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Bari, arrestati i killer di Montani

Bari, arrestati i killer di Montani

Bari - Sono stati arrestati da agenti della squadra mobile della questura di Bari i due presunti autori dell'omicidio del calciatore diciottenne Giovanni Montani, giovane promessa del Bari Primavera uccisa in un agguato la sera del 29 ottobre scorso nel capoluogo pugliese. Si tratta di Gaetano Capodiferro, di 23 anni, e di Giuseppe Amoruso, di 22 anni. Dovranno rispondere di omicidio volontario e porto e detenzione di arma da fuoco. A Capodiferro il provvedimento cautelare è stato notificatO in carcere.

L'omicidio Giovanni Montani, che non aveva precedenti penali, era un nipote di quello che era negli anni Ottanta uno dei boss del quartiere san Paolo di Bari, Andrea Montani, in carcere ormai da oltre 15 anni. Il giovane la sera del delitto viaggiava a bordo della propria automobile, una Micra rossa, quando contro la sua vettura furono sparati parecchi colpi di arma da fuoco. L'automobile, priva di controllo dopo che il ragazzo era stato colpito, si fermò contro un marciapiedi. Giovanni Montani fu soccorso e portato in ospedale, ma morì poco dopo.

Storia di vendette A quanto pare Giovanni fu ucciso per vendicare il cugino Salvatore Montani, anche lui diciottenne e anche lui senza alcun legame noto con la criminalità organizzata, era il figlio del boss Andrea. Salvatore fu ucciso il 10 giugno 2006 dal proprietario di un negozio di animali durante un litigio: si era presentato nel negozio insieme con Giovanni perchè quest'ultimo avrebbe voluto acquistare un cane, per il quale voleva dare 500 euro, mentre il negoziante ne voleva 900. Sarebbe cominciato così un violento litigio, durante il quale il negoziante si recò nel retrobottega, dove teneva illegalmente una pistola semiautomatica calibro 9, e presa l'arma sparò alcuni colpi, due dei quali uccisero Salvatore, che era figlio unico del boss Andrea. Da qui potrebbe essere maturato il desiderio di vendetta da parte dei due uomini arrestati oggi, ritenuti dalla polizia vicini al clan Montani.

Una sorta di punizione perché Giovanni, invece di intervenire contro l'omicida, fuggì in preda al panico.

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