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“No a Boeri”. La protesta di Sgarbi per il Padiglione Italia a Francoforte

Vittorio Sgarbi protesta contro l'assegnazione per la realizzazione del padiglione Italia al Salone del Libro di Francoforte a Stefano Boeri

“No a Boeri”. La protesta di Sgarbi per il Padiglione Italia a Francoforte

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Il "no" di Vittorio Sgarbi all'affidamento a Stefano Boeri della progettazione del "Padiglione Italia" alla Buchmesse 2024 è arrivato in modo perentorio. Il critico d'arte, nonché sottosegretario alla Cultura dell'attuale esecutivo, chiede cambiamento per uno degli appuntamenti culturali più importanti dell'anno. Un inversione di rotta che, stando alle sue parole, è necessaria per segnare una rottura con il passato e dare il via a una nuova epoca.

"Come si può immaginare una presenza nuova dell'Italia al Salone del libro di Francoforte, se siamo costretti, dalle scelte del precedente governo e di Franco Ricardo Levi, al prevedibile padiglione progettato da Stefano Boeri?", è il ragionamento di Sgarbi. Cambiare rotta già nel 2024 sembra impossibile, considerando che mancano pochi mesi alla manifestazione e i lavori per la sua realizzazione sono già in corso. Quel che si domanda, però, il critico d'arte è come mai "i governi cambiano, Boeri resta". Nella sua disquisizione, Sgarbi ha ricordato come Boeri sia un sostenitore, anche contro Francesco Merlo, "della loggia Isozaki, che è l'emblema negativo della sua epoca e dell'era Franceschini".

Si tratta di un progetto risalente alle fine degli anni Novanta, che è stato definitivamente bloccato dall'attuale esecutivo in quanto, in 25 anni, la fruizione degli Uffizi, alla quale era destinata, e della stessa Firenze, è cambiata. Per altro, Sgarbi non si tirò indietro nel definire l'opera dell'architetto giapponese come una "porcheria". Tornando alla Buchmesse 2024, il sottosegretario ha ricordato di quando, nella sua precedente esperienza di governo nel 2001, chiamò Pier Luigi Pizzi: "Fece il memorabile padiglione riproducendo, con lo stupore di tutti, la Biblioteca Palatina di Petitot a Parma".

Un'opera grandiosa, a detta di Sgarbi, irripetibile nella sua memorabilità con Boeri. "Neppure una coda di Tangentopoli è sufficiente a considerare quanti bravi architetti vi siano in Italia fuori dal conflitto d'interessi che ha portato pochi giorni fa proprio Boeri ad essere indagato, come era prevedibile, per conflitto d'interessi tra commissione e vincitori della gara di progettazione per un'altra impresa affine alla fiera di Francoforte", ha detto il sottosegretario. Il riferimento è all'indagine per turbativa d'asta in merito alla Biblioteca internazionale della cultura (Beic) di Milano, per un valore di quasi 131 milioni di euro. "La scelta dei progettisti naturalmente è stata fatta da Boeri e Zucchi. Sempre loro.

I governi cambiano, Boeri resta", ha chiosato Sgarbi.

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