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"Meloni neonazista? Glielo ridirei". Canfora insulta ancora

Il professore non rinnega l'affermazione che gli è valsa una querela da Giorgia Meloni. E in un'intervista confida che sarebbe "contentissimo" di essere definito "stalinista nell'anima"

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Gli insulti spacciati per libertà e rivendicati. Ripetuti "continuamente" con convinzione. Luciano Canfora non fa marcia indietro, né tantomeno si scusa. Querelato per aver definito Giorgia Meloni "neonazista nell'animo", il professore si appresta ora a presentarsi in tribunale per confermare e ripetere quel che aveva detto. "Meloni discende dal Movimento sociale, un partito che si riferiva alla storia della Repubblica sociale, cioè a uno stato satellite del Terzo Reich", ha argomentato il filologo barese in un'intervista alla Stampa, tentando poi di spiegare le motivazioni che lo spinsero ad attribuire quell'offensivo epiteto alla leader di Fratelli d'Italia (nata peraltro trent'anni dopo la fine del fascismo).

Occhio allo spiegone. "Il prefisso 'neo' serve proprio a indicare che una persona viene da un nucleo originario da cui poi si è evoluta. Aggiungo un dettaglio che forse è sfuggito: 'nell’animo' è una citazione da Tocqueville, che ammette che il suo animo è contrario alla democrazia, riferendosi a una parte di sé interiore non predominante. Tutti abbiamo delle pulsioni più o meno confessabili, che dominiamo con la ragione", ha affermato Canfora, provando a giustificare la terribile espressione pronunciata il 12 aprile 2022 durante un convegno al liceo scientifico Fermi di Bari. Ancora oggi, dopo l'azione legale mossa nei suoi confronti, il filologo non ritiene di aver esagerato e anzi, sostiene di reiterare quella sua esternazione. "La sto ripetendo continuamente", ha confidato alla Stampa.

In un surreale passaggio dell'intervista, il professore ha anche dichiarato che apprezzerebbe il fatto che qualcuno gli desse dello "stalinista nell'animo". "Ne sarei contentissimo, perché lo sono, mentre altri pensano che sia un insulto. In Inghilterra fino a un secolo fa 'democratico' era una parolaccia, perché significava 'rivoluzionario'. Insomma, i tempi evolvono", ha commentato al riguardo Canfora, negando di essere dispiaciuto per la sua controversa affermazione nei confronti della Meloni. "Neanche per sogno. Perché dovrei? Non credo proprio. Sono convinto con Togliatti che la politica sia il momento più alto della vita morale".

Rispondendo a distanza al direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, che in un editoriale lo aveva sonoramente bacchettato ("Più che a un caso politico siamo di fronte a un caso umano..."), il professore ha rincarato: "La mia è semplicemente una valutazione politica, e come tale non decade". Nessun passo indietro, dunque, rispetto a una frase assurda e fuori da ogni logica storica: dissentire dalla leader di Fratelli d'Italia è certo legittimo, ma appellarla come "neonazista" è qualcosa che offende l'intelligenza e nuove alla sana dialettica democratica.

Ma, in fondo, Canfora è anche lo stesso che, anni fa - come riporta l'Adnkronos - definì l'opera di Stalin "positiva, anche se aspra".

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