Cronache

Bentornati cani soldato: Bruno e Chiara hanno trovato una casa

Hanno scortato in Afghanistan i soldati italiani. E ora in Italia fanno una vita da vip

Bentornati cani soldato: Bruno e Chiara hanno trovato una casa

Ha gli occhi buoni e ti guarda per elemosinare carezze. Quando la noti da lontano incute quasi paura, data la stazza, ma poi ti avvicini e ti rendi conto che è docile e affettuosa. Chiara è un bellissimo cane di 14 anni, dal manto bianco e striato. Se non fosse che la sua storia è riportata sulla sua cuccia, messa in un angolo della masseria Provenzani di Casalabate, in provincia di Lecce, nessuno crederebbe che questo bellissimo esemplare viene nientemeno che dall'Afghanistan.

In realtà nel 2012 Chiara e Bruno, il suo compagno di viaggio e di avventure, finirono su tutti i giornali italiani come «i cani soldato di Bala Mourghab», ovvero la fob, la base avanzata del contingente italiano in cui il nostro Paese ha lasciato sul campo anche diversi caduti.

Il primo ad arrivare in base, appena cucciolo, fu Bruno. Era traumatizzato dalle cattiverie perpetrate da qualche afghano: aveva le zampe spezzate e aveva perso la sorellina, uccisa con crudeltà. I militari di fob Columbus lo adottarono subito e divenne la loro mascotte.

Poco dopo arrivò Chiara ed entrambi sono rimasti qualche tempo tra i soldati. Solo che a un certo punto fu decisa la chiusura dell'avamposto e si pose il problema di come fare per non abbandonare quei due amici a quattro zampe che tanto avevano dato a chi per quattro anni aveva vissuto al loro fianco. Furono un tenente, Gianluca Missi e l'Enpa a operarsi per riuscire a far traferire i due cani in Italia. Così il 22 novembre 2012, dopo una lunga trafila burocratica, Bruno e Chiara furono imbarcati su un C-130 della 46esima Brigata aerea di Pisa, con matricole militari e furono portati in Patria. Inizialmente furono accolti nel canile umbro dell'Ente nazionale protezione animali, ma in seguito si pose il problema di trovare loro una casa. Bruno fu preso da Oreste Bocchi, che per tanti anni aveva lavorato nella base di Herat, in Afghanistan e che tuttora vive con lui e le sue figlie al nord. «Ed è incredibile - racconta Oreste -, forse a causa della mia fede politica si è adeguato: ha un'avversione per la gente di sinistra e per i clandestini, che rincorre».

Battute a parte, forse memore di ciò che ha subito nella terra degli aquiloni, il cane non sopporta chi somiglia a chi l'ha torturato, ma odia anche fare il bagno.

Chiara, invece, è stata adottata stabilmente da Salvatore Tafuro, imprenditore titolare dell'RI Group, azienda leader nel settore che si occupa della realizzazione di basi militari e torri di avvistamento.

Tafuro è proprietario della masseria Provenzani di Casalabate, un posto magico immerso nella parte più a nord del Salento. Un luogo in cui Chiara si è accasata perfettamente. «Qui trascorre giornate a dormire - racconta -, ma anche a farsi accarezzare dai moltissimi ospiti della masseria. Adesso che ha 14 anni è un po' acciaccata, ma ha ancora il suo bel caratterino».

Convive, infatti, serenamente con altri animali, tra cui un cavallo e degli asini, ma non sopporta molto i cani che non conosce. Ogni tanto fa lunghe passeggiate intorno alla masseria, ma poi torna puntuale, all'ora dei pasti, per farsi coccolare dalla cuoca Giulia e per ricevere qualche carezza da tutti coloro che si fermano ad ammirarla. La masseria, peraltro, è spesso frequentata da molti militari e tutti sanno la sua storia e chiedono di lei.

Chiara li guarda e quando le dicono «ti ricordi che ci siamo incontrati a Bala Mourghab?», lei sembra capire e allunga la zampa in segno di riconoscenza. Perché anche lei è un pezzo di una storia lunga decenni che all'Italia ha portato via 54 vite, in una terra brulla e arida che non ci ha dato forse molto, ma che ha regalato anche qualche emozione.

Almeno quella di aver salvato due amici a quattro zampe da morte certa.

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