Qatar 2022

La rivoluzione di Luis Enrique: ecco cosa farà

Il ct della Spagna sorprende tutti con un annuncio social a tarda notte: "Stream in diretta su Twitch per parlare coi tifosi". Se avesse successo, l'ex tecnico della Roma potrebbe rivoluzionare il mondo del calcio, saltando a piè pari i media tradizionali

Luis Enrique sorprende tutti: "Parlerò direttamente coi tifosi"

Da questo strano Mondiale invernale tutto ci saremmo aspettati meno che una vera e propria rivoluzione nell’universo pallonaro. Il colpo che potrebbe cambiare per sempre come raccontiamo il gioco che appassiona il pianeta è partito dai social media. Protagonista un tecnico spesso scorbutico ma attentissimo alla tecnologia: il ct della Spagna Luis Enrique. Il suo video pubblicato su Twitter è molto semplice, senza troppi fronzoli ma ha già fatto il giro del mondo, raccogliendo oltre 6 milioni di visualizzazioni in poche ore.

Cosa ha annunciato l’ex tecnico del Barcellona? Per tutta la durata del mondiale terrà degli stream in diretta sulla popolare piattaforma Twitch, dove parlerà a ruota libera, senza filtri. C’era voluto del tempo per abituarsi alle stelle del pallone che parlano ai propri followers spesso e volentieri, ma che i media tradizionali sarebbero stati costretti a rincorrere sui social anche gli allenatori non se l’aspettava davvero nessuno.

Non è una novità per Luis Enrique

L’ex tecnico della Roma non è nuovo a sparate del genere. Dopo aver sperimentato nella lussuosa sede della nazionale iberica l’uso dei droni per analizzare meglio il gioco, qualche mese fa aveva dotato le sue Furie Rosse di comunicatori portatili, così da potergli dare indicazioni individuali durante le sedute di allenamento. Stavolta, però, l’obiettivo del tecnico è molto più ambizioso: “disintermediare” la comunicazione attorno al calcio, saltando a piè pari il filtro dei media, parlando direttamente ai tifosi della Roja. Come potranno testimoniare i frequentatori di Trigoria, i rapporti tra il tecnico asturiano e la stampa sono sempre stati piuttosto burrascosi. Perché mai prendersi il disturbo di litigare con questo o quel giornalista “ostile” quando puoi dire la tua, parlando in diretta a chi, in fondo, ti paga lo stipendio – ai tifosi? La cosa, da addetto ai lavori, non può che preoccupare. Gli stream in diretta sono la nuova frontiera, resi sempre più semplici dalla tecnologia, ma sono unidirezionali: si parla sempre e comunque senza contraddittorio. Questo annuncio estemporaneo, pubblicato alla chetichella alle undici e mezzo di sera, potrebbe aprire il vaso di Pandora di un mondo perennemente sull’orlo di una crisi di nervi come il calcio.

Come Trump negli Usa

Intendiamoci, non sarebbe certo la prima volta che qualcuno prova a parlare direttamente al suo pubblico. A parte campioni ed influencers, il campione della disintermediazione è sicuramente stato l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, cui bastava spesso un tweet per controllare la conversazione nazionale. Viene quasi da domandarsi perché gli allenatori, spesso insofferenti di fronte alle domande dei media, abbiano aspettato così tanto per seguire il suo esempio. Le ragioni sono molto pratiche: se la boutade di Luis Enrique facesse scuola, a soffrirne sarebbero tutti, dai media agli stessi proprietari dei costosissimi diritti televisivi. Ormai abbiamo accettato come le uniche dichiarazioni degne di nota dei tecnici vengano inevitabilmente dal post-partita, trasmesso in esclusiva dai rights holder. Le conferenze stampa aperte al resto del mondo dell’informazione, sono sempre più una collezione di banalità e frasi fatte.

Decisione rivoluzionaria?

Visto che la fiducia nei confronti dei media è ai minimi storici e tutti hanno il telefonino sempre in mano, gli stream degli allenatori potrebbero diventare popolarissimi. Resta da vedere se il ct iberico avrà quel che serve per “bucare lo schermo” e fornire contenuti interessanti. A giudicare dai due minuti scarsi disponibili, una volta messi a punto i problemi tecnici, a Luis Enrique non manca proprio niente. Auto-ironico, spigliato, senza prendersi troppo sul serio, parlata fluida, senza inciampi, quasi da professionista. Vedremo se saprà essere altrettanto efficace più avanti, in Qatar, con tutta la pressione del Mondiale, magari dopo un risultato deludente. In tal caso, potremmo davvero aver voltato pagina nel tradizionalissimo mondo del calcio.

Ai posteri giudicare se sarà stato un bene o un male.

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