Economia

A Bauli i panettoni Motta e Alemagna

Dal primo luglio gli storici marchi di panettoni Motta e Alemagna torneranno italiani. La multinazionale svizzera Nestlé, che li acquistò nel 1993 dalla Sme del gruppo Iri, li cederà al leader nazionale dei «prodotti da ricorrenza» (panettoni, pandori, colombe), il gruppo Bauli di Verona. La notizia è stata ufficializzata ieri alle rappresentanze sindacali, a cui nelle prossime settimane sarà sottoposto il nuovo piano industriale. Le incognite sulla riorganizzazione del personale e degli stabilimenti hanno già allertato i sindacati che a uno sciopero già indetto nel gruppo Nestlé per domani hanno aggiunto anche il tema «Bauli». L’operazione si svolgerà in due tempi. Nella prima fase i rami d’azienda Motta e Alemagna (relativi solo ai prodotti lievitati: gelati e surgelati restano in capo al gruppo svizzero), compreso lo stabilimento di San Martino Buon Albergo, verranno accorpati in una newco che sarà chiamata Motta srl; subito dopo la nuova scatola sarà acquistata da Bauli.
Da un punto di vista industriale, l’acquisizione risponde a reciproche esigenze. Nestlé persegue la sua focalizzazione nei settori «nutrition, health e wellness», nei quali panettoni e pandori non avrebbero ormai grande spazio strategico. I marchi, inoltre, rispondono a precise logiche di mercato; così una multinazionale globale ha scarso interesse a mantenere nel proprio portafoglio brand forti quasi soltanto nel mercato d’origine, perdipiù - come in questo caso - con cadenza stagionale. Bauli invece si rafforza nel suo «core business», diventando di gran lunga il primo produttore sul mercato italiano. Questa coerenza nello sviluppo del business è la miglior garanzia di salvaguardia delle attività dello stabilimento veronese e della continuità occupazionale, oltre naturalmente che di affidabilità nella gestione dei due marchi storici. Il panettone Motta è oggi il più venduto in Italia e, complessivamente, Motta e Alemagna detengono la seconda quota del mercato dei dolci da ricorrenza in Italia, alle spalle della stessa Bauli che presidia oltre un quarto di tutto il mercato a Natale e Pasqua, con punte anche del 38% nel segmento del pandoro, il suo prodotto originario.
Bauli, tuttora di proprietà della famiglia che la fondò nel 1922, nel 2006-2007 (ultimi dati disponibili) ha fatturato 280 milioni di euro con una media (tra fissi e stagionali) di 1.214 dipendenti. Nestlé Italia fattura 1,5 miliardi di euro sui 73 miliardi dell’intero gruppo (dati 2008). Lo stabilimento veronese di San Martino Buon Albergo, dove sono occupati circa 200 lavoratori stabili e 700 stagionali, fabbrica anche prodotti solubili (tra i quali il Nescafè), che probabilmente saranno spostati altrove. Ma sia il destino dello stabilimento, sia quello dell’occupazione si conosceranno alla presentazione del piano industriale.


Non sono state diffuse informazioni sul valore dell’operazione.

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