Benzina, Visco ora scopre che può ridurre il costo

Il viceministro: possibile usare una norma del ’99 che permette di "sterilizzare" l’Iva in caso di aumenti internazionali del carburante. Oggi l’incontro tra governo e Unione dei petrolieri. Il presidente De Vita reagisce: "Basta aggressioni". D’Antoni: fanno cartello

Benzina, Visco ora scopre 
che può ridurre il costo
Roma - A questo punto la domanda sorge spontanea. Ma quanto ha pagato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, per fare il pieno alla sua Croma? Perché dalla tappa del premier al distributore qualcosa si è smosso sul fronte caldo del caro benzina. E dopo i tagli dell’Eni, seguiti da quelli dei marchi principali, dopo i moniti dell’Antitrust e la presa di coscienza che «il problema non è inesistente» (come aveva ammesso lo stesso Prodi), in vista dell’incontro di oggi il governo va in pressing sulle compagnie petrolifere. E lo fa con il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco, che annuncia di aver dato incarico ai propri uffici di valutare la possibilità di una «sterilizzazione» dell’Iva in caso di aumenti dei prezzi internazionali dei carburanti, in modo da ridurre l’impatto sui prezzi al consumo della benzina. Un provvedimento che permetterebbe di attivare una norma «ammortizzatore» già prevista dal decreto legge 383 del 1999, ma solo una volta verificata la compatibilità con la legislazione vigente e con gli accordi in ambito europeo. In base all’articolo 1, infatti, con un decreto ministeriale di concerto tra Economia e Industria, sarebbe possibile far variare l’aliquota delle accise sui prodotti petroliferi e «compensare» così gli effetti dell’Iva quando crescono i prezzi internazionali del greggio e dei prodotti raffinati. Salvo riprendere il «normale» funzionamento dell’imposta nel momento in cui le quotazioni del petrolio tornano a calare. Un intervento sulle accise che comunque, sottolinea Visco, «potrebbe riguardare solo il caso di picchi eccezionali di variazione».

E proprio su questo tema il viceministro risponde ai petrolieri che, accusati di avere costituito una lobby, si sono difesi puntando il dito sulla pressione fiscale. «Le accise - ricorda - si basano sulla quantità dei consumi e l’Iva incide solo per il 20% cento dell’aumento del prezzo. A riprova che la polemica dei petrolieri sul fisco è fuorviante e sbagliata - aggiunge Visco - oltre alle statistiche europee, va anche ricordato che nei primi mesi dell’anno il fisco ha ottenuto un gettito inferiore dai prodotti petroliferi perché l’inverno caldo ha provocato una riduzione dei consumi e perché il calo dei prezzi internazionali ha inciso sul gettito dell’Iva».

A mettere il carico da undici, ci pensa poi il viceministro dell’Industria, Sergio D’Antoni, che bolla l’atteggiamento dei petrolieri «più vicino a un cartello che ad un mercato concorrenziale». Un’affermazione pesante, ma in linea con la strategia che sembra delinearsi per il vertice di oggi. Ossia, «noi abbiamo fatto il nostro annunciando la riduzione delle accise, ora la palla passa a voi». Un concetto che in mattinata dai microfoni di Radio Anch’io lo stesso D’Antoni aveva espresso in modo esplicito dichiarando l’obiettivo del vertice, cioè chiedere alla compagnie «comportamenti più virtuosi» abbassando i prezzi a livello delle «colleghe» europee. Anche se, puntualizza, da parte del governo «non c’è nessuna intenzione di sostituirsi all’Antitrust». Un «invito» a cui reagisce il presidente dell’Up, Pasquale De Vita, che dice «basta a questa aggressione contro i petrolieri» e nega che ci sia in atto una speculazione legata all’esodo estivo. E sottolinea che il picco massimo dei consumi si registra a maggio e non ad agosto, mese in cui «i consumi sono tra i più bassi dell’anno».

Sul differenziale poi, ricorda che il gap reale col resto dell’Ue è di 3.5 centesimi al litro, dovuto a una serie di fattori, «a cominciare dal “servito” che nel nostro Paese è il 70 per cento dell’erogato mentre in tutta Europa funziona il self service».

E mentre il Codacons si dice pronto a presentare un esposto alle procure e all’Antitrust sullo «scandalo» del caro benzina, Adusbef e Federconsumatori approvano gli interventi annunciati da Visco ma chiedono, con un provvedimento analogo, di «tagliare l’erba sotto i piedi del libero arbitrio dei petrolieri» e rendere trasparenti i prezzi comunicando agli utenti «quanto sono costati all’ingrosso quei litri di carburante che si stanno pagando al dettaglio».
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