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Giornata mondiale dell'ictus cerebrale: la conoscenza salva la vita

Fino al 90% delle diagnosi potrebbero essere evitare correggendo o eliminando determinati fattori di rischio

Giornata mondiale dell'ictus cerebrale: la conoscenza salva la vita

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Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell'ictus cerebrale la cui finalità è quella di informare quante più persone possibili su quelli che sono i sintomi e le conseguenze di un disturbo molto diffuso. I numeri, infatti, parlano chiaro. Esso colpisce annualmente oltre 12 milioni di individui.

Secondo recenti statistiche, in Italia il colpo apoplettico è la terza causa di decesso dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. La mortalità è del 20-30% a 30 giorni dall'evento e del 40-50% a distanza di un anno.

Nonostante i dati allarmanti, è bene sapere che fino al 90% delle diagnosi potrebbero essere evitate correggendo o eliminando i fattori di rischio. Proprio su questi ultimi pone l'accento la World Stroke Organization con l'iniziativa #GreaterThanStroke, ovvero #PiùFortiDell'Ictus. Perché uno stile di vita sano e un'alimentazione bilanciata possono davvero fare la differenza.

Cos'è l'ictus cerebrale

Cervello

L'ictus cerebrale si verifica nel momento in cui i rifornimenti di sangue al cervello si riducono o si interrompono completamente. Il mancato apporto della giusta quantità di ossigeno provoca così la morte del tessuto cerebrale interessato. Il 75% dei casi colpisce soggetti con più di 65 anni, prevalentemente uomini. Esistono due tipologie di colpo apoplettico:

  • ischemico: è il tipo più frequente ed è causato dal restringimento o dalla totale occlusione di un vaso arterioso cerebrale;
  • emorragico: assai pericoloso, è l'esito della rottura di un'arteria cerebrale. La perdita ematica, facendo pressione sul tessuto del cervello, dà spesso luogo a danni irreversibili.

Le cause dell'ictus cerebrale

Il restringimento o l'occlusione di un vaso arterioso può essere la conseguenza di una serie di fattori di rischio che vengono comunemente classificati in modificabili e non modificabili. Sono fattori di rischio modificabili alcune patologie e particolari stili di vita. Si pensi al diabete, all'ipercolesterolemia, al sovrappeso, all'obesità, al fumo di sigaretta, all'abuso di alcol e al consumo di droghe.

Tra i fattori di rischio non modificabili, rientrano invece l'età avanzata, il sesso maschile, l'appartenenza alla popolazione africana, asiatica e caraibica, la familiarità con determinate patologie cardiache e con il cosidetto TIA, ovvero l'attacco ischemico transitorio.

Attenzione anche allo smog e al pisolino pomeridiano. Secondo i ricercatori dell'Università della Giordania l'esposizione per soli cinque giorni all'inquinamento atmosferico aumenta la possibilità di soffrire di ictus (ne abbiamo parlato in questo articolo). La probabilità di incorrere nel colpo apoplettico, a detta degli scienziati del Xiangya Hospital Central South University, è altresì associata a frequenti penichelle (questo l'articolo inerente).

I sintomi e le conseguenze dell'ictus cerebrale

Mal di testa

La sintomatologia dell'ictus insorge rapidamente. Il paziente lamenta subito una strana perdita di forza o di sensibilità ad un arto. A questa manifestazione tipica seguono altri sintomi:

  • Formicolio al viso
  • Disartria (difficoltà nell'articolare in maniera corretta le parole)
  • Afasia (difficoltà a comprendere il significato delle parole)
  • Atassia (mancanza di coordinazione)
  • Mal di testa
  • Visione doppia
  • Confusione mentale
  • Nausea
  • Vomito

Il colpo apoplettico è un'emergenza medica. Intervenire per tempo significa scongiurare la comparsa di complicanze che spesso sono gravi o addirittura mortali. Tra queste figurano la paralisi semi-totale o totale dei muscoli motori, i cambiamenti del comportamento, la perdita della memoria, l'incapacità di ragionamento, le problematiche del linguaggio e della deglutizione.

Trattare l'ictus cerebrale

Non esiste una sola strategia terapeutica per l'ictus, essa varia a seconda della tipologia dello stesso e della sede cerebrale coinvolta. Si può dunque optare per una cura farmacologica a base di antitrombotici e anticoagulanti o per l'intervento chirurgico, la cui finalità è quella di liberare i vasi sanguigni ostruiti. Se il colpo apoplettico è di tipo emorragico, l'operazione serve altresì ad evacuare il sangue in eccesso.

L'ictus, come abbiamo già detto, è purtroppo la prima causa di invalidità a livello mondiale. La scienza cerca in tutti i modi di migliorare le condizioni di vita dei pazienti. A tal proposito è encomiabile il lavoro svolto dai ricercatori dell'Università di Pittsburgh, della Carnegie Mellon University e dell'UPCM, i quali hanno scoperto una nuova neuro-tecnologia in grado di stimolare il midollo spinale e di ripristinare in parte la mobilità degli arti superiori. Ne abbiamo parlato in questo articolo.

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