Politica

Cacciari tassa i matrimoni: fino a 7000 euro per un «sì»

Il sindaco di Venezia ha raddoppiato le tariffe per le unioni civili. Pagano anche i residenti. Se celebra lui c’è il sovrapprezzo

Nino Materi

Passi non badare a spese per il pranzo di nozze; passi non fare i micragnosi sulla luna di miele; passi non lesinare su fotografie e filmino. Ma è giusto che una coppia di sposi spenda fino a 7mila euro per farsi unire civilmente dal sindaco di Venezia, Massimo Cacciari? Un prezzo che rischia di trasformare il fatidico «sì» in un imbarazzato «forse». Quanti sono infatti gli innamorati che - pur di non rinunciare alla superba location di Ca’ Farsetti e alla gratificante presenza del filosofo con fascia tricolore - possono permettersi di sborsare circa 14 milioni bonolisianamente detti «del vecchio conio»?
Il sindaco Cacciari ha fatto due conti e ha individuato la categoria da stangare: gli stranieri. Per loro il Comune ha previsto un «pacchetto matrimonio» davvero sorprendente: 6mila euro (tariffa domenicale) di base ai quali vanno aggiunti altri mille euro se, come celebrante optional, i piccioncini scelgono il sindaco Cacciari. Certo, il protocollo di nozze prevede anche soluzioni più economiche, a patto però che si rinunci alla giorno festivo e - soprattutto - al prestigio di farsi sposare da un grande pensatore. Un risparmio, comunque, tutto da provare, considerato che Cacciari - secondo quanto riportava ieri in prima pagina Il Gazzettino di Venezia - ha deciso di raddoppiare le tariffe anche per i cittadini italiani, rinunciando a fare sconti perfino ai veneziani doc.
Insomma, chi vuole fare un figurone con i paggetti in costume e gli sfarzosi arredi di Ca’ Farsetti o mette entrambe le mani al portafoglio, oppure opta per un ambiente decisamente più spartano. Fino al varo della riforma Cacciari il borsino matrimoniale prevedeva il seguente fixing: i residenti non pagavano nulla, italiani e cittadini comunitari pagavano 420 euro, gli stranieri pagavano 1248 euro. Somme certamente alte, ma abbastanza accessibili.
Ora, invece, lo sfizio di sposarsi a Ca’ Farsetti potranno toglierselo solo i ricchi. I «ritocchi» apportati da Cacciari sono infatti da verifica della Guardia di finanza: i veneziani passano a 420 euro (600 la domenica), italiani e cittadini comunitari passano 1240 euro (3000 la domenica), gli stranieri passano a 3000 (6000 la domenica). Per tutti un’aggiunta di 1000 euro nel caso della «partecipazione straordinaria» di Cacciari.
Ma come si giustificano aumenti talmente stellari? «Abbiamo deciso di mettere a disposizione degli sposi la sede di Ca’ Farsetti che è ancora più preziosa di Palazzo Cavalli, dove finora venivano celebrati i riti civili», si giustificano i funzionari dello Stato civile. L’anno scorso le coppie che per sposarsi hanno scelto i saloni di Palazzo Cavalli sono state 832, con un incasso per il Comune di 57mila euro. Spiccioli rispetto ai guadagni previsti con i matrimoni a Ca’ Farsetti.


E guai a parlare di due cuori e una capanna.

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