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Berlusconi punta sul Sud "Dal premier solo promesse"

Il Cavaliere a Napoli per sostenere l'azzurro Lettieri: "Basta politici, Forza Italia sceglie uomini d'impresa". Meloni? "Non può essere un buon sindaco per la Capitale"

Berlusconi punta sul Sud "Dal premier solo promesse"

Rush finale per campagna elettorale di Berlusconi che oggi arriverà a Napoli per tirare la volata al candidato azzurro Gianni Lettieri. Berlusconi e il Sud: un rapporto strettissimo, nonostante l'ex premier sia di Milano: «Mi ritengo un napoletano nato al Nord», esordisce il Cavaliere in due interviste ad alcuni emittenti locali. Poi parla subito di politica: «Renzi fa soltanto promesse; anche per il Sud. Ma il premier non indica mai dove trova le risorse». E poi specifica: «Io non lavoro per indebolire Renzi a prescindere; ma lavoro per dare una valida alternativa a questo governo che è illegittimo e abusivo».

Berlusconi, quindi, torna sul concetto degli «uomini del fare»: «La scelta di nuovo di Lettieri è dovuta al fatto che eravamo convinti la volta scorsa che sarebbe stato un buon sindaco perché è un uomo che viene dalla trincea del lavoro e dell'impresa». Non solo: «Lo abbiamo confermato lui con una motivazione in più: ha fatto un'opposizione precisa, puntuale, guidando il gruppo di Forza Italia nel consiglio comunale per cinque anni e ha conosciuto tutti i problemi dell'amministrazione».

Il Cavaliere entra anche nella polemica che in questi giorni vede contrapposti il sindaco De Magistris e Renzi. I due non si possono vedere e Berlusconi afferma: «I rapporti tra loro sono tesi? Credo che il modo di collaborare tra un'autorità locale e l'autorità nazionale sia esattamente l'opposto. Ho sempre avuto un grande colloquio con tutti i sindaci, i presidenti di Regione, i presidenti di Provincia d'Italia e cercavo sempre di non dare materia di contendere». E ancora: «Forza Italia - dice - oggi si sta rinnovando e si sta aprendo a persone che arrivano dalla trincea del lavoro». E in effetti gli azzurri appoggiano con convinzione, a Napoli, Milano e Roma, esponenti della società civile prima che politici di professione. Per Roma, ad esempio, Berlusconi torna a lanciare Marchini e in un certo senso rettifica quanto dichiarato mercoledì sera a Porta a Porta: «Ho detto che in un eventuale ballottaggio tra Raggi e Meloni sosterrei la Meloni. È una cosa naturale ma ho risposto a una domanda trabocchetto. Avrei dovuto dire di votare Forza Italia e quindi Marchini, fermandomi lì». Non solo; sulla Meloni dice: «Non credo che una professionista della politica possa essere un buon sindaco soprattutto per una città difficile e piena di problemi come Roma». E ancora: «Io sono sempre stato ottimista: e a poco a poco tutti gli italiani capiranno cosa è successo e cosa sta accadendo». Quindi Berlusconi rievoca i quattro colpi di Stato fa un excursus storico fino ad arrivare al governo Renzi. Governo presieduto da un personaggio che non è mai stato eletto da nessuno e che sta occupando l'occupabile. Non ultima la Rai».

Intanto, a palazzo Grazioli, si applaude a un successo tutto azzurro a Bruxelles, grazie all'europarlamentare di Forza Italia, Lara Comi. La quale era la relatrice di un rapporto, approvato ieri, che impone alla Commissione Ue di legiferare su alcuni temi fondamentali per il nostro Paese: la compensazione tra i debiti della Pa e la tassazione per cui se lo Stato deve 100 e la controparte 80, è automatico che lo Stato debba dare 20; una seconda chance se un'azienda è fallita per crediti non riscossi o per calamità naturali: in questo caso la Ue aiuterà l'impresa; un'armonizzazione fiscale sull'e-commerce; la semplificazione per creare una nuova impresa; ma soprattutto nuove norme sul «made in»: sarà obbligatorio indicare l'origine territoriale dei prodotti. «Abbiamo vinto con uno scarto di 300 voti tra favorevoli e contrari.

Un grande successo: ha vinto il sistema Italia».

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