Politica

Braccio di ferro Pdl-Dc

Gli opportunisti ex-Dc, salvati dalla ciambella del berlusconismo, saliti a bordo quando aveva il vento in poppa, ora sono i primi a scendere sdegnati in vista delle secche

Braccio di ferro Pdl-Dc

Sono passati quasi trent’anni da quando Luigi Pintor, fondatore del quotidiano il Manife­­sto , scrisse un celebre articolo inti­tolato: «Non moriremo democri­stiani ». Ne era sicuro, ma la storia ha avverato solo in parte quella si­nistra (di provenienza) profezia. Finita ingloriosamente la glorio­sa stagione di comando, i demo­cristiani superstiti alla scompar­sa della Dc sono stati salvati dalle ciambelle di salvataggio lanciate da Berlusconi.

Alcuni lo hanno fatto convinta­mente, altri, la vecchia guardia, si sono comportati da camaleonti in un ambiente a loro in realtà estraneo: il berlusconismo. In molti casi la definizione più giu­sta è: opportunisti. Sono stati i pri­mi a salire sulla barca di Silvio quando aveva il vento in poppa, sono i primi a scendere sdegnati in vista delle secche. Sono fatti co­sì. Da Cirino Pomicino (esperto di tangenti) a Beppe Pisanu (esperto a coprire banche in falli­mento, come l’Ambrosiano) a Vincenzo Scotti (esperto di pastic­ci coi fondi neri dei servizi segre­ti), ogni giorno porta un nuovo voltagabbana targato Dc. Chi va diritto con Fini (Pisanu), chi vuo­le allearsi alla sinistra (Casini), chi basta che non ci sia Berlusco­ni ( Formigoni), chi basta che salti fuori qualche cosa (Scajola).

Pisanu, Scotti e Cirino hanno 220 anni in tre, da una vita trama­no dietro le quinte della politica e ancora non hanno smesso. Ma og­gi servono, sono merce preziosa per chi vuole fare cadere il gover­no. Fini e Casini, quelli del rinno­vamento politico ed etico, li accol­gono a braccia aperte. Non han­no più voti elettorali ma hanno il loro voto in Parlamento. Saranno usati e poi, comunque vada, riget­tati dietro le quinte. Perché non sono affidabili per nessuno. Si ac­contentano della foto sui giorna­li, degli applausi dei nuovi fan (fi­no a ieri nemici). Sono felici come bambini alle giostre. Sono in gra­do di fare danni, ma non ci faran­no morire democristiani.

Perché i democristiani veri erano, e so­no, cosa diversa da loro.

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