Calcio

Gasperini furioso: "Noi facciamo utili, altri miliardi di debiti"

Ennesima sparata contro i "furbetti" del calcio del tecnico dell'Atalanta, che senza fare nomi si scaglia contro chi è pieno di debiti e toglie opportunità alle squadre virtuose. Il tono è discutibile ma forse sarebbe il caso di parlare di più di questo grave problema

Gasperini furioso: "Noi facciamo utili, altri miliardi di debiti"

Di fronte all’ennesima intemerata di Gasperini contro i “furbetti” del calcio nostrano, verrebbe quasi da dire "to’, chi si rivede". Il tecnico dell’Atalanta, infatti, non è certo nuovo a sfoghi spassionati contro i tanti mali del pallone alle nostre latitudini. Un attacco così sferzante e, soprattutto, senza fare nomi non è certo roba che succede tutti i giorni. I colleghi presenti a Zingonia, alla conferenza stampa prima del cruciale incrocio di sabato pomeriggio contro il Napoli capolista, avranno sicuramente sollevato entrambi i sopraccigli di fronte alla sparata del tecnico bergamasco. Quando gli è stata posta la domanda che fa perdere il sonno ai tifosi della Dea, ovvero se la nuova proprietà americana è disposta o meno a mettere le risorse necessarie per l’agognato salto di qualità, la reazione di Gasperini è tagliente come una lama di sciabola.

"Sulle risorse l'Atalanta non può essere confrontata e paragonata ad altre società, perché deve costruirsele in casa per poter investire. Noi con centinaia di milioni di utili siamo costretti a competere con gente che ha un miliardo di debiti. Con la differenza di un miliardo e mezzo essere lì in alto mi rende molto soddisfatto. Per questo dico che stiamo facendo un campionato straordinario". Un macigno nello stagno che sicuramente scatenerà parecchie discussioni in un calcio che da decenni continua ad indebitarsi come se non ci fosse un domani.

Debito comune, mezzo gaudio?

La domanda che tutti si stanno facendo, indubbiamente, è a chi si stesse riferendo il tecnico della Dea, ma, forse, non è nemmeno così importante saperlo. I fatti, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliano vederli. A parte pochissime oasi felici, prime tra tutte proprio le due che si affronteranno dalle 18 di sabato allo stadio Maradona, le grandi società del calcio italiano sono piene di debiti fino alla punta dei capelli. C’è chi sussurra che la cifra sia abbastanza vicina alla stima della posizione debitoria della proprietà dell’Inter, ma districarsi nelle complicate strutture societarie di tante squadre è un’impresa quasi impossibile. La sostanza, però, non cambia: alla faccia del tanto strombazzato Financial Fair Play, nel calcio di oggi di “onesto” c’è ben poco. Certo, alla fine tutti i nodi vengono al pettine, visto che non tutti hanno una proprietà come quella della Juventus, pronta a metter mano al portafoglio ad intervalli regolari per ripianare le voragini di bilancio. Da qui a mettere in dubbio la regolarità del campionato ce ne corre, ma dover sfidare gente che può permettersi di pagare stipendi inarrivabili per chi non voglia consegnare le chiavi alle banche o ai fondi d’investimento stranieri non è proprio il massimo.

Sorteggio Champions

Se avere risposte certe non è semplice, la Uefa, forse per coprirsi un attimo le spalle, ha pubblicato il mese scorso uno studio sul panorama finanziario del calcio in tutta Europa e su come stia reagendo alla sfida epocale della pandemia. Tra i vari indicatori analizzati i debiti verso le banche, specialmente quelli a lungo termine. Senza bisogno di andare nei dettagli, è un pianto generalizzato: dal 2019 al 2022 i debiti totali dei primi 20 club europei sono aumentati del 51%, un problema che rischia di incancrenirsi visti gli aumenti dei tassi d’interesse degli ultimi tempi. Se la classifica è guidata dalla Spagna con 2,5 miliardi di debito, l’Italia non è messa molto meglio, sfiorando i 2 miliardi. Aggiungendo poi i debiti nei confronti dei proprietari, saliti del 43%, la situazione è tragicomica. Le italiane sono lontane dagli eccessi dei club più spendaccioni, Tottenham e Real Madrid in testa, ma non possono certo ridere. L’Inter deve alle banche 390 milioni di Euro, ai quali ovviamente va aggiunto il maxi-prestito ottenuto dai fondi, mentre la Juve è ferma a quota 223 milioni nonostante la pesante ricapitalizzazione da parte della società. Ancora peggio è messa la Roma, con 271 milioni di Euro ad appesantire il bilancio. Magari non starà simpatico a tanti, ma è davvero difficile non dare ragione a Gasperini.

"Col Napoli dovremo soffrire"

Si è anche parlato, ovviamente, della partita di Sabato e dell’atteggiamento che avrà una Dea molto discontinua contro la capolista, reduce dall’imprevisto stop con la Lazio. Gasperini sembra quasi rassegnato ad una gara di sofferenza: “Noi vorremmo sempre poter attaccare e segnare, ma non giochiamo da soli. In certi momenti bisogna anche subire. Per noi è già prestigioso poterci misurare contro una squadra straordinaria anche nel suo percorso in Champions League, dove ha grandi chances. Il nostro campionato fin qui è stato di alto livello. Non dico comunque che domani non abbiamo niente da perdere, perché i punti vanno presi ovunque. All'andata era stata un'ottima gara a livello di occasioni e prestazione nonostante la sconfitta per 2-1. Sarei contento se la ripetessimo. Ma l'Atalanta è sempre uscita con prestazioni di livello da gare come queste. Il rammarico è per i punti persi con Lecce e Sassuolo. Con le grandi, per dire, abbiamo vinto due volte a Roma”.

Lazio-Atalanta

C’è anche spazio per la solita conta degli indisponibili, una situazione che da parecchio tempo complica la preparazione dei bergamaschi. Il tecnico dell’Atalanta cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, convinto che i suoi ragazzi se la potranno comunque giocare nonostante il momento di forma straordinario dei partenopei. “De Roon ha un dito del piede molto gonfio, ma tranne Koopmeiners e Vorlicky che ha fastidio al ginocchio sono tutti disponibili. Muriel e Zapata avranno molte opportunità di darci una spinta in più ma bisogna vedere se stanno bene di volta in volta”. Domani a parlare sarà il campo, ma siamo certi che le parole pesanti come macigni scagliate dal tecnico orobico saranno riprese più e più volte.

Magari il tono non era dei migliori, ma, prima o poi, bisognerà iniziare a parlare dell’elefante nella stanza.

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