ai +40°C nelle città del sud. E mentre torna a far caldo, in Spagna prosegue a non piovere. In moltissime località da gennaio sono caduti appena 80-100 millimetri di pioggia. Il risultato è ben evidente: i fiumi sono in secca ed anche le risorse idriche sono limitate, anche se la regione è abituata a ricorrenti siccità.
Stessa musica in Portogallo, dove è cominciato il razionamento dell'acqua nella regione meridionale dell'Algarve, creando forti disagi alle migliaia di turisti che ogni estate popolano le sue spiagge. L'inizio del razionamento, per supplire a carenze di afflusso idrico calcolate intorno al 26 per cento, fa seguito all'annuncio del governo che ha definito «estremamente severa» la siccità che quest'anno colpisce il 90 per cento del Paese ed è considerata la più grave degli ultimi 135 anni. E di pari passo con l’allarme siccità si accendono anche le preoccupazioni per gli incendi, con la protezione civile che ha già dato l’allerta massima.
Non va meglio in Francia, dove in alcune zone, come l’Ile-de-France, la Loira e il Sud-Est, non si ricorda un deficit idrico così alto (nell’ordine del 70-80 per cento) dal 1976. Tuttavia lunedì scorso Chirac ha tentato di rassicurare il Paese: «Non sono preoccupato né per l’acqua potabile, né per l’industria, né per la produzione di energia». Le risorse idriche del Paese infatti sono utilizzate in prevalenza per l’irrigazione (il 79 per cento), mentre solo il 10 per cento è utilizzato per l’acqua potabile.
In Grecia, invece, il problema siccità non rappresenta quasi mai un’eccezione. Per questo il governo ha già stanziato 9 milioni di euro per rifornire diverse isole dell'Egeo rimaste a secco.
Torna alla memoria la caldissime estate del 2003, ma, fanno notare gli esperti, l’attuale ondata di siccità è meno estesa, ma in alcune zone la sitazione è più grave, con condizioni climatiche peggiori negli ultimi 30 anni.

A tal punto che anche la Commissione europea si è sentita in dovere di lanciare l’allarme per la produzione agricola, la prima «vittima» delle carenze idriche. Secondo i ricercatori europei quest'anno la produzione di cereali sarà inferiore di almeno 28 milioni di tonnellate rispetto al 2004.

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