Politica

Bossi celebra l'Unità Ma i deputati leghisti restano fuori dall'aula

Il Senatur: "Io ci sono e festeggio". Maroni presente, giallo su Calderoli. Bersani attacca: "Coerenza o vadano a casa"

Bossi celebra l'Unità 
Ma i deputati leghisti 
restano fuori dall'aula

Roma - Dopo giorni di polemiche, la protesta leghista sull'Unità d'Italia è rientrata. I ministri del Carroccio si sono presentati al gran completo a Roma per il discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alle Camere. Tutti presenti, nessuno escluso. "La Lega assente? Io ci sono". Con queste parole il Senatur Umberto Bossi ha liquidato giorni di polemiche e fatto rientrare le richieste di dimissioni da parte dell'opposizione.

I leghisti presenti alle commemorazioni Sono solo cinque i leghisti a partecipare, nell’aula di Montecitorio, alla solenne cerimonia per i 150 anni dell’unità d’Italia alla presenza del capo dello Stato. Nell’emiciclo il Carroccio è rappresentato dal suo leader Umberto Bossi, dal titolare del Viminale Roberto Maroni, dal ministro Roberto Calderoli e dal sottosegretario Sonia Viale. L’unico "deputato semplice" della Lega Nord presente in aula è Sebastiano Fogliato, componente della commissione Agricoltura a Montecitorio. "Non è obbligatorio stare al governo - ha subito attaccato il leader Pd, Pierluigi Bersani - ma chi ha giurato sulla Costituzione e sulla bandiera deve essere coerente o altrimenti va a casa. E di questo deve rendere conto il capo del governo". Poi ha concluso: "Serve un minimo di coerenza e di dignità".

Giallo sulla presenza di Calderoli I ministri Bossi e Maroni e il sottosegretario Viale non si uniscono mai agli applausi che si levano nell’aula di Montecitorio. Bossi prende di tanto in tanto in mano una pubblicazione che è stata edita per l’occasione dalla Camera, che ha nel frontespizio una riproduzione dell’Italia turrita: prende il volume, ci giocherella, lo ripone sul tavolo. A poca distanza da lui, sullo stesso tavolo, i ministri Brunetta, Alfano e Vito hanno spiegato due piccole bandiere tricolori. Impassibili, Maroni e il sottosegretario Viale. Infine, c’è il "giallo Calderoli": il ministro per la Semplificazione, che era stato visto all’inizio della cerimonia, non sembra più essere in aula. Di sicuro non è seduto ai banchi del governo.

Bossi apprezza Napolitano Al termine delle celebrazioni il ministro delle Riforme fa sapere di aver apprezzato il discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "E' stato un buon discorso, Napolitano è una garanzia", ha detto il leader della Lega ai giornalisti che lo hanno interpellato nel corridoio dei ministri. Quanto all’assenza dei deputati e dei senatori del Carroccio, Bossi commenta: "C’eravamo quasi tutti. E comunque chiedete ai capigruppo".

Nel futuro due Italie Non sono tuttavia mancate le contestazioni alle celebrazioni. "È fuori luogo buttare via tutti questi soldi". Mario Borghezio, in collegamento da Bruxelles, ribadisce a Omnibus la propria contrarietà all’istituzione di una giornata di festa nazionale in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia. "Sarebbe stato meglio che lavorassero" aggiunge riferendosi agli esponenti della politica che presenzieranno all’Altare della Patria. "La corona all’Altare della Patria sarebbe stato meglio se l’avessero portata il presidente della Repubblica, i corazzieri e i rappresentanti delle Forze Armate". Poi la previsione fosca sul futuro: "Il destino, il vento della storia porterà a due Italie. Il Belgio docet. Il Belgio non è lontano. Le esigenze della storia e dell’economia imporranno due nazioni. Gli italiani saranno i nostri migliori vicini di casa" ha poi detto Borghezio. Che ha concluso con due considerazioni su Federalismo ("Questo Federalismo è il meglio che si possa fare") e Cavour: "Considero Cavour come un genio padano, ha modernizzato il Paese".

Boni e l'alzabandiera Critiche da parte del presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni (Lega), alla cerimonia dell’alzabandiera. "Tirar su delle bandiere sul piazzale e prendere la gente che è in fila per visitare il Palazzo della Regione e portarla alla cerimonia, diventa un po' molto Ventennio" ha chiarito Boni secondo cui "oggi in Regione sono venuti in tanti, ma non per la festa. La gente ha approfittato della festa per venire a vedere il Palazzo della Regione". Secondo Boni, che sta incontrando i cittadini in visita all’aula del Consiglio regionale, oggi "è importante non stare dentro ai mausolei a fare iniziative retoriche, ma stare in mezzo ai cittadini".

A Varese spunta il tricolore Una bandiera tricolore è spuntata a sorpresa sul balcone della sede della Lega Nord Varese, fatto che sta suscitando la curiosità dei passanti nella giornata delle celebrazione per le celebrazioni dei 150 anni dell’Italia unita. I locali del Carroccio sono chiusi ma, interpellati telefonicamente alcuni iscritti hanno sostenuto di non sapere nulla della bandiera, che dunque potrebbe essere stata messa da qualcun altro. Il piccolo giallo non è comunque stato ancora chiarito: il Tricolore è in bella mostra su una delle piazze principali di Varese accanto a una bandiera della Lega lombarda e a una con il Sole delle Alpi. Questa sede della Lega tra l’altro è la primissima aperta da Umberto Bossi e per i leghisti ha un alto valore simbolico. Proprio sotto il balcone del primo piano, curiosità nella curiosità, c’è una targa posta nel secolo scorso e che ricorda il passaggio in città di Giuseppe Garibaldi. Numerosi passanti, molti reduci dalla cerimoniadell’alzabandiera di questa mattina, in una piazza non distante, stanno scattando foto con i telefonini dalla strada.

Salvini contestato a Milano Il capogruppo della Lega Nord a Palazzo Marino, Matteo Salvini, è stato duramente contestato oggi davanti alla sede del Comune dove, con una scrivania, stava attuando la sua singolare forma di protesta contro la decisione di tenere gli uffici chiusi in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia. Assieme ad alcuni esponenti del Carroccio Salvini ha anche distribuito la bandiera di San Giorgo, vessillo di Milano, in aperta contestazione contro la decisione presa da altri enti milanesi di donare il tricolore a chi ne facesse richiesta.

Alcuni passanti hanno gridato contro Salvini diversi "vergogna, vergogna" e "fuori la Lega dallo Stato", costringendolo ad abbandonare l’iniziativa.

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