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Cacciari: "L'Italia unita? Soltanto col federalismo E il Pd è già in ritardo"

Il filosofo progressista invoca una riforma ancora più severa: "Serve una costituente". Gli atti da sindaco bocciati dal Tar? "Non c’è metro di giudizio"

Cacciari: "L'Italia unita? 
Soltanto col federalismo  
E il Pd è già in ritardo"

Massimo Cacciari bocciato dal Tar.
«Su che cosa scusi?».

L’ordinanza anti-borsoni del 2008, che vietava di trasportare mercanzia in grosse sacche nel centro storico di Venezia.
«Ma basta la legge italiana, sa? Le forze dell’ordine per prevenire la vendita di merce contraffatta possono controllare il contenuto».

L’ordinanza l’ha fatta lei quando era sindaco Pd.
«Non mi ricordo».

Poco male, tanto il Tar l’ha bocciata.
«Il Tar fa il suo mestiere».

E i Comuni fanno il loro, salvo poi vedersi bocciare i provvedimenti dal Tar.
«L’esistenza dei tribunali amministrativi è sacrosanta. Il problema enorme è la completa difformità nei metri di giudizio».

Che tradotto per noi comuni mortali?
«Fra le sentenze c’è una difformità di giudizio su materie analoghe, un’aleatorietà molto accentuata nei pronunciamenti. Io gliel’ho pure detto quando ho avuto l’onore di inaugurare i loro anni giudiziari».

Saranno stati felici di averla invitata, eh?
«Ma ho riconosciuto che non è colpa loro. Se avessero poche e chiare norme sarebbe più complicato esprimere giudizi difformi su materie analoghe».

È colpa del legislatore.
«Che in 50 anni non ha fatto nulla. Sulla delegificazione come sulle liberalizzazioni, come sul federalismo: tante parole senza fare un cazzo».

Licenza filosofica, professore?
«L’ultima riforma vera l’ha fatta Bassanini sul Titolo V della Costituzione».

Eh, sì, e il federalismo varato in questi giorni?
«Macché federalismo, quello è solo un modo differente di dividere la torta!».

Dando più poteri e responsabilità alle Regioni, però.
«Ma federalismo mica significa che al Nord resterà qualche risorsa in più, ammesso e non concesso che sia così. Anzi, non concesso».

La Cgia di Mestre, per citare l’ultimo studio, dice di sì.
«Ma sì, ma sì, perché si dà ai Comuni più autonomia sull’applicazione di certe imposte, ma questo cos’ha a che fare con la responsabilizzazione degli enti locali?».

È un primo passo, no?
«Ma qui si rotola a furia di primi passi!».

Cacciari vede nero.
«Se poi vuol sapere se è peggio di prima, è chiaro che è meglio. I Comuni potranno applicare la tassa di soggiorno? Evviva, finalmente, lo chiedo da anni. E i costi standard: si dice che un’appendicite a Crotone non può costare dieci volte che a Milano? Ma è sacrosanto!».

Però non basta.
«Questo è buon senso, non federalismo! Manca il Senato delle autonomie, l’abolizione delle Province autonome, e poi come si fa a fare uno Stato federalista con 19 Regioni, alcune con 200mila abitanti, ma su!».

Poche macro-regioni e aree metropolitane.
«Ma è chiaro! Lo dicevamo già con Miglio. E statuti di città-stato per alcune realtà con certe peculiarità».

Una su tutte Venezia.
«Anche per un deficiente è palese che Venezia deve essere un land come Amburgo!».

Vabbè, c’è ancora da fare.
«Ma io sono stufo! Lo dico dagli anni ’90 e non cambia niente! Evidentemente la classe politica non è capace».

Beh, ora che anche Napolitano dice che il federalismo aiuta l’unità...
«Ma Napolitano ne è convinto da sempre! Che poi, l’unità è rimasta quella del Risorgimento: un desiderio!».

Altro che 150 anni.
«L’Italia è disunita dal Medioevo e sarà unita solo con una riforma costituente. E la fai federalista o non la fai».

Il Pd fa asse con la Lega...
«L’occasione fondamentale per l’area di centrosinistra ragionevole, quella federalista, di un’intesa con la Lega è stata persa nel ’95».

L’area ragionevole, come la chiama lei, ora si è astenuta in Bicamerale.
«È tardi. Perché intanto la Lega, che ha avuto il grande merito di imporre con prepotenza il tema del federalismo, lo ha declinato in modo sballato, e ha maturato tali virus di carattere xenofobo per cui è impossibile un accordo».

Se mai rispetto alle origini la Lega è più moderata.
«Beh, sì, perché ha responsabilità di governo. Ma prende voti agitando le parole d’ordine dell’inquietudine e della paura».

Il Pd crede nella riforma o dialoga con la Lega per far cadere Berlusconi?
«È impossibile un’intesa con la Lega per far cadere Berlusconi! Se mai tutti, Pdl, Pd e Lega, dovrebbero lavorare a una nuova fase costituente».

Lo dice lei a Bersani?
«Il Pd deve instaurare contatti per la prossima legislatura: se iniziamo ora, forse avremo la speranza di disegnare scenari nuovi.

È l’ultimo tram, poi sarà a rischio la stessa sopravvivenza».

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