Economia

Borse in perdita, spread ancora sopra i 530

Dopo un venerdì nero e un lunedì persino peggio, le Borse europee sono in rosso, trainate da Madrid e Milano, ai minimi storici da quando è stato lanciato l'euro. Lo spread chiude a 537 punti base, lo stesso livello del 17 novembre, quando si avvicendavano a Palazzo Chigi Monti e Berlusconi. La Spagna chiede l'attuazione dello scudo antispread. Francia e Italia smentiscono di averne fatto richiesta insieme a Madrid

Borse in perdita, spread ancora sopra i 530

Dopo un venerdì nero, un lunedì persino peggio e una partenza incerta, le Borse europee sono tutte in negativo, soprattutto dopo che nella notte Moody's ha assegnato l'outlook negativo alla Germania. A pesare è anche il calo della fiducia delle imprese francesi che a luglio passa da 91 a 90 punti base. Dopo un'apertura appena sopra il pareggio per tutte, il Dax di Francoforte chiude a -0,45% a 6.390,41 punti, il Cac 40 di Parigi a -0,87% a 3.074,68 punti e l’Ftse 100 di Londra perde lo 0,63% a 5.499,23 punti. Crollano Madrid (-3,3%) e Piazza Affari che perde il 2,71%. Raffica di sospensioni a Milano: tra i titoli fermati in asta di volatilità Mediolanum, Mediobanca, Mediaset, Generali, Enel, Mps, Bper e A2A. L’indice Ftse Mib ha toccato un record negativo di 12.299,99 punti, il minimo dal lancio dell’euro, superando anche il minimo storico di 12.332,00 punti, toccato nel marzo 2009.

Dopo un avvio a 502 punti base, risale pure lo spread tra Btp e Bund decennali e vola a 537 punti base, i livelli del 17 novembre (quando Monti prendeva il posto di Berlusconi a Palazzo Chigi) e il massimo da gennaio. Il rendimento sale al 6,53%. Lo spread calcolato sui Bonos spagnoli ha toccato i 638 punti base con un tasso del 7,6%.

La Spagna ha chiesto a Bruxelles "l’applicazione immediata" degli accordi presi al consiglio europeo di fine giugno, tra cui lo scudo antispread (la possibilità di utilizzare il fondo salva Stati Efsf per effettuare acquisti calmieranti di bond). "La rapidità è una condizione essenziale del successo di tutte le azioni europee", ha detto il segretario di stato spagnolo per l’Unione europea Mendez de Vigo, "e c’è un divario preoccupante tra le decisioni prese dal Consiglio europeo e la loro applicazione". In un primo momento, si parlava di una decisione congiunta presa da Rajoy, Monti e Hollande, ma sia Francia che l'Italia hanno smentito questa ipotesi: "È una pura invenzione, non esiste", ha detto una fonte autorevole del governo francese, mentre una del governo italiano si è detta "stupita" della notizia.

Sembra in realtà che l’appello all’Ue sia stato fatto durante la riunione del Consiglio Affari generali e non è quindi frutto di una nota coordinata tra le tre cancellerie.

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