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Aldo Brovarone, la punta di diamante di Pininfarina

Aldo Brovarone è stato uno dei più grandi maestri nella storia del designer automobilistico italiano. Ha lavorato alla Pininfarina per trentacinque anni, realizzando capolavori immortali

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Il figurinista, come allora veniva chiamata la professione del designer, è ciò che desiderava essere più di ogni altra cosa. Aldo Brovarone non è stato uno dei tanti ma uno che ha impresso la sua visione, la sua delicata raffinatezza all'atelier più famoso del mondo: Pininfarina. Ben trentacinque anni di onorata carriera al seguito della carrozzeria piemontese realizzando, insieme ad altri giganti di questa nobile professione, alcune delle auto più leggendarie che si possano ricordare: dall'Alfa Romeo Spider "Duetto", passando per la Ferrari Dino 246 GT/GTS, fino al canto del cigno che è stata la Ferrari F40, quando ormai la pensione stava bussando alla sua porta.

I primi passi nel mondo del design

La provincia di Biella, precisamente Vigliano Biellese, è la terra che dà i natali ad Aldo Brovarone il 24 giugno del 1926. La famiglia ambirebbe ad avere un figlio che si occupasse della materia tecnico-commericale, ed è proprio in questa direzione che lo indirizzano. Purtroppo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale non gli permette di proseguire il sentiero nella direzione preventivata, ma gli fa intraprendere una strada diversa, sicuramente più piacevole e incline ai suoi gusti personali.

La sua passione più grande è quella per le automobili, i motori, abbinata a un talento invidiabile con la matita tra le dita. Dopo una deviazione nel campo del disegno di frigoriferi, Brovarone mostra i propri bozzetti a Piero Dusio, che ne rimane estremamente colpito. Quelle linee pulite ed eleganti, convincono l'imprenditore a far salire a bordo il giovane designer, verso una destinazione che si chiama Argentina, il Paese dove lo stesso Dusio aveva fondato la Auto Ar. Il primo compito che gli viene richiesto è quello di creare un opuscolo pubblicitario del primo modello di Auto Ar, atteso per il 1950, e del quale però non esisteva ancora alcun progetto. Alla fine, quei bozzetti commerciali serviranno a tracciare lo stile delle future Autoar.

Brovarone entra in Pininfarina

Nel 1953, Brovarone fa rientro in Italia. Stavolta Dusio, instancabile industriale nativo di Torino, vuole ancora con sé l'ingegnoso stilista nella nuova avventura chiamata Cisitalia. La prestigiosa casa italiana si trova però in acque torbide, immersa in una crisi finanziaria dalla quale non riuscirà mai ad uscire. Il salvagente della carriera di Brovarone viene lanciato dalla Pininfarina, che resta stregata dai lavori dell'ancora fresco ma talentuosissimo biellese. Nel 1954, il designer entra in punta di piedi nell'atelier piemontese, ancora ignaro che dentro a quelli uffici sarebbe andato a scrivere una storia dal valore inestimabile.

Lancia Gamma Coupè
Lancia Gamma Coupé di Pininfarina

Messo sotto contratto come semplice disegnatore, si congederà trentacinque anni dopo come capo dell'ufficio stile. Nel mezzo una miriade di perle su quattro ruote, delle dive rombanti da far perdere la testa. Tutte partorite dalla mente e dalla mano di Brovarone. Lo abbiamo detto, fra queste spiccano l'Alfa Romeo Spider "Duetto" del 1966 e la Ferrari Dino 246 GT/GTS, ma anche tante altre meritano una doverosa menzione. Non si può restare indifferenti alla scultorea bellezza della Lancia Gamma Coupè, così come non è possibile non ammirare la semplice eleganza della Peugeot 504, nata all'epoca dello stretto e fortunato rapporto tra la Pininfarina e il costruttore di Sochaux. L'ultima, almeno in ordine di tempo, è la stupefacente Ferrari F40 - forse - la più spettacolare ed esuberante supercar di tutti i tempi.

Gli ultimi anni

La sua creatività non ha mai visto sosta e anche dopo essere andato in pensione, Brovarone si è messo all'opera in diverse occasioni, come quando si è occupato della rivisitazione di alcune Porsche con marchio Ruf, nei primi anni Duemila, grazie all'amicizia con Alfredo Stola di Studiotorino. Purtroppo, la sua vita terrena si è conclusa il 12 ottobre del 2020, nel capoluogo piemontese.

Le sue opere, invece, resteranno ai posteri, potranno essere amate e ammirate anche fra molti secoli come si fa con i migliori capolavori della storia dell'arte.

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