Medicina

Gli anni logorano la nostra colonna

La chirurgia vertebrale ha avuto negli ultimi anni uno straordinario sviluppo. I progressi nelle tecnologie degli impianti e degli strumenti, la chirurgia mininvasiva, quella assistita dal computer, sono i fattori di questo sviluppo. Si sono moltiplicate le possibilità di cura di ernie discali, fratture vertebrali, scoliosi, cifosi, spondilolistesi, discopatie, infezioni e tumori. Con l’invecchiamento della popolazione sono aumentati anche gli italiani che accusano disturbi alla colonna vertebrale.
Dopo i 45 anni, il 50 per cento degli italiani soffre di mal di schiena più volte all'anno. Sono assai frequenti le lombalgie, le lombosciatalgie da ernia del disco o da stenosi degenerativa che portano dolori anche alle gambe ed ai piedi per l'interessamento del nervo sciatico. Il processo degenerativo compromette la stabilità della colonna lombare producendo una condizione di ipermobilità causa di infiammazione cronica e quindi dolore. La sedentarietà e il sovrappeso certo non contribuiscono ad una elevata funzionalità. Lo stile di vita (controllo del peso e attività fisica) è fondamentale per combattere e prevenire la perdita della mobilità. L'intervento chirurgico alla colonna può fare molto, ma molti pazienti nutrono aspettative eccessive.
«Oggi in casi selezionati, con le giuste indicazioni, si può intervenire chirurgicamente e trattare le forme di mal di schiena croniche o i difetti di vari segmenti della colonna, ma non sempre è possibile», afferma Roberto Bassani, un chirurgo ortopedico vertebrale con oltre duemila interventi eseguiti su tutti i segmenti della colonna (cervicale, toracica e lombare per via anteriore e posteriore). Per primo ha eseguito in Italia nel 2003 interventi complessi di correzione di deformità (sostituzione di un corpo vertebrale) con tecniche mininvasive toracoscopiche. Dal 2001 al 2009 Bassani ha diretto la sezione di chirurgia vertebrale della divisione di traumatologia del Policlinico San Matteo di Pavia (professor Jelmoni) trattando deformità vertebrali gravi, post traumatiche, congenite e degenerative, di tutti i segmenti del rachide, attraendo pazienti da ogni regione d'Italia. Trasferitosi da Pavia insieme alla sua équipe (dottori Sinigaglia e Casero), è da quest’anno il nuovo corresponsabile, con il dottor Lamartina, della chirurgia vertebrale 2° dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Galeazzi di Milano, centro di riferimento della Società italiana di chirurgia vertebrale. Il Galeazzi, assieme al Rizzoli di Bologna, è tra i più importanti centri italiani ed europei nel trattamento delle patologie della colonna vertebrale.
Tra le tecniche più innovative per la cura della colonna vi è la stabilizzazione dinamica e le tecniche ricostruttive attraverso protesi mobili del disco vertebrale. «Si deve creare un impianto che distribuisca al meglio - precisa Bassani - i carichi attraverso delle viti peduncolari e degli ammortizzatori per ridurre l'ipermobilità e la compressione radicolare in caso di stenosi, riportando il disco al suo naturale percorso di invecchiamento. Molti pazienti sofferenti presentano alla risonanza magnetica delle discopatie non così importanti da giustificare un intervento chirurgico. Attraverso una metodica meno invasiva è possibile stabilizzare e riallineare, o sostituire con protesi inserite dall'addome, uno o più segmenti vertebrali. Il decorso post operatorio è decisamente più agevole e rapido». Da alcuni anni negli Stati Uniti come in Europa è in corso tra i chirurghi vertebrali un riesame dei risultati conseguiti con gli interventi chirurgici tradizionali. Spesso le complicanze e le recidive non giustificano l’intervento. Una ricerca condotta negli Usa su 10mila pazienti ha aumentato le perplessità e fatto crescere i consensi verso le metodiche meno invasive che si diffondono con la messa a punto di nuove soluzioni.
Tra i progetti di ricerca ai quali partecipa il dottor Bassani vi sono i processi di degenerazione del disco vertebrale e le possibilità di intervento delle biotecnologie (cellule staminali), le nuove metodiche non traumatiche, le procedure per preservare il movimento e la funzionalità muscolare residua. Il dottor Bassani (www.robertobassani.

com), membro della prestigiosa Scoliosis research society americana, è l'unico ricercatore italiano che partecipa allo studio multicentrico europeo per la valutazione e lo sviluppo di una delle più utilizzate protesi discali lombari.

Commenti