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Ammazza a fucilate convivente e figliastra

Ammazza a fucilate convivente e figliastra

L’Aquila - Oltre vent’anni trascorsi insieme. Passati a crescere quella bambina, figlia di lei, ma amata come se fosse figlia di entrambi. Poi, il gesto folle. La voglia di sterminare l’intera famiglia creata in vent’anni di convivenza. Lui, Luigi Narcisi, 71 anni, pensionato, aveva già ammazzato la convivente, Nella Graziosi, 59 anni, quando, ieri mattina, ha ucciso anche quella bambina, oggi giovane donna 24enne, Roberta Colaiuda.
Una storia raccapricciante: un duplice omicidio finito con il suicidio dell’assassino stesso. Forse per un rimorso di coscienza o forse perché era proprio questo il suo disegno iniziale. La coppia viveva a Scai di Amatrice, in provincia di Rieti. La figlia, invece, si era trasferita a L’Aquila, in un appartamento nel quartiere Pettino, e lavorava in un centro estetico. Secondo il racconto degli amici, la giovane aveva da poco deciso di sposarsi con Ivan, un ragazzo poco più grande di lei. E c’è anche chi sostiene che l’amore di quel patrigno nei suoi confronti fosse diventato ossessivo a tal punto da aver anche potuto far scattare la furia omicida che ha portato alla tragedia familiare. Resta, comunque, ancora da chiarire il movente. Il primo omicidio a essere stato scoperto è quello di Roberta Colaiuda. Luigi Narcisi, ieri, nella tarda mattinata, è andato a L’Aquila. È entrato nell’appartamento della figliastra. Ha aperto i fornelli del gas. È sceso e l’ha aspettata sotto casa. Nel frattempo i vicini hanno sentito l’odore del gas e hanno avvisato Roberta. La giovane è quindi rientrata, ma, ad attenderla, c’era il patrigno che, sceso dall’auto, ha impugnato il proprio fucile da caccia e le ha sparato due colpi all’addome. Poi è salito a bordo del suo fuoristrada ed è scappato. Roberta è stata immediatamente soccorsa dai passanti. Ma non ce l’ha fatta.
La fuga dell’assassino non è durata molto. L’uomo una volta arrivato nella frazione aquilana di Cansatessa, si è fermato. Ha incendiato il fuoristrada e si è sparato, puntandosi il fucile al mento. La scoperta più raccapricciante, però, è stata fatta qualche ora più tardi all’interno dell’appartamento in pieno centro a Scai di Amatrice. Nel primo pomeriggio, lì, gli investigatori hanno trovato, con il volto sfigurato, anche il corpo esanime di Nella Colaiuda. Prima di uccidere la figlia della convivente e di togliersi la vita, Luigi Narcisi aveva ammazzato anche la donna che tanto aveva amato e che, secondo gli amici, ancora amava. Al momento sono in corso gli accertamenti della squadra mobile, coordinata dal sostituto procuratore di L’Aquila Tullio Monteleone, per capire se la donna sia stata uccisa l’altra notte o ieri mattina. Anche all’interno dell’appartamento a Scai di Amatrice i carabinieri hanno trovato i fornelli del gas aperti. La stessa procedura seguita nell’appartamento di Roberta a L’Aquila. Una sorta di rituale che accomuna il duplice omicidio di una madre e di sua figlia entrambe uccise da un uomo che le ha profondamente amate.
Sul volto di Nella sono state trovate tracce di bastonate. E non è ancora certo che l’uomo le abbia sparato prima di ucciderla.

L’arma utilizzata, comunque, è sempre la stessa: un fucile da caccia calibro 12.

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