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"La mia Italia presa in giro dai francesi. Al ritorno feci fermare il bus alla frontiera"

L'ex ct azzurro di rugby e l'impresa italiana di Grenoble '97. Stasera vale per i quarti di finale al Mondiale. "Gli azzurri non sono quelli travolti dagli All Blacks. E hanno un futuro"

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Valico di frontiera tra Modane e Bardonecchia. E` il marzo del 97. L`Italia del rugby viaggia in pullman verso Grenoble per giocarsi la Coppa Europa con la Francia. Un doganiere li ferma e fa aprire il bagagliaio. «Dobbiamo verificare quanti vi portate dietro ci sono perché al ritorno saranno di sicuro molti di più». Il coach azzurro Georges Coste abbozza ma mette in conto. E al ritorno, dopo una vittoria che ancora oggi fa storia, a Modane ferma il pullman, non trova quel doganiere ma pretende lo stesso il controllo del bagaglio. Dentro ci sono 30 punti francesi e 42 italiani, Iva inclusa.

«E chi se la scorda quella volta» ti dice quando gli ricordi di Grenoble. «Tutto vero! Ci siamo fermati perché avevano provato a prenderci in giro. In quella partita è cambiata la percezione del rugby italiano, ma fa parte del passato». Oggi ci sono i 96 punti presi al mondiale dagli All Blacks e la Francia stasera (ore 21, Sky) per lasciare, comunque vada, un tocco di azzurro al mondiale. Georges sulla soglia degli ottanta è bello lucido. «Credo che la partita con gli All Blacks fa storia a parte. - dice - Deve essere successo qualcosa, non è scattato l`interruttore al momento in cui hanno fatto l`haka. La partita è durata meno di un quarto d`ora, le mancanze sono state notevoli, soprattutto in difesa, in rimessa laterale e in mischia. La meta di Ardie Savea dice tutto, gli abbiamo fatto fare il bello e il cattivo tempo. Ma proprio per questo non posso credere che la vera Italia sia quella vista contro gli All Blacks».

Ora il calendario ci mette di fronte ai galletti di Galthiè, una squadra quadrata che non è come quella del jouer-jouer o del french flair. È una Francia di sostanza, che ha una solida conquista, una buonissima difesa e poi il solito talento. «Batterli? - sorride -. Tutto è possibile nel rugby e l`Italia ha i mezzi per giocare alla pari. Ma deve mettersi alle spalle il black-out di venerdì scorso. Deve essere efficace in difesa e in mischia, sono pure più abituati ad affrontarli rispetto ai tuttineri. Sanno come si fa, hanno mostrato di sapersi organizzare per questo sarà un`altra partita. Gli azzurri sono a un bivio: ripetere la partita con la Nuova Zelanda sarebbe impensabile, ma sono sicuro che non sarà così».

Coste guarda alla squadra azzurra con grande speranza ma la sua nazionale ce l`ha sempre nel cuore. «La mia Nazionale - spiega - ha fatto grandi cose, permettendo all`Italia di entrare nel Sei Nazioni. Ma resta figlia del suo tempo. Anche quella di Berbizier ha fatto grandi exploit quando poteva contare 12 giocatori che militavano all`estero. Le vittorie con Francia e Irlanda lo dimostrano. Questa Nazionale invece ha grandi margini di crescita. Secondo me in un paio d`anni l`Italia sarà una delle squadre più interessanti del panorama mondiale. Abbiamo giocatori che in prospettiva possono rappresentare il futuro dell`alto livello. Ora siamo ancora a metà del guado».

Nella rosa azzurra il fiore più promettente è Ange Capuozzo che i francesi conoscono bene dopo il titolo vinto quest`anno con il Tolosa. «Se gli dai spazio è devastante, pericolosissimo - ti spiega -. Trasuda rugby, respira rugby appena mette i piedi in campo. Ha un solo limite, i suoi chili. Deve mettere struttura, oggi nel rugby moderno la struttura di un`ala pesa almeno 15 chili in più. Poi può giocare dappertutto, ala o estremo ma su di lui possiamo contarci sempre».

Il mondiale? «Sono impressionato dal Sudafrica, una squadra che fa paura. Poi dietro ci sono un gruppo di squadre come Francia, Irlanda, Nuova Zelanda e forse anche l`Inghilterra, tutte allo stesso livello. Non mi meraviglierebbe ritrovarmi una finale tra due squadre che si sono già incontrare nella prima fase». Il Fantarugby di Coste punta su un bis di Sudafrica-Irlanda per la sfida decisiva. «L`Irlanda può arrivarci dopo la vittoria con gli Springboks. È una squadra che gioca a memoria, difficile da affrontare anche per i sudafricani. Poi può succedere di tutto».

E non sarebbe la prima volta.

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