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Ora Grillo parla cinese: sui social il nuovo "inchino" al Dragone

Dopo la sviolinata sui presunti successi green di Pechino, Grillo si mostra in un video e in lingua cinese plaude ancora al Dragone. In compenso, nessun cenno al "controllo autoritario" del partito di Xi Jinping su libertà e diritti umani

Ora Grillo parla cinese: sui social il nuovo "inchino" al Dragone

Beppe Grillo ora parla in cinese. E il risultato è il medesimo di quando si esprimeva solo in italiano: non si capisce una mazza. Sul proprio blog, il fondatore del Movimento Cinque Stelle ha pubblicato un video nel quale disquisisce in lingua cinese e per elogiare con trasporto i progressi di Pechino. Chiaramente si tratta di un deepfake, ovvero di artificio ottenuto attraverso l'intelligenza artificiale, ma il risultato è verosimile, per quanto surreale. Al netto della solita provocazione, di autentico c'è l'ennesimo panegirico del comico genovese in favore del Paese asiatico, celebrato come luogo di sole avanguardie al quale guardare con interesse. Che il guru pentastellato abbia una particolare fascinazione per Pechino, del resto, non è una novità; nelle ultime ore, però, quello slancio è tornato a manifestarsi con frequenza.

Grillo parla cinese: il discorso pro-Cina

Dopo aver lodato la presunta primazia green del Dragone (dimenticando però di menzionare i consumi record di combustibili fossili), nelle scorse ore il fondatore del Movimento si è mostrato in prima persona per decantare le qualità cinesi. "Stiamo assistendo a uno spostamento di pensiero pazzesco. La robotica, l’intelligenza artificiale, la velocità della tecnologia stanno cambiando ogni cosa intorno a noi. Cambierà tutto quello che viene trasportato, sarà disegnato in un luogo, trasmesso vicino al cliente, stampato da lui stesso, e creato solo con l'iphone. E la Cina è al centro di tutta questa rivoluzione. Non possiamo far finta di niente", ha sentenziato.

Poi l'assolo apologetico sul tema dell'inquinamento. "La Cina è da sempre raccontata come il maggior produttore di gas serra al mondo, ma il 40% delle emissioni cinesi è imputabile a produzioni di beni esportati specialmente verso Europa e Stati Uniti, emissioni di fabbriche occidentali", ha argomentato Grillo. Dunque, se Pechino inquina il Pianeta la colpa sarebbe di noi occidentali.

"Io, che sono l'ultima ruota del carro, sono stato invitato dall'ambasciatore cinese a Roma, Jia Guide, perché voleva sapere cosa pensassi io, della Cina", ha dunque svelato Grillo, comunicando la sua ennesima visita alla diplomazia cinese in Italia (già in passato, infatti, aveva incontrato gli alti rappresentanti di Pechino nel nostro Paese). A seguire, un ecnomiastico excursus: "I cinesi hanno inventato la carta, la polvere da sparo, la stampa, la bussola e il calcio! 260 anni a.C. hanno inventato una palla di pelle riempita di piume. E negli ultimi 70 anni hanno portato fuori dalla povertà assoluta 800 milioni di persone, favorendo tra l'altro la costituzione della più grande classe media al livello nazionale, con circa mezzo miliardo di persone. È pazzesco". E ancora: "Negli ultimi 15 anni la Cina ha contributo in media al 30% della crescita del Pil globale, tre volte superiore a quello degli Stati Uniti".

Il partito comunista e la violazione dei diritti umani

Racconata così, la Cina sembrerebbe davvero il Paese delle avanguardie; peccato che - anche stavolta - Grillo abbia rappresentato solo una parte della realtà. Quella più confacente alla propria narrazione. L'ideologo pentastellato, per iniziare, non ha ricordato che il Paese asiatico è governato da un solo partito (comunista cinese), con una conseguente gestione della cosa pubblica che non si può paragonare direttamente a quella di altre nazioni. Le strategie politiche attuate, inoltre, non sono esattamente quelle di uno Stato liberale e un tema altrettanto non trascurabile (ma assente dagli articoli grilleschi) è quello della violazione dei diritti umani denunciata dalle Nazioni Unite e dalle Ong impegnate su quel fronte.

Torture, maltrattamenti, detenzioni

Secondo un rapporto del 2022 redatto da Michelle Bachelet, commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, la Cina avrebbe perpetrato torture, maltrattamenti, detenzioni arbitrarie, sterilizzazioni forzate e violenze sessuali contro la minoranza degli Uiguri in Xinjiang, circostanza che il governo di Pechino smentisce e che invece l'Ohchr ritiene credibile. Secondo Amnesty International, inoltre, "tra coloro che sono stati sottoposti ad arresti e detenzioni arbitrari c'erano persone critiche verso il governo, difensori dei diritti umani, attivisti a favore della democrazia, leader e praticanti religiosi". Il governo di Xi Jinping è inoltre accusato di aver introdotto restrizioni alla libertà religiosa verso i credenti di tutte le fedi.

"Cina e Corea del Nord rimangono i due Paesi asiatici con il peggior record di violazioni dei diritti umani, inclusa la libertà religiosa. Lo Stato vi esercita un controllo totalitario attraverso la sorveglianza e misure estreme di repressione contro la popolazione", ha denunciato la Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) nel suo rapporto 2023 sulla libertà religiosa.

Il racconto parziale di Grillo

Curiosamente, nel sermone di Grillo sulla "rivoluzione" positiva di cui la Cina sarebbe protagonista non sono menzionate le suddette criticità, che invece non dovrebbero essere trascurate o sottaciute nel racconto di una grande potenzia mondiale.

Come mai il comico seguita a offire un punto di vista parziale sul Paese del Dragone? "Da buon genovese, ho chiesto all’ambasciatore di investire nel basilico genovese, perché auspico in un accordo che veda 'La Via della seta' congiungersi con 'La Via del Basilico', sarebbe fantastico!", ha ironizzato in compenso Beppe.

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