Roma

A caccia di evasori di lusso tra i proprietari di yacht

I finanzieri hanno controllato 940 imbarcazioni, accertato 460 irregolarità e denunciato 14 persone Diversi gli escamotage di professionisti e manager per eludere le tasse

A caccia di evasori di lusso tra i proprietari di yacht

Pesca grossa anche per i finanzieri a caccia di evasori di lusso nel mare del Lazio. Su 940 imbarcazioni controllate nel 2007 i berretti verdi del reparto aeronavale hanno accertato ben 460 irregolarità denunciando 14 persone. Per eludere il fisco questi «lupi d’altobordo», liberi professionisti e manager aziendali, se le inventano tutte. Ecco così comparire tra i documenti contabili di finte società di noleggio o charter le spese per ostriche e champagne, aperitivi e happening estivi della movida tra Ostia, Ventotene e Civitavecchia, consumati in realtà da proprietari di yacht da favola insieme con i loro amici. Gli stessi che per «ospiti», magari, finiscono per mascherare cuochi, camerieri, hostess, badanti e donne delle pulizie, per la maggior parte stranieri e non in regola, sottopagandoli e sfruttandoli senza alcuna assicurazione o contributo sociale. Che acquistano carburante a prezzi «agevolati», pur non avendone alcun reale diritto.
I finanzieri ne hanno scovati tre a Civitavecchia, sette a Formia, due a Ostia e due ad Anzio, segnalando all’autorità giudiziaria altri 54 evasori sospetti. «Funziona così - spiega il colonnello Emilio Errigo, che ha coordinato la task force dell’operazione Yacht&Fisco -. Andiamo a stanare il singolo attraverso un rapido ed efficace riscontro della reale capacità contributiva. Il metodo è semplice: basta individuare chi possiede yacht, elicotteri o aerei personali, per verificarne il reddito imponibile. Ed ecco la sorpresa. Molti approfittano delle normative in vigore per abbattere i costi di gestione con atti amministrativi elusivi. Nascono così le società di comodo a cui vengono intestati i natanti. Invece si scopre che non esiste alcuna attività imprenditoriale, che non c’è alcun rischio d’impresa a carico, che si tratta unicamente di uno stratagemma per evadere le imposte fiscali dirette e indirette e godersi le ferie a spalle dei contribuenti onesti. Per non parlare infine dell’impiego al nero del personale extracomunitario. In alcuni casi siamo arrivati a contestare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina».
Non basta. Nelle oltre 50mila miglia di pattugliamenti lungo la costa e nelle 600 missioni decollate dall’aeroporto di Pratica di Mare nell’anno appena archiviato, le fiamme gialle hanno portato alla luce 11 aree fuorilegge utilizzate per lo stoccaggio abusivo di rifiuti tossici e materiale dannoso per l’ambiente, denunciando sedici persone e mettendo i sigilli a terreni per ottomila metri quadrati. Su 167 imbarcazioni da pesca controllate, 67 sono risultate irregolari, con l’elevazione di 108 contravvenzioni e il sequestro di 26 reti, sia a strascico che da posta. Importante, inoltre, il lavoro svolto in collaborazione con i tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente per la verifica degli impianti industriali e urbani di depurazione delle acque: quaranta le irregolarità riscontrate, con più di 50 sanzioni amministrative e 17 penali elevate e 15 responsabili di struttura denunciati. Non mancano i «soliti furbi» che hanno occupato o costruito su aree demaniali, quelli che non hanno pagato l’Ici o che hanno pensato bene di evadere completamente le tasse regionali di concessione. Nel corso di un anno di indagini per la tutela dei beni demaniali marittimi, infatti, i finanzieri hanno accertato almeno cento violazioni.

Ma i controlli disposti su circa 230 siti proseguono e ne mancano all’appello un altro centinaio.

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