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Schwazer, niente sconto di pena. Non potrà partecipare a Parigi 2024

La decisione dell'agenzia mondiale contro il doping (Wada) è arrivata nella serata di giovedì ed è stata annunciata dall'atleta durante la trasmissione del Grande Fratello. Il marciatore non ha ancora deciso se presentare un ulteriore ricorso ma i tempi sono molto stretti

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Le speranze di vedere il marciatore Alex Schwazer chiudere in bellezza la sua carriera sportiva sul palcoscenico più importante, quello delle Olimpiadi estive di Parigi 2024 si sono praticamente spente giovedì sera con l’annuncio della decisione dell’agenzia mondiale contro il doping di non ridurre la pena comminata all’atleta azzurro. L’annuncio è stato dato dallo stesso marciatore, al momento impegnato nel reality di Canale 5 “Grande Fratello Vip”, con il 38enne che non è riuscito a trattenere la sua delusione per il rifiuto della Wada alla sua richiesta ufficiale. A questo punto, visto che il tempo necessario per un ulteriore ricorso e fare il tempo per Parigi 2024 scarseggia, le possibilità di vedere il marciatore ancora alle Olimpiadi si riducono al lumicino.

“Decisione profondamente sbagliata”

Visto che si tratta di una vicenda spinosa, l’agenzia internazionale non ha emesso un comunicato ufficiale ma la notizia sarebbe arrivata in serata, giusto in tempo per la diretta su Canale 5. Quando il conduttore Alfonso Signorini ha anticipato novità a riguardo del ricorso presentato da Alex Schwazer, molti si aspettavano un lieto fine. In realtà le cose stavano in maniera molto diversa. A prendere la parola e comunicare il tutto agli altri concorrenti è stato lo stesso atleta: “Sarò sintetico, la decisione mi è stata annunciata dopo due anni e non è stata favorevole, sono dispiaciuto. Ritengo che sia profondamente sbagliata perché non è presa in maniera netta ma credo di pagare il fatto di non aver mai accettato il verdetto della giustizia sportiva e aver lottato per la mia innocenza”.

La delusione di Schwazer è evidente ma l’altoatesino non ha ancora deciso cosa fare, sia per la partecipazione al reality che per il suo futuro da atleta: Sono qui da dieci settimane, ho sempre dato il massimo con mia moglie e i bimbi sempre presenti ai miei allenamenti. Non ho rimpianti. Nei prossimi giorni valuterò i passi da fare sia sulla mia permanenza qui che sulla squalifica”.

Schwazer 2018

La notizia non era certo quello che i compagni della casa si aspettavano, specialmente il giornalista Giampiero Mughini, molto commosso, che ha voluto esprimersi sulla vicenda: Ha sbagliato e ha pagato, com'era giusto che fosse - ha sottolineato il giornalista. Chiede una riduzione di qualche settimana, un atleta olimpico che marcia per quasi 50 chilometri ogni giorno”. Particolarmente significativo, poi, il messaggio fatto arrivare dalla moglie del marciatore, Kathrin; poche parole ma molto sentite: “Proviamo a pensare al futuro, come abbiamo sempre fatto. A luglio dell'anno prossimo tornerai a essere un atleta e poi sarà tu a scegliere le gare dove ti guarderanno i tuoi bambini. Loro sono comunque contenti di vederti.

Colpa del documentario?

Sebbene i meccanismi interni alla Wada siano abbastanza fumosi ed alcune delle procedure, specialmente a riguardo del caso Schwazer, abbiano raccolto critiche da molte parti terze, alcuni hanno sospettato che a convincere l’agenzia sarebbe stato il polemico documentario sulla sua vicenda pubblicato dalla piattaforma di streaming Netflix. Nel film si racconta tutta la vicenda sportiva ed umana di Schwazer, dalla prima squalifica con l’ammissione di aver fatto uso di eritropoietina (epo), al ritorno all’attività sotto la guida del discusso tecnico Donati fino alla seconda squalifica, sulla quale certo non c’è stata molta chiarezza.

Schwazer processo 2019

Ad esprimere questa ipotesi è lo stesso atleta, che si dice sicuro del collegamento tra i due fatti: Mi aspettavo questo epilogo per via del documentario che è uscito a marzo che secondo me ha influito, la riduzione mi era stata assicurata a dicembre e invece la Wada si è messa di traverso. Non potevo accettare una cosa che non ho fatto. Ho lottato per la mia innocenza e questa cosa non è piaciuta. Quando c’è stata la decisione ho pensato a loro perché stato uno sforzo enorme da parte loro. Io andrò avanti con gli allenamenti, non mi va di perdere del tempo e sono entrato con l’obiettivo di allenarmi bene”. Parole pesanti che sicuramente non lo aiuteranno a perorare la sua causa. Anche se la voglia rimane quella di ribadire la sua verità, i tempi tecnici sono molto stretti.

Se vorrà davvero presentare un ulteriore appello, Schwazer dovrà muoversi estremamente in fretta.

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