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Ammazza un ladro in casa: denunciato per omicidio «La nuova norma lo salverà»

Imprenditore accusato, ha sparato 13 colpi. Il giurista: le novità sulla legittima difesa non sono ancora sulla Gazzetta Ufficiale, ma sono retroattive

Ammazza un ladro in casa: denunciato per omicidio «La nuova norma lo salverà»

Alessandra Vaccari

da Verona

Ha sorpreso un ladro, un albanese di 30 anni nella sua proprietà a Sandrà in provincia di Verona e ha sparato. A poche ore dall’approvazione della nuova legge sulla legittima difesa, a Sandrà, piccola frazione di Castelnuovo del Garda (Verona), un commerciante di mezzi agricoli ha ucciso un ladro, presumibilmente di origine albanese che gli era entrato in casa.
Michelangelo Rizzi, 41 anni, ex assessore comunale leghista con delega al commercio, adesso è accusato di omicidio volontario, ma a suo carico non sono state emesse misure cautelari. A giocare a favore dell’uomo sarà proprio la nuova legge, che però non è ancora entrata in vigore visto che non è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Qualche giorno fa per lui forse sarebbero scattate le manette, anche se la denuncia è scattata lo stesso. Circostanza questa confermata dal professor Franco Coppi, ordinario di istituzioni di diritto penale alla Sapienza. «L'obbligo per il giudice di applicare la nuova legge - spiega - deriva dalla previsione dell'articolo 2 del codice penale, il quale stabilisce, al terzo comma, che "se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono più favorevoli al reo". Una volta, dunque, che la nuova legge sulla legittima difesa avrà completato l'iter della promulgazione da parte del capo dello Stato e della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, essa, anche se ancora non in vigore al momento dell'omicidio dovrà essere tenuta in considerazione dai magistrati per la definizione del procedimento penale».
Era da poco passata l’una, quando Rizzi, che abita con la moglie Ana Cristina, di origine spagnola, sente i cani che abbaiano insistentemente. La coppia abita una bella villetta che non è ancora stata ultimata in una strada poco frequentata che porta in campagna. I due hanno arredato per ora soltanto la parte al piano terra della casa. La notte tra giovedì e venerdì era nevicato in quella zona comunque poco frequentata, in giro nemmeno un’anima. E i vicini pare non si siano accorti di quanto stava accadendo se non all’arrivo delle forze dell’ordine.
Rizzi sente il rumore in casa quando ormai è troppo tardi, visto che, si scoprirà poi, i ladri hanno già praticato un foro nel vetro di una finestra e abbassato la maniglia con un cacciavite per aprirla.
«Gli ho urlato di andarsene», racconterà più tardi ai carabinieri l’imprenditore, «ma loro mi sono venuti incontro. Così ho sparato». Rizzi che aveva in mano una pistola, una H&K calibro 40, regolarmente denunciata, ha fatto fuoco più di una volta. A questo punto non è chiara la dinamica: sta di fatto che il veronese ha sparato due colpi contro l'infisso. Poi si sarebbe precipitato alla porta d'ingresso e qui avrebbe sparato in sequenza altri 11 colpi mentre i ladri si trovavano a distanza. In tutto tredici proiettili. Ma senza capire di avere centrato uno dei «bersagli» che nonostante fosse ferito è riuscito a percorrere un paio di centinaio di metri. È stata la moglie a chiamare i carabinieri. «Dei ladri tentavano di entrare in casa e mio marito ha sparato e li ha fatti scappare», ha detto la donna al 112. Saranno poi i militari, seguendo le tracce sulla neve, a trovare non lontano dalla villetta il corpo dell’uomo dell’Est. Era già cadavere. Il medico legale che ha eseguito il primo esame esterno ha constatato un’unica ferita sul fianco destro. L’identità dell’albanese che aveva addosso documenti che sembrano fasi non è stata ancora accertata. Sulla patente c’è scritto Andi Saraci, 26 anni, residente a Caserta.

Ma potrebbe non essere il vero nome.

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