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Berlusconi: "Consulta organo politico" Fini si smarca, Colle: "Violento attacco"

Il premier al Ppe: "La sovranità in Italia è passata dal parlamento al partito dei giudici. La Consulta non è più un organo di garanzia, ma politico". E poi, nel dopocena, ai giovani del Ppe: "Dal presidente della Camera a quello della Repubblica, tutti contro di me". Fini si smarca ma i suoi lo lasciano solo: "Chiarisca il pensiero sulla Consulta". La replica: "Stanco delle ipocrisie, nulla da chiarire". Napolitano: "Violento attacco alle istituzioni". L'Anm: "Meno male che c'è la Carta". Alfano: "Giudizi ineccepibili"

Berlusconi: "Consulta organo politico" 
Fini si smarca, Colle: "Violento attacco"

Bonn - Berlusconi sceglie la tribuna del Ppe per scagliare un potente attacco contro la magistratura. Contro quel "partito dei giudici che vuole sovvertire la sovranità popolare". Il premier accusa anche la Corte Costituzionale di essere "un organismo politico". La tempesta si scatena con la reazione del presidente della Camera. Il co-fondatore del Pdl Fini coglie l'occasione per smarcarsi nuovamente dal leader: "Berlusconi chiarisca meglio, io non condivido le parole sulla Consulta". Quando il premier lascia la sala del Ppe replica subito: "Non c’è niente da chiarire, sono stanco delle ipocrisie, tutto qua...". Poi arriva la tirata d'orecchi di Napolitano: "Rammarico e preoccupazione per l'attacco violento alle istituzioni".

Berlusconi contro i giudici "Permettetemi di parlare un secondo del mio Paese: l’Italia è la terza economia d’Europa, ha una maggioranza forte e coesa, un governo molto operativo e un premier... super, che godeva di oltre il 60% di apprezzamento dopo la soluzione del problema rifiuti, e il 68% dopo il terremoto. Purtroppo, esiste una sinistra che mi ha attaccato inventandosi calunnie di tutti i tipi che però mi hanno rafforzato perchè la gente dice: "mamma mia dove troviamo uno forte e duro con le palle come Berlusconi". Lo ha dichiarato il premier salendo sul palco del congresso del Ppe a Bon. "La sovranità oggi in Italia, e non credo di dire una cosa eccessiva, è passata dal parlamento al partito dei giudici. La Corte Costituzionale non è più un organo di garanzia, ma in Italia è diventato un organo politico. Il partito dei giudici di sinistra - continua Berlusconi - si è rivolto alla Consulta che è composta da 11 membri su 15 da componenti di sinistra e abroga le leggi fatte. In sostanza la sovranità è passata dal parlamento al partito dei giudici" ha proseguito il premier. Dopo che il Lodo Alfano è stato "abrogato" dalla Corte Costituzionale, ha concluso Berlusconi , "è ricominciata la caccia all’uomo da parte dei pm".

"Cambieremo la costituzione"
"In Italia succede un fatto particolare di transizione a cui dobbiamo rimediare: la sovranità, dice la Costituzione, appartiene al popolo" e il Parlamento "fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale" e la Corte "abroga la legge". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, sottolineando che la maggioranza "sta lavorando per cambiare situazione anche attraverso una riforma della Costituzione". Poi ha parlato dell'accanimento della magistratura nei suoi confronti: "Nonostante le centinaia di procedimenti e delle migliaia di udienze che mi garantiscono un record universale della storia sono stato sempre assolto perché per fortuna è solo una parte dei giudici che sta con la sinistra, mentre i giudici soprattutto del secondo e terzo livello sono giudici veri come negli altri Paesi".

Ai giovani del Ppe: "Tutti contro di me" Durante il dopocena con i giovani italiani del Ppe a Bruxelles, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è ritornato sulle parole pronunciate in mattinata. In particolare, secondo quanto viene riferito, il premier si sarebbe lamentato delle reazioni suscitate in Italia: "Dal presidente della Camera a quello della Repubblica al presidente dei senatori del Pd - avrebbe detto - sono tutti contro di me, ne hanno dette di tutti i colori". Il Cavaliere sarebbe anche tornato a puntare il dito contro la trasmissione "Annozero" raccontando di quanto gli aveva riferito Paolo Bonaiuti sulla puntata di ieri sera sulla mafia. Il premier avrebbe definito "teatrali" le accuse a lui rivolte. In Campania ci saranno delle sorprese, ha proseguito, per la candidatura, secondo quanto riferito da diversi presenti, Berlusconi ha sostenuto che si sta profilando un nome esterno alla politica e che si attingerà dalla società civile.

Fini si smarca Gianfranco Fini "non condivide" le parole di Berlusconi sulla Corte Costituzionale e sui giudici al congresso del Ppe. E lo invita a "precisare meglio" il suo pensiero ai delegati del Partito Popolare Europeo per "non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo". Il presidente della Camera lo afferma in una dichiarazione. "È certamente vero che la sovranità appartiene al popolo - afferma Fini - ma il presidente del Consiglio non può dimenticare che esso 'la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione' (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indichino chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte Costituzionale. È la ragione per la quale - sottolinea il presidente della Camera - le parole di Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo".

Napolitano: "Preoccupato per Berlusconi" "In relazione alle espressioni pronunciate dal presidente del Consiglio in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla Costituzione italiana, il Presidente della Repubblica esprime profondo rammarico e preoccupazione. Il Capo dello Stato continua a ritenere che, specie per poter affrontare delicati problemi di carattere istituzionale, l’Italia abbia bisogno di quello spirito di leale collaborazione e di quell’impegno di condivisione che pochi giorni fa il Senato ha concordemente auspicato". Lo rende noto un comunicato del Quirinale.

L'Anm: "Meno male che c'è la Carta" "Per fortuna di tutti l’ordinamento italiano e la Costituzione vigente prevedono organi di garanzia e il controllo dell’operato di qualsiasi potere e ordine, magistratura compresa". I vertici dell’Anm replicano al nuovo attacco venuto dal presidente del Consiglio. "Ovviamente - affermano in una nota congiunta il presidente dell’Anm Luca Palamara, il segretario Giuseppe Cascini, il vicepresidente Gioacchino Natoli - la Corte Costituzionale, come in ogni Paese del mondo che ne preveda l’esistenza, giudica le leggi approvate dalle maggioranze parlamentari, di qualsiasi colore e orientamento politico. La magistratura italiana - sottolinea ancora l’Anm - non accetta classificazioni e inquadramenti forzati, che di volta in volta la colorerebbero di rosso o di nero, a seconda dei destinatari delle indagini; e di colore opposto quando assolve".

Alfano: "Giudizi ineccepibili" "L’idea che la Corte Costituzionale sia un organo meritevole di un intervento riformatore e di modifica nel suo funzionamento pende già da 60 anni". Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nel definire "assolutamente ineccepibile" l’intervento del premier a Bonn, cita i dubbi di Palmiro Togliatti a dimostrazione del fatto che "la Corte Costituzionale aveva in sé già il rischio di politicizzazione, e a dirlo è stato il più grande leader della sinistra".

Nel corso della puntata di Porta a Porta il Guardasigilli cita uno scritto di Togliatti del ’47 quando, nel corso dell’Assemblea Costituente, definì una "bizzarria" la previsione della Corte Costituzionale che avrebbe collocato "illustri cittadini al di sopra di tutte le assemblee".

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