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Fiat Tipo, l'auto dell'anno per la classe media

La Fiat Tipo è stata un'auto innovativa e ricca di tecnologia, una vettura che ha portato il brand di Torino verso vette fino a quel momento inesplorate

Fiat Tipo, l'auto dell'anno per la classe media
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Nel 1988 si assistette a un'inattesa e gradita distensione tra i due blocchi protagonisti della Guerra Fredda, grazie allo storico incontro fra Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti, e Michail Gorbačëv, segretario generale dell'Unione Sovietica. Le due potenze di Occidente e Oriente, finalmente avevano siglato una tregua attesa da molto tempo. L'esordio in scena della Fiat Tipo non ha avuto una rilevanza così significativa a livello globale, tuttavia, anche la berlina compatta italiana ha stravolto le carte e introdotto nel suo segmento delle novità entusiasmanti. Diciamo pure che ha avuto una forza dirompente paragonabile a quella del lettore cd, che con la sua diffusione ha messo in crisi il vecchio e duraturo mangianastri. La Tipo è stata un'auto dall'impronta sicura e, soprattutto, orientata verso al domani, fin dal suo primo istante. È stato l'ultimo lascito del grande amministratore delegato del Lingotto, Vittorio Ghidella, deus ex machina di un periodo dorato per l'industria automobilistica tricolore. La due volumi torinese, invece, fu così brillante da aggiudicarsi il premio di Car of the Year 1989, un riconoscimento che, all'epoca, riscuoteva un valore di gran lunga superiore a quanto non avvenga odiernamente. L'ascesa della Tipo, in ogni caso, merita di essere raccontata per gradi.

Un progetto di ampio respiro

Gli anni Novanta fanno da ponte al nuovo millennio, che inizia a bussare alla porta. Sono un periodo in cui lo sviluppo tecnologico inizia ad avere un ritmo ben superiore al passato. La Fiat Tipo cerca di cavalcare l'onda del progresso, anche se nasce alla fine della decade precedente, vuole essere protagonista, nelle strade di tutto il mondo, per molto tempo. Gli ingegneri Fiat devono seguire uno schema ben delineato, l'innovativo prodotto deve dar fastidio alla Volkswagen Golf, icona e regina del suo segmento di appartenenza. Il diktat, calato dall'alto, impone che la nuova berlina compatta abbia un elevato livello di guidabilità e delle prestazioni di tutto rispetto, senza trascurare il comfort e la sicurezza. Su questo veicolo non si devono fare rinunce, tagli o cadere in disattenzioni. Ogni aspetto deve essere seguito con fulgida lucidità. Per la prima volta si pone una grande attenzione all'ergonomia, infatti la Tipo brilla per abitabilità e accessibilità, oltre ad avere un posto guida comodo. Ogni cosa è a portata di mano. La sostituta della Ritmo, inoltre, deve durare nel tempo, quindi vengono scelti dei materiali pregiati e di sicura affidabilità, specialmente contro l'inesorabile decadimento dovuto allo scorrere del tempo. Alle casse del Lingotto, lo sviluppo della Tipo costa un investimento di duemila miliardi di Lire, buona parte dei quali concentrati nell’automazione degli impianti di Cassino.

Fiat Tipo

La Fiat Tipo entra in scena

Per attirare l'attenzione dei mass media e, soprattutto, dei potenziali clienti viene studiata una presentazione a effetto. Si sceglie di comunicare l'arrivo in scena della Fiat Tipo tramite un evento diverso dal canonico. Così, il 26 gennaio 1988, viene organizzata una conferenza televisiva via satellite che collega l’ufficio di Mirafiori di Vittorio Ghidella con le sale di Francoforte, Madrid, Londra, Parigi e Roma. Dopo la conferenza tutti i giornalisti saltano a bordo di fresche e scintillanti Tipo, cimentandosi nell'ebrezza della guida nelle rispettive città. I primi riscontri sono più che positivi, la Tipo oltrepassa brillantemente il battesimo del fuoco. C'è qualcosa in lei che funziona e non è soltanto la linea, piacevole nella sua sobrietà. Sotto pelle dimostra una cura mai sfiorata a Torino, infatti la Tipo è la prima Fiat con lamiere zincate su entrambi i lati nelle parti più esposte, dunque, su oltre il 75% di tutto il lamierato. La ruggine aveva spesso macinato le vecchie carcasse delle Fiat in giro per il mondo, contorcendo il buon nome della casa italiana. Adesso la musica è cambiata, senza contare la grande attenzione riservata all’aerodinamica (Cx 0,31), tanto che la Tipo si piazza al primo posto nella sua categoria per questa voce. Bello, poi, il moderno portellone in materiale plastico, leggero e facilissimo da aprire senza alcuno sforzo. Sembra una perfetta e versatile auto per tutti i giorni, ideale tanto per le famiglie quanto per i single, buona sia per percorrenze brevi che per lunghi viaggi. La classe media ringrazia. Al lancio viene offerta con cinque motorizzazioni: tre a benzina (1,1, 56 Cv; 1,4 71 Cv e 1,6 82 Cv) e due a gasolio (1,7 58 Cv e 1,9 sovralimentato 90 Cv).

Fiat Tipo

Le innovazioni

Abbiamo detto che la Tipo è riuscita a guardare al domani, facendo suo il futuro cristallizzandolo nel presente. Il merito va alle tante innovazioni di cui si è fregiata: il cruscotto interamente digitale, avveniristico e caratterizzante, disponibile sull'allestimento Digit, e, per la prima volta su un modello di questo segmento, il dispositivo elettronico di controllo della trazione Antiskid, prodotto da Bosch e integrato nell’ABS, che impedisce il bloccaggio delle ruote in frenata. Nell'abitacolo, poi, tutti gli interruttori e i comandi di luci e tergi vetro, anteriore e posteriore, hanno collocazione, in modo razionale, nei nuovi “devio-Fiat”, due leve simmetricamente poste dietro al volante. Grazie a questa soluzione nella plancia si ritrovano solamente i tasti della climatizzazione. Nuovo anche il cambio manuale a cinque rapporti, totalmente riprogettato per abbassare vibrazioni e rumore, migliorando persino la rapidità d’innesto e la precisione.

Fiat Tipo
Il cruscotto della Tipo "Digit"

Il successo che ripaga gli sforzi

Nel corso del tempo arrivano i motori benzina a iniezione elettronica (1,6 e 1,8) con la testata a quattro valvole per cilindro, che portano il 1,8 a sviluppare ben 136 cavalli e il 2,0 addirittura 145 Cv. Questi propulsori più sportivi vanno a indentificare la Tipo "Sedicivalvole", che indossa con orgoglio la sigla 16V. Nel 1993 debutta la seconda serie che resta in produzione fino al ’95, anche in versione tre porte per le varianti più aggressive. Dal suo debutto fino alla fine è stata prodotta in quasi 2 milioni di esemplari.

L'investimento ha saputo ripagare gli sforzi, perché la Tipo ha rappresentato una delle pagine migliori della storia della Fiat.

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