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Arrivano i superconsulenti della casa in ordine

Si chiama "decluttering" e in Gran Bretagna è un servizio sempre più diffuso: uno specialista spiega come sistemare le stanze ed eliminare il superfluo

Arrivano i superconsulenti della casa in ordine

Londra - L’appuntamento è in Beaufort Street, elegante traversa di King’s Road, Chelsea, Londra. Sue Kay è già lì, giunta in anticipo per la prima lezione della giornata: «Si può ottimizzare tutto, anche il tempo». Appena mi vede suona il citofono della palazzina vittoriana. Ad attenderci una sua amica, Larah, che si è prestata a una dimostrazione pratica di decluttering. Letteralmente: trasformare il caos in ordine. Rassettare la casa, ripulendola dalle cianfrusaglie.
Apparso in Gran Bretagna e presto affermatosi anche negli Stati Uniti, il decluttering è un servizio a pagamento di riordino e ottimizzazione degli spazi domestici. Un successo crescente, inizialmente circoscritto ai single in carriera, ansiosi di avere una casa sempre impeccabile. Ma oggi allargatosi alle famiglie (soprattutto quelle numerose in cui entrambi i genitori lavorano) che ricorrono volentieri a queste esperte del rassetto, specializzate nel trovare il posto giusto per qualsiasi oggetto.

«Non è solo una questione di tempo, ma anche di conoscenza. Esistono tecniche differenti, consigli che una volta venivano passati di generazione in generazione. Oggi ci pensiamo noi», spiega Sue. Curatrici del disordine casalingo, applicano semplici formule empiriche per combattere l’inevitabile affastellamento della quotidianità. Solo a Londra le declutter sono decine. Centinaia i siti internet, certificati da una sorta di albo professionale. Consulenti domestiche che – come nel caso di Sue (nomoreclutter.co.uk, il suo sito) – si sono inventate un lavoro piuttosto redditizio. «Ormai sono 12 anni, e non mi sono ancora stancata. Oltre ai clienti affezionati, ne arrivano sempre di nuovi, grazie al passaparola. Basta poco per mantenere l’ordine in casa, ma ci vuole disciplina e metodo. Per questo la gente si rivolge a noi». Professioniste del decluttering, con tanto di diploma autenticato e tariffe oscillanti dalle 20 alle 30 sterline l’ora (da 28 a 44 euro). Il loro compito è di spiegare - il più delle volte si tratta di una vera opera di persuasione - che ogni oggetto, pezzo di carta, rivista, biglietto da visita ha una sua precisa collocazione. Ma soprattutto che può anche essere gettato via. Perché il decluttering, prima che un repulisti domestico è «un atteggiamento mentale», la disponibilità a fare piazza pulita di minutaglie, per lo più inutili, alle quali finiamo però per affezionarci. Un filtro per arginare l’accumulo caotico.

Poche e semplici le regole. Stabilire la durata dell’intervento, dotarsi di sacchetti e scatoloni, effettuare valutazioni rapide e continue. È importante fissare una scadenza prima di cominciare - precisa Sue - perché il decluttering può trasformarsi in un tic compulsivo, con conseguenze imprevedibili per archivi o collezioni. Si comincia sempre dalla zona notte, ogni stanza viene riordinata dall’ingresso in senso orario. Senza trascurare nessuna mensola, nessun ripiano, nessun cassetto.

Sue pone le domande, sempre le stesse; Larah deve rispondere senza ripensamenti (la rapidità è uno dei segreti per un buon decluttering). Con quale frequenza hai bisogno di questo fascicolo? Quando è stata l’ultima volta che hai consultato questa rivista? A seconda della risposta l’oggetto trova la sua nuova collocazione. Il sacco della spazzatura - quello che raccoglie i pezzi inutilizzati da più di un anno - è il primo a riempirsi. L’alternativa, per rendere meno traumatico il distacco, è la beneficenza: ripulire la casa con generosità. A seconda delle frequenza d’uso, l’oggetto trova tre collocazioni: esposizione sulle mensole (attenzione a non abusarne), contenitori o scaffali negli armadi (rigorosamente etichettati), scatoloni in cantina. Sue sconsiglia di sistemare la casa in una sola tornata: meglio una stanza per volta, un’ora al giorno, ma con costanza e pazienza. Stesso procedimento per mantenere l’ordine, scongiurando così il ritorno dell’accumulo seriale. Un profondo ripulisti di armadi, cassetti e scarpiere va fatto da due a quattro volte l’anno. Dopo due ore di serrato interrogatorio, le due stanze da letto e lo studio sono quasi irriconoscibili, Larah è sollevata per essere riuscita a distaccarsi definitivamente da ricordi ingombranti più nella sua testa che nello spazio domestico.

Il resto della casa, promette, lo finirà da sola, senza la consulenza di Sue.

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