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"Basta fughe in avanti. Troppa confusione sul Pdl danneggia Forza Italia"

Cicchitto: "Polverone già chiarito. Non rompiamo con gli alleati e la nostra identità non si discute"

"Basta fughe in avanti. Troppa confusione sul Pdl danneggia Forza Italia"
Roma - «Un grande polverone, anzi direi proprio un cocktail esplosivo preparato ad hoc da qualche giornale. E Berlusconi ha chiarito bene come stanno le cose». Quindi, in Forza Italia niente più agitazione da Pdl? «Guardi, più che da noi l’agitazione si è sentita negli altri partiti. In Fi c’era per lo più preoccupazione per quello che si leggeva sui giornali. Ora il dato è chiaro: il Partito della libertà è futuribile, quindi tutto ancora da costruire politicamente in una prospettiva di medio-lungo periodo». Parola del vicecoordinatore nazionale di Fi Fabrizio Cicchitto. Il giorno dopo la diffusione della notizia della registrazione del marchio del Partito delle Libertà, ma soprattutto dopo l’intervento di Silvio Berlusconi, che chiarisce una volta per tutte compito, ruolo e tempi del futuro partito, Forza Italia si sveglia sicuramente con un umore diverso. «Non che sia mai stata messa in discussione l’identità del partito», spiega Cicchitto, «ma è stata fatta troppa confusione».

Da parte di chi?
«Be’, c’è stata innanzitutto una grande forzatura da parte della Stampa. L’articolo dell’altro giorno (edizione di domenica, ndr) mescolava le cose in un modo tale da creare solo una grande confusione, mettendo tutto insieme: il Pdl sembrava sostitutivo di Forza Italia e degli altri partiti della Cdl, la funzione dei Circoli poco chiara, fornendo anche una specie di organigramma politico del tutto inesistente. Un cocktail davvero indigeribile per chiunque. E gli altri partiti che l’hanno presa come una sfida o una provocazione. Ma non è nulla di tutto questo».

Ed invece?
«Il Pdl parte da una vecchia intuizione di Silvio Berlusconi, che risale almeno a due anni fa, riportata tra l’altro in diversi libri, articoli e interviste. Vale a dire il sogno del Partito unico del centrodestra, di cui il Pdl dovrebbe essere il contenitore. Così come appena ribadito da Berlusconi, non si tratta di un’operazione politica di oggi, magari funzionale all’uso strumentale del referendum, ma è un lavoro nella lunga prospettiva. E ciò dovrà avvenire con il consenso di An, Udc (e questo sappiamo è un problema), nuova Dc, nuovo Psi, e stabilendo un patto federativo con la Lega. Insomma nessuna fuga in avanti. Nell’immediato ha ragione Formigoni, occorre un ripensamento politico sul centrodestra e la Casa delle libertà».

E i Circoli della libertà?
«Anche qui ci vuole chiarezza. I Circoli non vanno confusi con tutto il resto. Sono guidati dalla Brambilla e hanno una dimensione appunto da “circolo-associazione”, nulla a che vedere con un partito politico. Il loro ruolo è quello di riuscire a mettere insieme tutti coloro i quali sono contro il centrosinistra ma sono lontani da una dimensione politica in senso stretto».

Buttiglione prevede invece che ci sarà un fuga di berlusconiani da Forza Italia...
«Buttiglione maliziosamente tiene per buono il quadro dato dalla Stampa. Quella che fa il presidente dell’Udc è solo un’esercitazione polemica fatta su elementi di pura confusione.Forza Italia è in campo con il suo trenta per cento, il suo acquisito radicamento territoriale, la forte presenza di cattolici, provenienti da varie esperienze (dalla Dc, da Cl, dall’associazionismo), di laici, di liberalsocialisti. Questa realtà politica, Forza Italia, oggi è impegnata a fare i congressi comunali e provinciali su tutto il territorio, e inoltre, non avendo dimenticato che è nata come movimento è anche aperta a ciò che di nuovo emerge nella società italiana».

Dunque in via dell’Umiltà è tornata la quiete e si pensa ai prossimi obiettivi?
«Sì.

Nell’immediato abbiamo tre impegni politici importanti: definire una nuova legge elettorale, far cadere in Parlamento questo governo in autunno, sferrare una grande offensiva sul terreno del fisco sia con una proposta alternativa sia con una grande manifestazione popolare».

Un altro 2 dicembre?
«Magari anche prima. E se la facciamo sul fisco è auspicabile che ci sia anche l’Udc vista l’intervista che Pier Ferdinando Casini ha fatto ieri sul Corriere della Sera».

Pace fatta con Michela Brambilla?
«Non c’è mai stata guerra. Dico solo che è importante che le cose non si sovrappongano. Se ognuno svolge il suo ruolo senza invasioni di campo, si potrà costruire un progetto politico che porti non solo alla caduta di Prodi, ma anche a un’alternativa di governo credibile».
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