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Ella Blumenthal, la 'joie de vivre' dopo l’orrore nazista

Il documentario “I am here” di Jordy Sank è disponibile in streaming da oggi, in occasione del Giorno della Memoria, in esclusiva su Nexo+: una grande storia, uno straordinario insegnamento

Ella Blumenthal, la 'joie de vivre' dopo l’orrore nazista

Di lei è impossibile non innamorarsi. Una personalità magnetica e illuminante, un carattere esuberante, una joie de vivre travolgente. Ella Blumenthal è molto più di una vivace nonnina sudafricana sopravvissuta all’Olocausto: vive a Città del Capo, ha quattro figli, undici nipoti e nove pronipoti. Tutti al suo fianco mentre racconta quanto attraversato negli anni del nazismo, tra campi di concentramento e violenze, tra deportazioni e morte. A partire da oggi, in occasione del Giorno della Memoria, grazie alla collaborazione con DNC Entertainment Factory, arriva in esclusiva su Nexo+ "I am here", il documentario di Jordy Sank che ci permette di ripercorrere l'incredibile storia della sopravvissuta all’eccidio nazista.

È durante le celebrazioni del suo novantottesimo compleanno che Ella Blumenthal si apre ad amici e familiari e narra, come non ha mai fatto prima, la sua storia di sopravvissuta all'Olocausto. I suoi ricordi drammatici, ripercorsi nel film e illustrati attraverso animazioni essenziali e comprensibili a tutti, attraversano tre campi di concentramento e si alternano alle immagini di Ella, che le videocamere seguono nel presente mentre recita le sue preghiere, nuota in piscina, impasta il pane per lo Shabbat e cammina sulla promenade a Cape Town.

Ella Blumenthal 3

Ella Blumenthal nasce a Varsavia nel 1921, la più piccola in una famiglia di sette fratelli. Una bambina monella, amata dai suoi cari, piena di ricordi felici. Un’adolescenza felice, finchè non inizia la guerra: quando la Germania nazista invade la Polonia tutto cambia. I conti bancari congelati, le terre requisite e le varie misure discriminatorie: dalle radio confiscate al cibo razionato, passando per il coprifuoco e la chiusura di scuole e sinagoghe.

Ella e la sua famiglia devono trasferirsi nel ghetto di Varsavia, dove si patisce la fame, ci si ammala e ci si infetta. Una situazione terribile, ma è solo l’inizio dell'incubo. Presto le persone vengono catturate con metodi brutali e spedite nei “campi di lavoro”, rmentre onde e irruzioni aumentano esponenzialmente. Lei perde quasi tutta la sua famiglia: 23 persone tra madre, fratelli, sorelle e nipoti, tutti mandati a Treblinka. Per un semplice colpo di fortuna, lei, il padre e la nipote Roma riescono a salvarsi. Ma la libertà dura poco: i tedeschi danno fuoco al ghetto, edificio dopo edificio, e loro sono costretti ad abbandonare il nascondiglio.

Prima Majdanek, poi Auschwitz e infine Bergen-Belsen. Nel primo campo di concentramento perde il padre, destinato alle camere a gas. Ogni giorno un dramma: impiccagioni, violenze, soprusi, angherie. Ella Blumenthal e la nipote non perdono mai la speranza, nemmeno nei momenti più bui. "Affronterei tutto dall'inizio, anche se dovessimo venire uccisi e perseguitati: sceglierei ancora di essere chi sono", la forza d’animo della donna. "Fate amicizia e offrite alla gente sorrisi e gentilezza, tornano sempre indietro", il suo credo dopo gli anni trascorsi nei lager. Una volontà di vivere e/o sopravvivere fortissima, pronta a tutto per andare avanti con l’aiuto di Dio. Fino alla liberazione, al momento più bello, alla fine della sofferenza: Ella viene liberata il 15 aprile 1945, dopo più di cinque anni di persecuzione.

Ella Blumenthal 2

“Perchè sono stata scelta io per sopravvivere?”, si ripete Emma Blumenthal. Lei e la nipote Roma le uniche sopravvissute di una famiglia di 24 persone. Dopo l’orrore, inizia la vita: da Parigi a Tel Aviv, l’amore con il marito Isaac e il trasferimento prima a Brakpan e poi a Città del Capo, dove tuttora vive. Non sono mai mancate difficoltà nel relazionarsi, non sono venuti meno gli incubi:“Ho sempre avuto il terrore che i nazisti mi potessero portare via i miei figli”, la sua confessione tra le lacrime. Poi il sereno, la consapevolezza di avercela fatta, di aver superato la crudeltà inumana dei nazisti: "Avevo già un piede nella fossa, ma ora sono qui in piedi davanti a voi: ditemi che sono io, confermatemelo, credo ancora di sognare".

Ella Blumenthal condivide sempre, ogni volta che può, il suo incredibile vissuto ma soprattutto il suo irrefrenato amore per la vita. L’incarnazione di umanità e resilienza, ma soprattutto un insegnamento rivolto a tutti tra tolleranza, comprensione e resistenza. Soprattutto in un momento storico come quello attuale, tra conflitti e divergenze più che mai persistenti e continui episodi di xenofobia, antisemitismo e razzismo. “Come fa qualcuno a sopravvivere uno dei momenti più scuri della storia e vivere con una tale bramosia per la via?”, la domanda che si è posto Jordy Sank: la risposta è Ella Blumenthal, in tutta la sua straordinaria voglia di vivere con entusiasmo e positività.

Senza sottovalutare l’importanza del messaggio recapitato alle generazioni più giovani, il futuro per la commemorazione dell’Olocausto, soprattutto quando non ci saranno più superstiti.

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