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Fiat Ritmo Cabrio, speciale en plein di Bertone

La Fiat Ritmo Cabrio, carrozzata da Bertone, è stato un esempio di auto frivola e di sostanza, nonché un bel tentativo di tornare a misurarsi tra le scoperte medie

Fiat Ritmo Cabrio, speciale en plein di Bertone

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Estate, il sole picchia forte sulle teste di Roberto Benigni e Massimo Troisi. I due attori si trovano a bordo di una squadrata e bicolore Fiat Ritmo Cabrio (in realtà marchiata Bertone), regolarmente scappottata, come protagonisti di una scena memorabile di un film che ha fatto epoca, quale fu "Non ci resta che piangere". Il duo comico si ferma a un piccolo passaggio a livello, in una non specificata località dell'interno della Toscana, aspettando il transito di un treno che non arriverà mai. Benigni si alza più volte dal sedile della Ritmo e urla: "Casellante..."; di risposta gli arrivano soltanto frasi vaghe e poco esaustive. Ed è allora che la cabriolet imbocca un angusto sentiero di campagna e si trasforma in una sorta di macchina del tempo, che li proietta nel 1400 quasi "mille e cinque". Un'immagine nazionalpopolare che, però, inquadra la Fiat Ritmo Cabrio nell'immortalità di una pellicola unica nel suo genere.

Firmata da Bertone

Al di là della parentesi cinematografica, la Fiat Ritmo Cabriolet ha rappresentato un bel tentantivo della casa torinese di tornare in una fascia di mercato, dove era assente da diverso tempo. Erano gli anni Cinquanta, infatti, quando terminava la carriera della 1400 Cabriolet, la media scoperta di Mirafiori, ed è il 1982 quando viene presentata la Ritmo en plein air. Un'auto frivola, ma ben fatta. Molte le differenze nella sostanza e nella destinazione d'uso dalla sua variante chiusa, l'onesta e pragmatica berlina a due volumi che già da qualche anno imperversava sulle strade con la sua linea originale. Non a caso la Cabrio viene firmata da una carrozzeria prestigiosa come la Bertone, che ci mette firma e zampino di sostanza.

Prima di tutto il pianale viene rinforzato e reso più robusto, mentre il tetto, che si trasforma in una capote a quattro strati, si distingue per un aspetto solido. Cambia anche la selleria, con le sedute posteriori che vengono stravolte e ridisegnate. Bello anche il roll bar centrale con montanti in tinta con la carrozzeria. Sotto al cofano, invece, pulsa un brillante motore 1.5 da 85 CV, per dimostare che rispetto alla berlina, lei ha qualcosa in più. Purtroppo trascorsi pochi mesi dal lancio, la Ritmo prima serie viene mandata in pensione a favore di una seconda generazione. Le Cabrio allestite da Bertone in questo allestimento speciale sono appena quattromila e oggi fanno gola a tanti.

Le Fiat Ritmo Cabriolet di seconda serie

Con lo sbarco nei listini della Ritmo seconda serie, le Cabriolet Bertone iniziano a essere allestite adoperando la base del nuovo modello “Super 85”. In questa fase di rinnovamento, la media scoperta di Fiat adotta dei nuovi allestimenti: nascono i modelli “S” e “Palinuro” con meccanica “Super 85”. Esteticamente si notano alcune differenze rispetto al passato, al centro della calandra, che accorpa l'inedita fanaleria a quattro proiettori rotondi, troneggia il fregio della Bertone, che mette in bella vista la propria firma con un moto d'orgoglio. A cominciare dall'estate 1984 giunge a rinforzare la batteria di allestimenti anche la “70 S” con motore 1.3 da 68 CV, che riduce la potenza ma conserva lo stesso piacere di guida col vento tra i capelli.

Fiat Ritmo Cabrio, guarda la gallery 13

Nel 1985 la Bertone presenta la Supercabrio, la più brillante delle versioni precedenti che sfoggia ben 105 CV derivati dal motore 1.6 bialbero della “100 Super”. Un oggetto desiderabile e di assoluto valore, anche oggi che queste auto un tempo comuni hanno subito una riscoperta garbata e piacevole. Nel 1988 quando il colosso torinese presenta la Tipo, viene staccata la spina anche della Ritmo di Bertone, che dopo 14.000 unità cessa inevitabilmente una produzione di nicchia ma, al contempo, di successo. Nonostante la Fiat non fosse nel campo delle cabriolet medie da diverso tempo, gli sforzi della casa madre prima e della carrozzeria piemontese poi, furono ben ripagati. Certo, la lotta con la Volkswagen Golf è stata abbastanza impari, ma certamente l'italiana ha avuto i suoi estimatori che ancora oggi la ricercano tra l'usato con il lanternino, con le poche superstiti dell'incedere del tempo che hanno aumentato vertiginosamente le proprie quotazioni.

Forse tra qualcuno di questi c'è chi vuole trovare quella che permette di tornare indietro nel tempo, come fecero "Mario" e "Saverio" i due personaggi di "Non ci resta che piangere".

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