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Berlusconi: "Il disegno di legge sui reduci di Salò sarà ritirato"

Il presidente del Consiglio interviene, e chiude, la polemica sul disegno di legge per parificare i partigiani con i repubblichini della Rsi. Il segretario del Pd Franceschini ieri ha chiesto al premier di ritirarlo dopo il suo intervento a Onna sulla Resistenza. Il premier: ci sono le condizioni per superare il passato.  Il discorso del presidente del Consiglio per il 25 aprile: "La festa della Liberazione è la festa della libertà"

Berlusconi: "Il disegno di legge 
sui reduci di Salò sarà ritirato"

Rho-Pero - "Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato", il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi interviene, e chiude, la polemica sul disegno di legge che prevede la parificazione dei partigiani con i repubblichini della Rsi. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ieri ha chiesto a Berlusconi di ritirarlo dopo il suo intervento, a Onna, sulla Resistenza.
"Mi sembra che, anche leggendo la stampa, si possa pensare davvero a superare il periodo che abbiamo alle spalle e di andare verso un comune sentimento nazionale", ha poi aggiunto, commentando la giornata di ieri per le celebrazioni del 25 aprile. "Ho detto che il 25 aprile dovrebbe veramente diventare la festa della riacquistata libertà".
"Ho sempre pensato - ha aggiunto Berlusconi riferendosi al suo discorso di ieri - che se si ritiene che siano maturi i tempi perché si guardi insieme al passato e si progetti insieme il futuro, questo mi fa molto piacere". 

Franceschini: una buona cosa Il leader del Pd Dario Franceschini risponde con una battuta alla richiesta di un commento sull'annuncio fatto nel corso di un incontro a Venezia che il premier Silvio Berlusconi è pronto al ritiro del pdl che mette sullo stesso piano partigiani e repubblichini. "Mi hanno detto - afferma - che poteva essere un boomerang invitare Berlusconi in piazza per il 25 aprile. Poi gli ho chiesto anche di ritirare il pdl. Questa seconda cosa è un boomerang o è una cosa buona?".

Formigoni: passi per la pacificazione solo dal Pdl Per il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni i fischi a lui rivolti ieri durante il corteo per il 25 aprile a Milano, ma anche i numerosi cartelli con su scritto "Meno male che Silvio non c'é", sono la dimostrazione che solo il centrodestra ha raccolto l'appello alla pacificazione del presidente della Repubblica. "I passi avanti verso una pacificazione del Paese - ha osservato Formigoni - sono stati fatti soltanto dal centrodestra: i fischi che ci sono stati a Milano e a Roma dimostrano che a sinistra l'appello di Napolitano è caduto nel vuoto". Il governatore ha letto le contestazioni di ieri contro i leader di centrodestra, come la dimostrazione del sentimento di intolleranza e di risentimento che ancora prevale in buona parte del centrosinistra. "Un atteggiamento - ha chiosato Formigoni - che dimostra la pretesa di attribuire solo a una parte, la propria, un ruolo democratico nella lotta di liberazione e che nel tempo ha spinto molte persone ad allontanarsi dalle celebrazioni del 25 aprile". Pur prendendo atto delle doverose prese di distanza del segretario del Pd Dario Franceschini, Formigoni non ha affatto apprezzato le giustificazioni che invece sono state date ai fischi da alcuni politici di sinistra. "Queste giustificazioni - ha concluso Formigoni - chiudono la sinistra italiana in un buco sempre più oscuro, fatto di solipsismo e di presunzione di autosufficienza. Purtroppo il Paese non può ancora godere di una sinistra moderna e riformista, che ieri ha dimostrato di essere ancora arroccata negli errori del passato".

La Russa e Albertini: fiori su tombe partigiani e Rsi L'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini ha accompagnato il ministro della difesa Ignazio La Russa al campo della Gloria e al campo 10 a deporre due mazzi di fiori sulle tombe dei partigiani milanesi e dei repubblichini. Albertini durante gli anni del suo mandato dopo la deposizione della corona al monumento dei partigiani al campo della Gloria si è sempre recato al campo 10 senza la fascia tricolore. "Siamo stati - ha detto Albertini - antesignani di questo desiderio di unità nazionale e pacificazione.

Allora eravamo molto criticati e persino negletti, c'era un'aggressione verbale violenta per questo gesto, oggi sembra che sia condiviso dalle cariche dello Stato e dall'opinione pubblica".

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