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Idrogeno verde nei porti: così l'Italia può guidare l'Europa sul carburante del futuro

Il gruppo Natpower annuncia un investimento di 100 milioni per la nautica da diporto. Cosa cambia nella partita europea per lo sviluppo dell'idrogeno pulito

Idrogeno verde nei porti: così l'Italia può guidare l'Europa sul carburante del futuro

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Idrogeno verde nei porti: così l'Italia può guidare l'Europa sul carburante del futuro

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L’Italia si candida a diventare l’hub mondiale dell’idrogeno verde. NatPower H, società del gruppo NatPower, ha annunciato che nel nostro Paese sorgerà la prima infrastruttura al mondo di rifornimento a idrogeno verde per la nautica da diporto. Il progetto costerà 100 milioni di euro e prevede l’istituzione sul territorio nazionale entro il 2030 di almeno 100 stazioni di rifornimento disegnate dallo studio Zaha Hadid Architects. Sebbene la prospettiva dell’azienda sia quella di espandersi oltre il Mediterraneo, per il momento l’intesa è stata raggiunta con 25 marine e porti italiani che hanno dato l’ok.

Le stazioni saranno completamente riciclabili, costruite con calcestruzzo digitale a basso consumo energetico e collocate nel rispetto del patrimonio culturale e paesaggistico del luogo. "Riteniamo – spiega il Group Ceo NatPower, Fabrizio Zago – che l’idrogeno rappresenti una delle soluzioni più efficaci per dare impulso alla transizione ecologica di tutto il settore della nautica da diporto e dello yachting". A favorire la diffusione dell’idrogeno verde è poi il settore della cantieristica, dove vengono realizzati sempre più mezzi ibridi e sostenibili per l’ambiente. Ma non va dimenticata l’introduzione del divieto ai motori diesel nelle zone marine protette, che obbliga i diportisti a individuare soluzioni alternative. Come, appunto, l’idrogeno.

Questo investimento potrebbe avere due effetti importanti. Il primo è l’impatto sul turismo di lusso, che attualmente vede l’Italia come una meta attraente all’estero forte della sua esclusività. Basti pensare che nel 2023 oltre il 20% dei turisti stranieri ha scelto l’Italia (dati Unioncamere). Il progetto di NatPower H potrebbe così alimentare questo circolo virtuoso rappresentato dall’approdo di yacht e megayacht nelle nostre coste, a noleggio ma non solo. Il secondo risultato che potrebbe produrre è di natura economica e politica. Non è un segreto che l’Europa voglia accelerare sulla transizione e l’idrogeno sarà una delle fonti protagoniste di tale processo.

Nel 2020 è nata la European Clean Hydrogen Alliance, un patto tra aziende, istituti di ricerca ed enti pubblici europei impegnati nella promozione dell’idrogeno pulito. La centralità di questo elemento e delle aree marine dove creare le infrastrutture per svilupparlo come vettore energetico del futuro è stata confermata dalla stessa Unione, che ha varato la strategia sull'idrogeno. Secondo uno studio pubblicato da Deloitte Belgium per il programma Clean Hydrogen Partnership della Commissione europea, fino al 42% della domanda totale di idrogeno nell'Ue nel 2050 potrebbe concentrarsi nei porti europei.

Un’opportunità dunque che l’Italia non può lasciarsi sfuggire.

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