I nodi vengono al pettine e i top manager al volante dei big dell’auto europei hanno cominciato a fare mea culpa: la domanda di veicoli elettrici, infatti, non soddisfa le aspettative. Da qui la necessità di rivedere pianificazioni e strategie. Tra questi c’è Ola Källenius, ad di Mercedes-Benz, il quale ha annunciato, in occasione dell’assemblea annuale degli azionisti, di proseguire sulla strada dei motori endotermici e ibridi anche dopo il 2030.
Sia Källenius sia tanti altri capi azienda del settore, lautamente retribuiti, dalle cui decisioni dipende il futuro di centinaia di migliaia di famiglie e di buona parte dell’economia dei rispettivi Paesi, hanno capito con colpevole ritardo di aver sottovalutato il peso fondamentale del mercato e delle sue scelte.
A questo punto, passo indietro: avanti con i motori endotermici di ultima generazione e via la data del 2030 che fissava il passaggio al «tutto elettrico». Tutti messaggi diretti anche all’attuale esecutivo di Bruxelles che ha imposto di stoppare produzione e vendite di veicoli tradizionali nel 2035. Källenius si giustifica, come riporta Bloomberg, sostenendo che «la trasformazione potrebbe richiedere più tempo del previsto». Sul successo delle gamme elettriche EQE ed EQS il gruppo aveva puntato molto allo scopo di migliorare i profitti.
Anche Stellantis, che ha programmato nel 2024 il lancio di 18 modelli elettrici su complessivi 25, ha messo le mani avanti vista la situazione del mercato. Nei giorni scorsi, attraverso il cfo Natalie Knight, il gruppo ha sottolineato di essere «molto aperto su come potrebbe soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori», potendo contare su piattaforme flessibili. Per Stellantis sembra indebolirsi, rimanendo così le cose, la prospettiva di un’offerta solo elettrica per l’Europa entro il 2030, insieme a dover riconsiderare la pianificazione, già dal 2025, del solo elettrico per modelli premium e lusso venduti fino a quel momento con il «cuore» endotermico. La riprova riguarda le recenti decisioni di abbinare a modelli, lanciati in un primo tempo solo a batteria, «gemelli» ibridi o altro.
Per farsi belli ci sono costruttori europei che hanno fatto a gara per annunciare la «scossa» molto tempo prima dell’imposizione Ue. E ora? A regnare sono incertezza e confusione, insieme alla consapevolezza - dura da digerire - di aver investito fiumi di miliardi senza considerare possibili cambiamenti di scenario dettati da varie ragioni.
I rivali cinesi,
intanto, in questo scenario ci sguazzano: da una parte, hanno iniziato a introdurre in Europa veicoli non più solo elettrici, ma anche endotermici; dall’altra, assistono alle divergenze sul via ai dazi Ue nei loro confronti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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