Guerra in Israele

Benzema nella bufera: "Via la cittadinanza francese e il Pallone d'Oro"

"Non possiamo accettare che un francese possa disonorare e tradire il nostro Paese in questo modo", affonda Valerie Boyer. La proposta di revoca per colpire il calciatore per il sostegno alla popolazione palestinese

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Il caso Benzema continua a tener banco in Francia e a scatenare furiose polemiche in ambito politico e non solo: nelle ultime ore è arrivata persino la proposta di revocare al calciatore transalpino di origini algerine la cittadinanza francese e l'assegnazione del Pallone d'Oro per l'anno 2022, trofeo che viene come da tradizione assegnato dal periodico "France Football".

La senatrice del partito Les Republicains Valerie Boyer ha chiesto la revoca non solo di un trofeo sportivo individuale prestigioso, vale a dire il Pallone d'Oro per l'anno 2022, ma anche la stessa cittadinanza francese. "Se, come affermato dal Ministro degli Interni, Karim Benzema è legato ai Fratelli Musulmani", ha dichiarato in un comunicato stampa, "bisogna procedere con la sanzione, inizialmente simbolica, di revocargli almeno il Pallone d'Oro". "Infine", ha aggiunto, "dobbiamo puntare a far revocare la cittadinanza francese". "Non possiamo accettare che un francese con doppia cittadinanza, conosciuto a livello internazionale, possa disonorare e addirittura tradire il nostro Paese in questo modo", ha concluso.

Il tweet incriminato

Oggi in forza all'Al-Ittihad nella Saudi Pro League, la massima serie del campionato di calcio dell'Arabia Saudita, l'ex attaccante del Real Madrid era finito nella bufera per un messaggio di solidarietà espresso su X nei confronti della popolazione palestinese. "Tutte le nostre preghiere per gli abitanti di Gaza, vittime una volta ancora di questi bombardamenti ingiusti che non risparmiano né le donne né i bambini". Un'esternazione che aveva portato, tra le prime sui social, alla reazione di David Aouate, ex portiere israeliano che tra il 2003 e il 2014 ha giocato anche in Spagna vestendo le maglie di Racing Santander, Deportivo La Coruña e Maiorca. "Figlio di pu****a", si era limitato a scrivere sui social l'ex estremo difensore della nazionale israeliana in varie lingue, tra cui inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico, aggiungendo le emoji delle bandiere di Israele e Stati Uniti d'America.

L'accusa del ministro

Più pesante ancora la reazione in patria, dato che il ministro degli Interni del governo presieduto da Emmanuel Macron aveva fin da subito puntato il dito contro l'attaccante transalpino accusandolo senza giri di parole di avere intessuto dei rapporti con un gruppo politico radicale, benché non terroristico. Durante un'intervista televisiva concessa a Cnews, in cui analizzava gli attentati in Francia e Belgio dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Palestina, Gérald Darmanin è stato molto diretto nelle sue accuse: "Il signor Karim Benzema ha notori legami, come tutti sappiamo, con l'organizzazione dei Fratelli Musulmani". Un'affermazione che ha fatto esplodere le polemiche in Francia.

La replica di Benzema

Non si è fatta attendere la replica dell'entourage del calciatore. "Non è vero! Karim Benzema non ha mai avuto la più piccola connessione con questa organizzazione", ha replicato l'avvocato Hugues Vigier, come riportato dal quotidiano francese "Le Parisien". L'attaccante dell'Al-Ittihad sta considerando l'idea di fare causa al ministro dell'Interno Darmanin. "Non è accettabile che coloro che governano pensino di avere il diritto di fare tutto per puro opportunismo", ha aggiunto il suo avvocato.

Denunce per diffamazione che saranno inoltrate anche all'eurodeputata Nadine Morano, che lo ha definito "un elemento di propaganda di Hamas" e al pubblicitario Frank Tapiro , il quale ha parlato di lui come di un "complice del terrorismo".

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