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Bossi: "Fini? Vuole solo soldi da sprecare al Sud"

Il Senatùr dice "no" al governo tecnico: "E' come l'anguria, verde fuori e rossa dentro". Poi difende il porcellum: "Permette di presentare un programma elettorale prima delle elezioni. Non si ritorna ai tempi della marmaglia che ha infestato questo Paese"

Bossi: "Fini? Vuole solo soldi da sprecare al Sud"

Ponte di Legno - Difende la legge elettorale vigente, il leader della Lega Umberto Bossi. Di più. Sostiene che è "ottima", anzi "perfetta". Parlando a Ponte di Legno, dove ieri sera il ministro delle Riforme ha parlato al consueto comizio di Ferragosto, Bossi ha detto sul palco accanto all'estensore della legge e suo compagno di partito: "Calderoli, tu dici sempre, a mio parere sbagliando, che la nuova legge elettorale è brutta. Ma a mio parere è un'ottima legge. Una legge che permette di presentare un programma elettorale prima delle elezioni, a differenza dell'altra legge". Poi torna ad attaccare il presidente della Camera, Gianfranco Fini: "Tremonti ha come nemico Fini perchè vuole i soldi da sprecare al Sud".

Fare un governo Il leader della Lega Umberto Bossi torna a promettere che la Lega "non permetterà" un governo tecnico che servirebbe "soltanto a cambiare le leggi che non piacciono alla sinistra" e da Ponte di Legno avverte: "Non lo permetteremo, perché sarebbe un disastro. Per fare un governo ci si impiega cinque minuti. Però ci impiega altrettanto a cadere se non ha i voti". E ripetendo una battuta di Roberto Calderoli ha aggiunto che un governo tecnico "è come l’anguria, verde fuori e rosso dentro". Parlando al consueto comizio di Ferragosto a Ponte di Legno, Bossi ammette: "Adesso siamo in un momento un po' difficile", in cui c'è il rischio che qualcuno possa "abborracciare qualche governo tecnico". Il ministro delle Riforme spiega quali sono questi rischi: il governo tecnico "farebbe una nuova finanziaria, farebbe saltare in aria tutti i conti dello Stato, farebbe una nuova legge sull'immigrazione e ci riempirebbero di nuovo di immigrati". Bossi, che afferma di parlare "a nome di milioni di uomini, milioni di veneti, gagliardi e forti, di lombardi, gagliardi e forti, di piemontesi", assicura che tutti "scenderebbero in piazza". L'obiettivo principale, in queste condizione, sono le elezioni. "Contro le truffe messe in piedi dal palazzo, non resta che via maestra. Il voto. E' il popolo che elegge i governi e i premier. Non li elegge il palazzo. Noi siamo bravi e buoni, però che non ci rompano i coglioni".

"Elezioni, decide Napolitano" Sulla tempistica delle elezioni "è solo il presidente della Repubblica a decidere", ha proseguito Bossi, "e io non faccio dichiarazioni contro il presidente della Repubblica". Con Napolitano - ha detto -, il "rapporto è nato andando là, a parlarci. Non è uno che dice no. Le leggi le ha firmate", anche quelle sul federalismo. "È uno che accetta il cambiamento". 

La spallata secessionista "E' chiaro che il nord non può stare mica lì a veder saltar tutto, si farà sentire", spiega Umberto Bossi secondo cui con un governo tecnico "il Nord se ne va". Quindi, assicura il leader della Lega. "La spallata non è stata ancora decisa, non è il momento di fare quelle cose lì". E cioè: niente secessione. "No, io ho ottenuto che la Lega portasse a casa tutto quello che si può portare a casa democraticamente. Non è il momento di fare quelle robe lì". Bossi ripete il concetto: un governo tecnico significa "Mettere in casino i conti del Paese. Più cambia la legge elettorale. Più cambia la legge sull'immigrazione. E' l'inizio di un gran casino". Per Bossi, "il nord deve fare due passi: Il federalismo e il decentramento. E questo prima di pensare a qualsiasi altra soluzione. Sennò sarebbe sprecare tempo e far casino inutilmente. La gente vuole vedere che si fanno cose ragionevoli e ragionate".

Il valore della Lombardia I rapporti diplomatici dell'Italia con l'estero sono possibili per il prestigio della Lombardia e delle due altre regioni del nord, Piemonte e Veneto. Secondo Bossi "è la Lombardia che mantiene tutto lo Stato italiano. Di più. Senza la Lombardia l’Italia all’estero non la riceve nessuno". "All’estero l’Italia la ricevono non per gli italiani, non per la luminosa storia d’Italia, ma perché c’è la Lombardia - ha aggiunto il ministro delle Riforme - perché ci sono i lombardi. E' un grande popolo, un popolo di lavoratori, assieme a due altri grandi popoli: i veneti e i piemontesi. Grandi popoli che permettono all’Italia di essere ricevuti da altri Paesi, che altrimenti non li ricevebbero neppure. Mica la ricevono perché si chiama Italia".

"Se andate in centro a Londra trovate Lombard Street, mica trovate Italian street", ha concluso Bossi per avvalorare la sua tesi.

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