Politica

Appello dei cattolici a Udc e Pdl: "Un patto per scongiurare le urne"

I rappresentanti del mondo del lavoro: serve stabilità, trovate un'intesa su federalismo e legge elettorale

«Noi possiamo solo auspicare un impegno di tutte le forze moderate non solo per garantire i numeri in Parlamento e la governabilità, ma per qualificare un programma di riforme e alcune priorità», dice al Giornale Natale Forlani, portavoce del Forum delle organizzazioni del mondo del lavoro di ispirazione cattolica - Cisl, Confocooperative, Confartigianato, Mcl, Acli e Cdo - che rappresenta circa dieci milioni di iscritti. «Bisogna fare una riforma fiscale che sostenga le famiglie e il lavoro, per questo occorre stabilità e per questo auspichiamo un passo in avanti dell’Udc anche attraverso l’appoggio esterno al governo», spiega Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori.

Per comprendere che cosa si stia muovendo sulla scena politica italiana e le ragioni del pressing dei vertici della Chiesa su Pier Ferdinando Casini perché apra al governo evitando le elezioni anticipate, bisogna partire da quanto accade in una parte considerevole e rappresentativa del mondo cattolico. Quel mondo dell’associazionismo che rappresenta un tradizionale bacino di voti per il partito di Casini.

«Abbiamo un compito importante - spiega Natale Forlani - perché il Paese ha bisogno di riforme: abbiamo un mercato del lavoro in condizioni più critiche rispetto ad altri Paesi, c’è disoccupazione, il Sud che regredisce, poche donne che lavorano, giovani che non lo trovano. Ci vuole un’alleanza sociale per il cambiamento. Tutti coloro che si richiamano alla dottrina sociale della Chiesa hanno il dovere dell’impegno per lo sviluppo del Paese e per la coesione sociale».
«Per questo - continua il portavoce del Forum - condividiamo l’appello alla responsabilità, per favorire la governabilità e la stabilità, come ha spiegato il presidente dei vescovi, il cardinale Angelo Bagnasco. I problemi del mondo di oggi non si affrontano con la retorica dei diritti degli operai del ’900, ma con capacità nuove». Alla domanda sul sostegno dell’Udc al governo, Forlani risponde di «auspicare un impegno di tutte le forze moderate non solo per garantire i numeri in Parlamento ma per qualificare un programma di riforme e alcune priorità». Tra queste c’è il «far tornare la famiglia protagonista delle scelte politiche; riconoscerla premiando chi fa figli e investe nella loro formazione, aiutare le lavoratrici a conciliare meglio lavoro e impegno familiare». Ma anche «contribuire a mobilitare le risorse per alzare il tasso di sviluppo del nostro Paese, per aumentare la produttività delle aziende, per attivare investimenti esteri e per creare una nuova generazione di imprenditori».

E infine «affermare il principio di sussidiarietà come politica nell’educazione, nella gestione di prestazioni sociali, nelle politiche attive del lavoro, coinvolgendo i corpi sociali intermedi». Il portavoce del Forum è poi chiarissimo sulla contrarietà alle elezioni in questo momento: «Siamo contrari a esporre l’Italia a una crisi al buio o all'avventura delle elezioni anticipate. Rischiamo uno scollamento del sistema Paese».

Anche il presidente dell’Mcl insiste sulle riforme e in particolare sulla riforma fiscale, che aiuti le famiglie e permetta adeguato sgravi al lavoro dipendente. «Si tratta di riforme necessarie - spiega - e per poterle portare avanti occorre stabilità. Per questo speriamo che Casini faccia un passo nella direzione dell’appoggio esterno al governo Berlusconi». Ma Costalli aggiunge anche due passaggi necessari perché il dialogo fra l’Udc e l’esecutivo possa procedere. «Bisogna abbattere due tabù. Da parte di Casini, serve un passo in avanti sul federalismo. I cattolici sono per un federalismo solidale, che non accentui le differenze fra Nord e Sud ma valorizzi davvero le risorse locali, ma non possono dimenticare che proprio l’idea federale appartiene al Dna del cattolicesimo italiano». Anche Berlusconi, però, aggiunge il presidente dell’Mcl, «deve fare un passo. E aprire alla discussione sulla legge elettorale».

Come si vede, il dialogo per valorizzare alcuni temi cari al mondo cattolico nel programma di governo non si costruisce soltanto su «principi non negoziabili», come la legge sul fine-vita, ma anche su altre riforme che diano ossigeno alle famiglie e al mondo del lavoro.

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